mercoledì 7 maggio 2008

LA MIA INTERVISTA A VALERIO LONZI

LA MIA CONVERSAZIONE CON UN RAPITO
In questo capitolo descriverò la mia intervista-conversazione con Valerio Lonzi, avvenuta ad Aprile, due giorni dopo che Il Bivio – la trasmissione di Enrico Ruggeri su Italia 1 - ha mandato in onda una puntata di due ore incentrata quasi completamente sul Caso Lonzi, oltre che su altri rapimenti alieni, sulle interferenze UFO sul nostro pianeta e su vari scenari fino ad ora mai esplorati così approfonditamente – a mio giudizio – nel nostro Paese scavando a fondo nella casistica ufologica e citando addirittura l'ipotesi che gli Illuminati siano, come sostengono David Icke e milioni di persone in tutto il mondo, in realtà degli alieni rettiliani che discendono dagli antichi Anunnaki descritti dai sumeri. Una trasmissione di due ore serrate che ha avuto un consenso enorme; essendo in seconda serata, la puntata di Ruggeri doveva vedersela con Porta a Porta (Rai Uno, share 18,89%), il Maurizio Costanzo Show (Canale 5, share 14,60%) e con altri programmi quali Sfide (Rai Tre) e il film Saint Tropez (Rete 4), gli alieni in TV hanno totalizzato ascolti per un 18,64% di share[1].
Ebbene il giorno dopo, era venerdì notte ore 4:00 circa, mentre tornavo a casa dai vicoli (dove ogni venerdì c'è la cosiddetta movida genovese, centinaia di persone scendono nel centro storico per stare in compagnia, bere, fumare e divertirsi) con mia moglie, abbiamo incrociato proprio Valerio Lonzi, il ragazzo rapito dagli alieni che la sera prima avevamo visto alla televisione! L'ho riconosciuto immediatamente e gli ho chiesto – tra le altre cose – se mi avrebbe concesso un'intervista in quei giorni. Disse che ci saremo visti al suo pub, che è situato proprio dove le persone si incontrano, come dicevo, soprattutto il venerdì sera, il giorno dopo all'una di notte, quando il locale sarebbe stato più vuoto e lui disponibile a fare quattro chiacchiere.
In quel primo incontro, anche se entrambi stavamo rincasando, ho trovato il tempo di fargli qualche domanda su ciò che avevo visto la sera prima. Per chi non ha visto la trasmissione in diretta deve sapere che durante lo show, il solito Cecchi Paone, chiamato a fare il debunker di turno, ha avuto diversi serrati battibecchi con gli altri ospiti in studio: in particolare Cecchi Paone ha mezzo bisticciato con il conduttore Enrico Ruggeri, con il prof. amatissimo Corrado Malanga (di cui sono un grandissimo fan), con lo stesso Lonzi e si notava chiaramente che il pubblico non gradiva le sarcastiche e talvolta maleducate affermazioni di Paone. Bene, ora che sapete questo, posso continuare a raccontare l'episodio: dissi al Lonzi proprio qualcosa riguardo alla pessima performance di Paone della sera prima e lui mi disse: «Cecchi Paone l'avrei picchiato dietro le quinte». Va precisato che in onda è stato mandato il pezzo in cui Valerio Lonzi dice a Paone: «Signor Paone, tempo fa per venire nella sua trasmissione [La Macchina del Tempo; Nda] mi avevano detto che lei era una persona integerrima, preparata e squisita [disse dell'altro ma non lo ricordo con esattezza; Nda], mi dica: quanto l'hanno pagata per venire qui a fare la parte del malvagio di turno?».
In realtà la puntata era stata registrata mesi prima, e di più o meno quattro ore di prodotto totale, ne hanno mandate in onda due ore, percui il Lonzi mi avrebbe poi raccontato alcuni dettagli avvenuti e che non sono stati mandati in televisione. Precisamente ci disse che dopo un battibecco antipatico con Paone, lui lo avrebbe minacciato di picchiarlo se solo avesse accettato lo scontro. Lo scontro fisico comunque fortunatamente non avvenne. Quella serata riuscimmo solo a sapere che il Lonzi non crede alla storia raccontata da Cavallo, altro ospite in studio, personaggio che sostiene di essere stato rapito dagli alieni e di essere con loro in contatto. Non crede totalmente alla storia di Zanfretta per motivi che racconterò più avanti e sostiene che Il Bivio era stata – nonostante tutto – la trasmissione «più seria in cui sono andato, anche se hanno tagliato la mia minaccia a Cecchi Paone»! Evidentemente Paone deve essere davvero molto irritante data la squisitezza che il Lonzi ha dimostrato di possedere come peculiarità caratteriale. Ora procederò a raccontare brevemente chi è questo ragazzo che con ogni probabilità è stato rapito dagli alieni.
Chi è Valerio Lonzi Valerio Lonzi è un uomo di 40 anni che abita a Genova, città nella quale gestisce un pub nel centro storico, un locale che si chiama «Aldebarian» ed è tutto in stile irish, con una spiccata propensione per i miti e le leggende che caratterizzano le terre irlandesi: antiche armi da combattimento, come asce, lance, mazze chiodate, sono appese ai muri, i tavoli in legno e le mura ricoperte di riferimenti al già citato popolo britannico. Ho trovato quel pub davvero fantastico, devo dire che è adorabile. Con Valerio girano spesso la mamma della sua ex ragazza, oggi qualcosa più di un'amica, la ragazza, e alcuni dipendenti del pub. La mamma della sua ex è praticamente percepita da lui come una «suocera», o comunque una figura assai prossima a questa. Lei si chiama Maura. Questo è in sintesi il ragazzo che ho conosciuto, ora passerò a descrivere come si è formato il personaggio Valerio Lonzi, che cosa gli hanno fatto gli alieni?
La storia di un addotto A 15 anni Valerio era un membro degli scout. Durante un bivacco sui monti dell'entroterra ligure, presso Reppia, una sera lui e un suo amico decidono che quella notte andranno a trovare delle amiche nella loro tenda. Quando escono per raggiungere le ragazze, i due «si perdono», non necessariamente si sono persi, dico che si erano persi poiché ad un certo punto si sono ritrovati a guardare una luce che proveniva dal bosco. Pensando che fosse la torcia di qualche altra persona aspettarono lì e dopo un po' Valerio puntò la sua torcia contro l'altra che a quel punto «era diventata una strana luce». Dopodiché Valerio ricorda che con il suo amico videro sparire quella luce e apparirne tre più piccole, queste luci danzavano davanti a loro a una altezza molto bassa. A questo punto accade il fatto, le luci praticamente lo colpiscono e spariscono all'improvviso: Valerio aveva guardato l'ora poco prima di incontrare le luci ed erano le 23 circa, quando riguarda l'orologio, con la convinzione che fossero passati neanche cinque minuti, Valerio e l'amico notano con comprensibile stupore che è passata un'ora, è mezzanotte. Dove sono stati durante quel missing time di un'ora?
I due amici finita l'esperienza, di cui peraltro non ricordavano nulla se non le luci danzanti, tornano alla loro tenda, e si mettono a dormire. Tuttavia nel frattempo Valerio nota una inspiegabile nervosità crescere all'interno del gruppo degli scout. «Sembrava che anche gli altri avessero vissuto qualcosa di strano». Questo però non è mai stato dimostrato e rimane solo un ricordo personale e forse soggettivo di Valerio.
Beh, passano i giorni e Valerio si sente sempre strano, qualcosa lo turba visibilmente, non è più lo stesso di prima. Perché? La mamma per fortuna riesce ad accorgersi del disagio provato dal figlio e dopo un bagno, quando Valerio è a petto nudo lei gli trova addosso quattro gigantesche cicatrici sulla schiena. Quelle cicatrici Valerio le porta ancora, sono lunghe 20 centimetri l'una. Immediatamente vanno da un dottore che non può che ossevare che quelle cicatrici sono il frutto di un intervento di tipo medico molto sofisticato e avanzato praticato su Valerio. Ma Valerio non ricordava nulla di quelle enormi cicatrici e così dopo un po' di tempo decise di ricorrere all'ipnosi regressiva, effettuata dal Dr. Moretti di Genova. Ho personalmente visto toccato e fotografato quelle cicatrici e posso solo dire che hanno un aspetto molto sinistro e si nota chiaramente che sono state fatte con materiali di prima qualità.
Sotto ipnosi Valerio racconta una storia pazzesca. La stessa storia che tuttavia accomuna, nel bene e nel male, milioni di persone in tutto il mondo. Durante il missing time avvenuto sui monti con gli scout, Valerio è stato prelevato da una comitiva di una razza aliena, che lo ha portato contro la sua volontà a bordo di un UFO. Lì si sono verificati i soliti meccanismi che caratterizzano migliaia di esperienze di questo tipo. Alieni di tipo Grigio, quelli più pubblicizzati dal palcoscenico mondiale, forse a ben donde, lavorano sul corpo di Valerio. L'ipnosi che Valerio ha effettuato da adolescente rimane l'unico strumento che è riuscito a spiegare ciò che gli era accaduto quella notte e le tremende cicatrici. Niente, Valerio non ricorda niente. Non ricorda alieni, non ricorda il tavolo delle operazioni, non ricorda le cose che quegli esseri gli dissero, evidentemente gli alieni hanno usato qualche forma di ipnosi per condizionare la sua mente a «cancellare» l'esperienza vissuta. Valerio non ha rimosso l'esperienza, Valerio non è stato messo in grado di ricordare da menti e intelligenze superiori. La storia di Valerio è raccontata da una persona perfettamente sana, con una vita che fino a quel giorno era stata normale (a parte qualche particolare che svelerò dopo) e soprattutto Valerio non giura che quello che ha raccontato in ipnosi è la pura verità, è comunque convinto di ciò che afferma poiché cosciente di non mentire assolutamente. Questo è comunemente riconosciuto nei confronti di Valerio, nessuno dubita che quelle affermazioni sono menzogne tirate fuori per fare soldi, per diventare famoso o per semplice pazzia, tutti ammettono che Valerio crede di dire la verità. Passiamo adesso al nostro secondo incontro, all'intervista che gentilmente mi ha concesso.
La mia intervista a Valerio Lonzi Per facilitare la lettura, premetto che quella avuta con Valerio Lonzi è stata sì un'intervista, ma si è trattato di una conversazione, per questo motivo le mie domande possono essere leggermente più lunghe e differenti dalla classica intervista botta e risposta. Io e mia moglie eravamo seduti ad un tavolo del suo pub e davanti avevamo Valerio Lonzi che chiacchierava con noi, rispondeva alle mie domande e io annotavo ogni sua parola su un block-notes. Tutto si è svolto in modo assolutamente informale e in totale serenità, Valerio sapeva che ciò che mi stava dicendo io l'avrei pubblicato in Rete e sul mio libro. Valerio si è solo raccomandato di non dare questa intervista ai tipi della Chinasky. Le mie domande e i miei interventi sono scritti in grassetto.
Valerio raccontami la vicenda che hai descritto in televisione, ovvero che i servizi ti spiavano e ti intimidivano. «Come hai detto sono stato perseguitato per anni da parte di due strani personaggi, ma oggi le cose sono cambiate, pensa che sono proprio i servizi segreti e il Ministero della Difesa a volermi piazzare negli show televisivi».
Beh, allora questa è una ottima notizia, ciò significa che c'è un'apertura da parte del potere italiano sul fenomeno UFO, significa che vogliono che se ne parli, raccontami meglio come avviene questa «ingerenza» da parte loro. «Sì, può essere che vogliano divulgare questi temi, che per decenni sono stati completamente ridicolizzati e insabbiati da loro e dai media. Dunque i servizi segreti [quindi il SISMI (ora AISI), il SISDE (ora AISE) e il COPACO], assieme a persone collegate al Ministero della Difesa mi hanno praticamente consigliato di non uscire dalla scena. Mi hanno fatto capire che devo andare in TV, che devo rimanere un personaggio di cui si parla in televisione, a loro fa comodo questo».
Ho capito, sembra un'inversione di tendenza, ce lo auguriamo tutti, ma i media in questo contesto come si inseriscono? «No i media vogliono solo fare spettacolo, a loro non interessa dire la verità loro fanno sensazionalismo, ho girato tantissimi programmi, ecco loro preferiscono dire: “Ecco Lonzi che è stato rapito dagli alieni, guardate!”. È solo sensazionalismo televisivo.»
In pratica stai dicendo che i media sono ben contenti di mandarti in televisione e fare audience, ma per questo ci deve essere una direttiva «dall'alto»? «Sì. È così, almeno questo è quello che ho potuto constatare».
Come te, e come ben saprai, un altro genovese, Pier Fortunato Zanfretta, è stato rapito dagli alieni. Cosa pensi della sua esperienza? «Zanfretta fondamentalmente è compromesso. C'è una cosa che ha fatto Zanfretta [non dirò quale per non alimentare polemiche inutili: la cosa che dice Lonzi abbia combinato Zanfretta non ha nessuna attinenza con l'Ufologia o temi correlati, e per rispetto di Zanfretta che non ha mai avuto modo di difendersi dalle accuse che ha fatto Lonzi in mia presenza non citerò le parole di Valerio; Nda] che lo ha seriamente compromesso. Comunque credo che la storia di Zanfretta sia più no che sì.»
Come mai dici questo? «Ho avuto modo, quando a suo tempo ero Responsabile regionale del CUN [Centro Ufologico Nazionale, Nda], di avere accesso a una serie di dati. Ho letto dati su un sacco di casi di rapimento alieno, sia italiani che statunitensi che hanno molto in comune, che si assomigliano e che hanno attinenze generali comuni. La storia di Zanfretta è praticamente diversa da tutte le altre.»
Già, in effetti la storia di Zanfretta è piena di inconsuetudini, se paragonata agli altri casi di esperienza d'abduction; come ad esempio la storia di quel casco che gli dava quella scossa fortissima, gli alieni, che non hanno somiglianza con nessuna specie generalmente avvistata e descritta, se non in minima parte con i rettiliani, che comunque sono completamente diversi, e poi 'sta piramide... «Ma infatti, ce l'ha solo lui! Ma poi io dico, quando sono arrivati quegli americani che volevano comprare per una cifra sbalorditiva la piramide, ma perché non gliel'ha data? Io gliel'avrei data subito, se mi pagavano in contanti, altro che tenerla e starci dietro per chissà quanto! (risate)».
Sì però devi ammettere che la storia di Zanfretta ha molte contraddizioni ma ha anche un sacco di prove a suo supporto. La piramide poi sembra esserci veramente, l'hanno fotografata ma non è uscito NIENTE! «Davvero? Questo non lo sapevo». Io le ho viste a Rebus: le foto erano buie! Solo una presentava una strana illuminazione intorno al luogo in cui è contenuta questa piramide, questa grotta, sai... «Sì, la grotta, sì, lassù sui monti dove va ogni tanto». Ci va due volte al mese! Pensa che l'hanno cercato di seguire, ma l'hanno perso, insomma, è come se possa arrivarci solo lui! Lo sapevi che Zanfretta racconta che una volta, mentre era lassù una notte ad attivare questa piramide, è uscita una volpe [o forse un coniglio] e dalla piramide è uscito un laser che ha diviso a metà la bestia? Metà era vetrificata e l'altra era rimasta diciamo «sana»? «No non lo sapevo, incredibile, boh, magari poi è vero».
Già magari è tutto vero, io credo che sia vero che sia stato rapito, tantissimi hanno partecipato alle sue dis-avventure con gli alieni. Pensa che una volta le guardie giurate hanno sparato un caricatore da 12 proiettili su un UFO durante uno di questi avvenimenti. Poi ci sono carabinieri, poliziotti, testimoni vari che hanno visto cose strane. È indubbio, a mio modo di vedere, che a Zanfretta sia capitato qualcosa che ha a che fare con gli alieni. «Sì magari è vero; però io ho saputo diverse cose su quei giorni. Uno dei colleghi di Zanfretta mi ha detto: “Noi abbiamo architettato la storia di Zanfretta”. Zanfretta è sempre stato il “pivello della classe”, addirittura certi lo hanno sempre visto come lo scemo del villaggio, uno che ha paura di tutto. Questo lo dicono i suoi ex colleghi».
Dai, vabbè sarà anche uno con poca cultura, ma sembra ben deciso di quel che dice, poi scusa, perché Di Stefano gli starebbe sempre accanto – sono anni e anni che lo segue e aiuta – se fosse stata tutta una montatura di colleghi allegri, non ti pare? «Ma Di Stefano lo segue solo per publicizzare il suo libro! Poi ti ripeto, a me queste cose me l'han dette i suoi colleghi. So che Zanfretta non ha mai avuto un vero amico in tutta questa storia, ha incontrato solo gente che l'ha trattato male ed è rimasto invischiato in qualcosa di perverso».
Dato quello che sostieni deduco che vi conoscete bene? Secondo te, che tipo è? «Sì no, cioè, ci siamo visti qualche volta, ai congressi di Ufologia, così; mi è sembrata una persona sofferente, è molto piacevole, molto... innocuo, un tipo tranquillo, uno che ha l'aria di avere un mare di casini».
Dovrai riconoscere che comunque la storia di Zanfretta è stata «appurata» con diversi mezzi: dai quell'uomo si è sottoposto alla macchina della verità, al penthotal e a diverse sedute d'ipnosi e non s'è mai tratto in inganno, ha comunque una storia coerente. No? «Allora ti dico che la macchina della verità si può fregare, che è una bagasciata totale, se sei teso per via della situazione che ti circonda mandi tutto a puttane». [Si vabbé dai, ma lui non doveva confessare un omicidio, doveva rispondere coerentemente alle sue precedenti affermazioni sotto ipnosi.] «Il penthotal non funziona». [Parere tuo.] «E l'ipnosi come per la mia storia non posso dire “è vera al cento per cento”: l'ipnosi non è attendibile al cento per cento. Contrariamente a ciò che si dice è un metodo scientifico, poiché funziona ogni volta che la tenti. È riproducibile».
Quindi tu non affermi che la tua storia è autentica al 100 per cento? «Be' sai a me è successo a 15 anni e nel frattempo, tra quel momento e l'ipnosi, la fantascienza l'avevo assorbita. Ammetto che la fantascienza che si vede in giro mi avrebbe potuto condizionare a dare degli input/invenzioni durante l'ipnosi. Sto facendo giustamente il contraddittorio di me stesso, per essere autocritico di me stesso».
Però quello che sostieni, lo sostieni perché ci credi, non hai altre spiegazioni, non menti a nessuno, sei convinto di quello che dici? «No, sono sincero, sono convinto che possa essermi successo ciò che ho raccontato in ipnosi, non mento a nessuno, io non ho mai cercato la fama dicendo questo pubblicamente».
Ti sei confidato con la mamma della tua ex ragazza perché era una giornalista, o perché sentivi che era la persona giusta e il momento adatto? «Ho sentito che era giunto il momento di aprirsi, e questa persona mi ha aiutato a farlo, non c'entrava nulla il fatto che era una giornalista, poi lei ha parlato con un collega e la cosa è finita sulla stampa, però ho fatto la cosa giusta».
E invece, cambiamo discorso, l'ipnosi di ieri sera che hai fatto al Bivio? «Quella era falsa!»
Cosa? Non eri sotto ipnosi? Hai raccontato che eri un giapponese samurai del periodo feudale che doveva fare harakiri perché aveva disonorato se stesso ed era in pena per la moglie e la figlia! «Sì, l'ipnosi era falsa, ho raccontato un sogno che avevo fatto qualche giorno prima».
Sai, un po' l'avevo pensato perché eri un giapponese samurai e in realtà sei uno con la passione per il karate, le cose erano troppo collegate, forse. Come è possibile? Hanno preso per il culo tutti i telespettatori? Incredibile... racconta un po' come è andata? Perché era falsa, non lo potevi fare per davvero? «Io gliel'ho detto che non avrei fatto un ipnosi regressiva vera. Loro lo sapevano, tutti lo sapevamo. Pensa che io ho chiesto che fosse rivelato al pubblico che non ero sotto ipnosi, ma non l'hanno detto mica».
E ma allora scusa, sei stato complice di una menzogna?! «Guarda che io mi sono anche arrabbiato. Volevo lo dicessero. Loro mi hanno detto che se non stavo al gioco saltava la trasmissione»
Ah, già, perché quest'anno fanno le ipnosi a tutti quelli che vanno al Bivio, quindi saranno tutte le cavolate? «Sì, sì, io l'ho fatto perché era già in preventivo che l'ipnosi sarebbe stata falsa».
Che schifo però... «Tutti dove sono andato mi hanno usato come oggetto di sensazionalismo. Loro lo fanno per vendere il prodotto. Audience, pubblicità... meccanismi di merchandising...».
L'importante – molti pensano così e io sono fra questi – è che se parli, più parlano di UFO e più ci dicono sui fatti che normalmente insabbiano e più dobbiamo essere contenti e pretendere questo tipo di informazione. In questo senso quello che mi hai detto all'inizio è positivo: se i servizi e la Difesa ti vogliono in TV è un bel risultato. Però per te non è stato sempre così, raccontami un po' di quando ti pedinavano e ti facevano le telefonate indimidatorie. «Che io sappia infatti ora è già un po' che non mi seguono più. Non sono tuttavia mai tranquillo: la mia tranquillità misurata da 1 a 10 è sempre 1-2 mai zero. Comunque con quelli rotture di palle non ne ho più».
Raccontami chi erano quei due che ti pedinavano. «Erano ovunque io fossi, erano simili, si assomigliavano tantissimo, erano inquietanti».
Ma cosa facevano, ti parlavano, o si limitavano a seguirti? Cos'erano «Men in Black»? «Erano identici, sembravano... Testimoni di Geova (risate!). Mi erano sempre dietro, qualche volta mi giravo per vedere se ero “accompagnato” e c'erano sempre!».
Ho sentito delle telefonate minatorie. Ho sentito di quando ti sono entrati nella macchina che era chiusa nel garage e ti hanno chiamato... «Per un anno e mezzo ho ricevuto telefonate minatorie. Quella della macchina mi ha preoccupato non poco: TUTTO CHIUSO, antifurto, nessun suono... E ti dicono questo. Ma poi oltre a dirmi il contenuto del mio bagagliaio – cosa ancor più incredibile – mi hanno detto cosa c'era nel cruscotto, la macchina aveva l'antifurto... era chiusa in un box con l'antifurto, ma cosa puoi fare contro gente così?»
Pazzesco. Ti hanno detto cosa c'era nel tuo cruscotto? Ma chi erano questi, come ti hanno agganciato, come la vivevi questa situazione? «Il bello è che non puoi far niente. È gente che ti entra in una macchina chiusa dentro un box, chiuso anche quello con l'antifurto... e poi ti chiama, dopo non aver lasciato tracce, per dirti cosa c'hai nel bagagliaio... Cosa puoi fare contro delle persone così. Qualcuno li manderà, no?»
Quante telefonate ricevevi? Qual era il loro contenuto? «Una ventina o di più. Telefonate per dirmi di lasciar perdere: erano allusivi talvolta, altre volte mi dicevano chiaramente di non andare più in televisione, di smetterla di raccontare la mia storia, che era meglio per me, sai... "chi te lo fa fare? Hai una famiglia... Perché vuoi giocare col fuoco...? Finisci male..." Mi dicevano queste cose. Ti dicono minacciosamente “lascia perdere, perché rischiare?”».
Valerio raccontami che tipo di persone erano queste che ti perseguitavano? Erano di qualche agenzia in particolare? «Non so di che organizzazione facessero parte. Di sicuro qualsiasi organizzazione fosse faceva capo allo Stato».
Le voci come erano? Distinte? Erano italiani? Del nord o meridionali? «Erano italiani, sicuramente italiani e meridionali, direi siciliani, ma non ci posso giurare, non c'è molta differenza nei dialetti del sud». [Si che ce n'é! Che ha a che fare il napoletano con il dialetto siciliano?] «Beh allora direi che era siciliano ».
Ti hanno mai telefonato con la voce elettronica, con filtro elettronico, o parlavano sempre tranquillamente? «Sì, mi sono state fatte una o più alcune telefonate con voce elettronica, diceva le solite cose ma è stata la più inquietante, sono quelle che ti preoccupano di più. Ti lasciano steso».
In che periodo ricevevi queste minacce da parte dello Stato? «Era il periodo delle ipnosi, dal 1993 al 1995».
Cosa ne dici di fare un'altra ipnosi, non sei curioso di vedere se sei stato rapito altre volte? Non vuoi vedere se confermi ciò che dicesti tanti anni fa? «No, assolutamente. Sono sicuro che sul lettino non ci torno. E se al Bivio fosse stata vera non avrei partecipato! La mia parte io l'ho fatta, io sono autocritico, però quello che ho dovuto dare a questo movimento l'ho dato, ho fatto tutto quello che ho potuto. Le ho passate di tutti i colori: provaci tu a vivere tranquillo, se sei sempre seguito da due stronzi che ti seguono ovunque vai. No no ipnosi basta.».
Be', è un peccato che non vuoi fare un'altra ipnosi. In che rapporti sei con la comunità ufologica? «Nessun ufologo ha il mio numero di telefono, l'ho dato solo a te, ce l'hai solo tu il mio numero. Considero molto bravi Malanga e Baiata. Malanga mi ha sempre fatto una gran bella impressione. Anche al Bivio è stato forte».
E il libro che è uscito su di te (gli mostro un adesivo che davano insieme al libro quando lo acquistai) come è stato costruito? «La storia della Chinaski [la casa editrice del libro Presunta Adduzione - Il Caso Lonzi di “Ken Paisli”; Nda] – che ho creato io – è finita in tribunale. Federico Traversa è Ken Paisli! Ha usato uno pseudonimo perché non aveva il coraggio di scrivere il libro e ciò che pensava mettendoci il suo nome, la sua faccia. Su 1.000 copie vendute io non ho avuto una lira. Mi spettava il 10% delle entrate... non ho visto nulla. Non mi hanno pagato! Il libro poi è un rimpasto del primo, tante storie con quella mia aggiunta, un libro che non dice nulla di nuovo».
Senti, ho letto su questo articolo (mostro a Valerio Lonzi degli articoli di giornale che avevo portato per commentarli insieme) che sei una specie di ghostbuster, è vero che sei un acchiappafantasmi che va a disinfestare le case? Che ti costruisci dei gadget tecnologici per cacciare i fantasmi è vero? «Non sono un ghostbuster! Ma cosa dice quest'articolo, fa vedere! Non è vero nulla [sta leggendo gli articoli]! Non so come sia uscita questa notizia qua, tra l'altro non si vede che giornale è perché è tagliato. Non ho mai disinfestato niente! Avevamo creato Stonehenge, ma ci siamo limitati a occuparci passivamente di questi fenomeni: facevamo delle conferenze, dei dibattiti. Sola una volta siamo andati sul posto, avevamo solo una telecamera, eravamo vicino Varazze. Ma poi è finita lì. Nessuna tuta, nessuno strumento fantascientifico come dicono in questi articoli»[2].
Prima parlavamo di Zanfretta e hai detto che lui non ha avuto amici che lo supportassero. Beh, anche tu avevi un amico che ti ha piantato in asso quando poteva dire che qualcosa era successo. Perché questa persona – come ti ha detto anche Ruggeri al Bivio – non ha semplicemente dichiarato che dici la verità, che lui era con te quando affermi che avete avuto un missing time di un'ora? Perché si è comportato così male con te? «Prima di tutto sono stato l'unico che era al campo scout ad essere stato rapito. Nessun altro è stato rapito, anche se c'era quell'atmosfera strana; cioè, finora nessuno sa se è stato rapito anche lui la sera che presero me. Il ragazzo che era con me non è stato rapito, ammetto che avrebbe potuto dire che aveva avuto quell'esperienza con me».
Lui non è stato rapito, ne sei certo? Non sai se ha anche lui le cicatrici? «Non so e non penso che sia stato rapito. So che non ha segni addosso perché abbiamo un amico in comune e sicuramente lo sarei venuto a sapere. Comunque con lui abbiamo rotto per altri motivi, che non c'entrano nulla con il rapimento».
Durante l'ipnosi non hai parlato di lui a bordo dell'astronave?
«No, lui non era lì con me».
E il fatto che la tua calcificazione ossea della spina dorsale a 15 anni era pari a quella di un quarantenne come te la spieghi?
«Non me la spiego, devono essere stati gli alieni con le loro operazioni»
Che cosa pensi che vogliano gli alieni? Credi che ci sia un piano su vasta scala, o addirittura un vero e proprio dominio dei rettiliani sulla Terra? «Non so cosa vogliono gli alieni. Al fatto se hanno colonizzato il pianeta, come per tutto il resto io sono possibilista, però anche realista. Posso dirti che posso anche sposare la teoria che Gesù fosse stato un alieno...»
Gesù un alieno. Ci sono molti che lo pensano, io penso che sia una leggenda quella di Cristo, ma tante valide teorie sul Gesù alieno mi affascinano. Sei credente? «Sono profondamente religioso, sono un cattolico protestante. Io non ho bisogno del prete per parlare con Dio». [Anch'io la penso esattamente così, posso parlare con Dio senza che interceda qualche prete quando voglio; sono molto arrabbiato con la Chiesa, col Vaticano e con i seguaci ciechi, sono una cricca di mafiosi.] «La Chiesa ci prende l'8 per mille per sfamare i bambini del Terzo Mondo, con tutti i soldi che hanno. Credo anche che Ratzinger sia anacronistico. Il Papa deve poter dire che se Dio deve parlare attraverso qualcuno allora parla attraverso il Papa. Il Papa invece è solo un simbolo. Legge quello che gli scrivono gli altri».
Ieri al Bivio ho visto una cosa che mi ha incuriosito molto, com'è sta storia che potresti avere un fratello alieno? «Mia nonna sapeva di queste cose, ma mia nonna è morta. So che è nato un bambino strano ma io non l'ho mai visto. Dicono che sia morto. Io sono nato dopo la sua morte.»
L'hanno detto infatti che tua nonna aveva una specie di linea genetica particolare, raccontami qualcosa di tuo fratello, qualche domanda te la sarai posta, che fine ha fatto? «Mi hanno detto che sembrava un gatto, che aveva la faccia che sembrava un muso. Un muso da gatto. È possibile che sia alieno, ma non lo so davvero. Mia mamma non l'ha mai visto, a quanto ne so è morto prima che lei lo potesse vedere, dormiva per il parto cesareo...».
No ascolta, come un muso da gatto, come è possibile che tua mamma non ha visto, neanche da morto, il suo bambino? Di quanti mesi era il bambino? Ti sarai fatto in questi anni delle domande a proposito di questo strano fratello. «Era di nove mesi, è nato vivo, l'hanno spacciato per morto. Mio padre dice che l'ha visto, che era ancora vivo. La nonna diceva che era morto dopo qualche ora, forse... Ho pensato certamente a questo fratello, ma intorno a questa cosa regna la confusione, non so proprio come sia andata veramente la vicenda, molti punti restano comunque indubbiamente inquietanti...».
Infatti, a proposito, dimmi di quando sono venuti a chiederti di lui... «Quando avevo 7 anni (e lui ne avrebbe avuti 10) gli assistenti sociali sono venuti da me e mi hanno chiesto come mai mio fratello non era iscritto regolarmente a scuola. Lo davano per vivo dopo dieci anni che era morto! Non c'era il certificato di morte? A parte ciò, penso che mia mamma non l'abbia mai visto, a causa dei tranquillanti e antidolorifici che in seguito al taglio cesario l'anno lasciata stremata e addormentata, lui è morto, e se non lo fosse si chiamerebbe Walter».
Se ti faccio vedere questo (mostro a Valerio il disegno di un classico Grigio), cosa ti suscita la sua vista? C'è gente che si sente male, c'è chi piange... «Nulla, non mi fa assolutamente nessun effetto, io sono tentato a credere che questa sia una cosa cattiva, anche se penso che ci siano altre civiltà pacifiche che interagiscono con noi».
Ieri abbiamo tutti assistito alla descrizione – sembrava leggesse un romanzo avvincente da come parlava – di Cavallo dei suoi presunti contatti alieni. Tu che eri lì, che ne pensi? «Cavallo ha riempito lo studio di merda, non credo alla sua storia, non ci credo alla storia di Cavallo, anche se per correttezza rimango come sempre possibilista, non voglio essere cieco di scetticismo».
Raccontami qualche episodio particolare che è stato tagliato al Bivio. «Eh, ho minacciato Paone perché è un minchione. Lui non mi ha risposto. Io sono intervenuto dopo un'ora di stronzate dette da Paone... Malanga quando Paone ha parlato male di lui, gli ha risposto così: “Guardi che veramente sono io che non sono venuto alla tua Macchina del Tempo”. La gente tra il pubblico era tutta contro Paone e con Malanga e me, anche quando hanno bisticciato Paone e Ruggeri, che si sono presi a frecciate, la gente stava con Ruggeri, Malanga è stato fantastico».
Da casa noi facevamo il tifo! Perché infatti si vedeva che applaudivano quelli che rispondevano agli attacchi di Paone. Si vedeva che la situazione era tesa e Paone compromesso con tutti. Com'era dal vivo? «Sì la situazione era caldissima e nell'aria era lampante e palpabile il malumore verso Paone, la gente applaudiva ogni cosa che dicevamo di risposta alle sue insinuazioni e alle provocazioni».
Parliamo un po' della comunità ufologica in generale, cosa ne pensi tu che l'hai frequentata così a lungo? «Ho fatto parecchi congressi e convegni. Una volta a Lugano avevo la scorta armata! Una signora di 50 anni mi ha strappato il giubbotto!! Manco fossi una rockstar! Dell'Ufologia penso che non sia una scienza ma una tecnica. Si tratta di un insieme di scienze da utilizzare per uno scopo solo. È una tecnica di studio l'Ufologia. Se parliamo di ricerca sul campo, in Italia, a parte Malanga, nessuno ha fatto nulla. Si sfrutta Internet. Essere ufologi è come essere dei topi da biblioteca, non si fa altro che studiare».
Cosa mi racconti del mitico Colonnello Corso? «Corso l'ho conosciuto, c'ho parlato, abbiamo avuto rapporti epistolari. Da quando l'ho conosciuto al Congresso di San Marino sino alla sua morte ho avuto modo di apprendere molte cose, mi ha detto tante cose ma le tengo per me».
Eddai Valerio, dai dicci qualcosa... «[Dopo aver insistito a lungo...] Beh ti posso dire questo: m'ha detto che il Pentagono, e altre agenzie USA, in basi militari come l'Area 51, dopo il disco precipitato e recuperato a Roswell, hanno codificato 22 razze extraterrestri di cui ben 11 con le quali abbiamo contatti e rapporti diretti. Mi ha parlato del fatto che alcune specie di alieni sono sessualmente e biologicamente compatibili con noi».
Quali? Spara... «Allora, fammi ricordare... i Rettiliani e i rettiloidi mi sembra di no, ma non ne sono sicuro, gli Alti Biondi sì, sono compatibili; mi ha detto che le Mantidi, che non sono compatibili, e un'altra specie che non ricordo sono in guerra tra loro; che gli Alti Biondi sono superiori ai Grigi, i quali a loro volta sono divisi in vari generi. Mi ha detto Corso che ci sono Grigi meccanici e biomeccanici, oltre che a quelli in carne ed ossa, che interagiscono tra loro. Loro sono compatibili».
Come dice il rapporto del Majestic-12? Ci sono EBE e mezze EBE, quindi...
«No no, sono tutte EBE»
Ti ha detto Corso da dove arrivano? Zeta Reticuli, Beta Ceti? «Zeta Reticuli e Beta Ceti sono nomi che mi ha fatto, non ricordo esattamente. Mi pare che avesse detto che i Grigi vengono da Orione, ma non ne sono sicuro, era il '95-'96».
Che cosa pensi del più importante ufologo italiano, Roberto Pinotti? «Pinotti è un buffone!»
Grazie Valerio per il tempo che ci hai dedicato, per le cose che ci hai raccontato, mi auguro di rivederti presto.
«Piacere mio, io sono qua al pub, quando hai bisogno, anche per venire a bere qualcosa, vieni e mi trovi».
Questa era l'intervista che Valerio Lonzi mi ha concesso, come avrete notato abbiamo esplorato diversi aspetti del suo caso, abbiamo affrontato diversi argomenti, il tono da conversazione ho cercato di limitarlo il più possibile, ma essendo stata una cosa molto informale non è stato facile. Va detto che Valerio è stato portato a rispondere a una serie di più di due ore di domande serrate perché continuamente incalzato da me e da mia moglie ad aprirsi e raccontare il più possibile. Su molte cose ha parlato a raffica su altre ho dovuto incalzarlo molto. Alla fine ero molto soddisfatto, e sebbene non avevo avuto il tempo di fargli tutte le domande che volevo ancora fargli, ero comunque conscio di aver esplorato quanto di più possibile. Aspetto ora che Valerio abbia un po' di tempo, in questo periodo lo dovrei incontrare per fare ancora qualche appunto.
Speriamo che un giorno decida di tornare a farsi ipnotizzare, sarebbe davvero una conferma che un po' manca a questo caso, anche se la solidità della storia non fa una piega; inoltre servizi, la Difesa, le varie passerelle televisive, i titoli sui giornali, le telefonate minatorie, i pedinamenti, le cicatrici impressionanti... beh, direi che questa storia si incastra perfettamente in quella che i Cecchi Paone di tutto il mondo chiamano «isteria collettiva», «allucinazioni», o avvenimenti mai vissuti originati da disturbi di ogni genere. Che Dio non ne mandi più così tanti di personaggi simili, che Dio ci mandi qualcuno che riesca a rendere di pubblico dominio tutto ciò che il Pentagono, la CIA, il Vaticano e i vari governi sanno e tengono segreto.
La storia di Valerio Lonzi è la classica storia di un uomo che vive un'esperienza di abduction. La classica storia che accomuna milioni di esseri umani. Nel bene e nel male.
Note:

1) Dati Auditel;

2) gli articoli a cui si fa riferimento sono La Gazzetta del Lunedì, lunedì 13 Settembre 1993, Incontro con gli UFO, di Monica di Carlo; «Sono stato ferito dagli UFO», no fonte; e Un viaggio tra gli UFO, di Carla Rubbi, no fonte.

© Claudio aka borquide

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