sabato 10 maggio 2008

NOTIZIE PAZZESCHE: SUPER RATTI GIGANTI INVADONO BERLINO!

RAINEWS24 Invasione dei super ratti in Germania. Una nuova specie aggredisce gli uomini e resiste ai veleni
A Berlino est un enorme ratto ha aggredito un uomo. La città di Barghteide è stata invasa da 150mila topi. Anche a Parigi e Londra i voracissimi roditori aumentano sempre di più. Ma ad essere spaventata è soprattutto la Germania, dove una mutazione genetica ha prodotto super ratti lunghi fino a mezzo metro, coda compresa, e resistenti a qusi tutti i veleni. Gli inverni miti hanno favorito la riproduzione dei ratti. "Sono pericolosi, sono portatori di una serie dei malattie", avverte Michael Faulde, dell'istuituto sanitario centrale della Bundeswehr, l'esercito tedesco. "Si sono moltiplicati, è indubbio", afferma Rainer Gsell, presidente della Dsv, l'associazione tedesca delle aziende di derattizzazione. I super ratti sono capaci di saltare in alto per un metro ed oltre e di nuotare a lungo. I capibranco mandano in avanscoperta i ratti più giovani per assaggiare il cibo o quello che sospettano siano esche. Sono portatori di almeno una sessantina di malattie, dalla rabbia alla leptospirosi, al virus Hanta. E contagiano non soltanto attraverso il morso, ma anche l'urina. Fonte: http://www.rai.it/news/articolornews24/0,9219,4670731,00.html

venerdì 9 maggio 2008

(APRENDO IL GIORNALE) RAZZI USA SU UN OSPEDALE A BAGHDAD --- USA: TORNA LA PENA DI MORTE A PIENO RITMO

FRONTI DI GUERRA RAZZI USA SU UN OSPEDALE A BAGHDAD PENTAGONO: ALTRI 7MILA UOMINI A KABUL Durante un raid a Sadr City, il quartiere sciita di Baghdad, le forze americane hanno colpito ieri con tre missili un ospedale ferendo 20 persone e danneggiando alcune ambulanze. Sadr City è la roccaforte del leader religioso sciita Moqtada al-Sadr, anti-americano, e secondo il comando militare USA in Iraq l'obiettivo del raid era un centro di «comando e controllo» dei militanti. «Credo che l'obiettivo non fosse l'ospedale, ma almeno avrebbero potuto informarci, avremmo preso precauzioni», ha dichiarato il manager dell'ospedale, dottor Wi'am al-Jawahiri. Sul fronte afghano, intanto, gli Stati Uniti si appresterebbero a inviare altri 7.000 militari per far fronte alla mancata disponibilità della NATO a dispiegare altre truppe. [...] Fonte: Il Sole-24 Ore, domenica 4 Maggio 2008 Le cose scritte in questo articolo sono addirittura folli, per non dire incredibili, pazzesche, allucinanti. Vediamo perché: le truppe USA si trovano in Iraq da ben 7 anni! E in questo lasso di tempo non sanno che lì c'era un ospedale??? Ma questa è una cosa del tutto impensabile. Posso capire che si colpisca - per caso - un ospedale quando si entra in una città, e cercando di occuparla si colpisce del tutto disgraziatamente, un ospedale. Non avevano delle mappe? Non avevano foto satellitari della zona COLPITA CON TRE RAZZI?? Le informazioni d'intelligence che fine avevano fatto? Mi spiego: per colpire un obiettivo deve giungere a chi di dovere (cecchini, forze aeree, forze di terra, etc.) un comando dall'alto. Questo comando deve avere un senso: si colpisce un obiettivo perché si ha la certezza di abbattere dei «terroristi», come li chiamano loro, o un preciso obiettivo che danneggia il "processo democratico" in corso. In realtà sono solo persone che si organizzano per difendere la propria terra, ma questo è un altro discorso. Quindi, avendo bene chiare in testa queste banali constatazioni, come è possibile colpire con ben tre razzi un ospedale civile? Io non me ne capacito. E poi, invece di raccogliere delle proteste forti, cosa ci propone il Sole 24 Ore? Un tizio che dice: perché non ci avete avvertito che avreste buttato giù l'ospedale con i vostri razzi yankee? Avremmo potuto portare i malati da un'altra parte e magari non ci sarebbero stati danni collaterali. INCREDIBILE! Invece di inveire contro dei soldati menefreghisti che stanno lì a pattugliare la zona mentre li si depreda del petrolio e delle altre risorse, questo «manager» sa solo dire queste quattro stupidaggini? Quando ho visto quest'articolo sono andato su tutte le furie. Davvero non riesco a credere che siamo caduti così in basso. Passiamo ora alla seconda notizia che aprendo i giornali (cosa che mi capita di fare sempre più di rado grazie all'informazione libera della Rete), ossia che negli Stati Uniti, nella «democrazia più grande del mondo» riprendono alla grande gli omicidi di Stato: verranno ammazzati 14 esseri umani. ___________________________________________ LA PENA DI MORTE TORNA A PIENO RITMO A tre settimane dopo che una decisione della Corte Suprema ha messo fine a una moratoria di sette mesi sulla pena di morte negli Stati Uniti, le esecuzioni stanno per riprendere a pieno ritmo. Tra il prossimo 6 Maggio e Ottobre, scrive il New York Times, ne sono state fissate almeno 14 in sei Stati. Lo scorso 16 Aprile, la Corte Suprema aveva confermato che il metodo dell'iniezione letale, il più comune, non è contrario alla Costituzione. Fonte: Il Sole-24 Ore, domenica 4 Maggio 2008 Ovviamente qua non si può far altro che avere conati di vomito. Protestare non serve a nulla, fare "moratorie mondiali" serve a poco, l'unica cosa di cui bisogna prendere atto è che nella «democrazia più grande del mondo», nella culla del «sogno americano» il metodo dell'iniezione letale «non è contrario alla Costituzione»: in soldoni, se in America lo Stato vuole mandare al Creatore qualcuno è liberissimo di farlo, basta che gli faccia una pera di veleno.

giovedì 8 maggio 2008

9/11: AHMADINEJAD RIBADISCE IL SOSTEGNO ALLA "TEORIA" DEL COMPLOTTO

Iran: 9/11, Ahmadinejad ribadisce sostegno 'teoria complotto' 16.04.08 10:15 Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, è tornato oggi a sostenere implicitamente la "teoria del complotto" per spiegare gli attentati contro l'America dell'11 settembre, che ha definito «eventi sospetti», come già aveva fatto l'8 aprile scorso parlando in una cerimonia ufficiale. Ahmadinejad, che parlava in un comizio nella città santa sciita di Qom, trasmesso in diretta televisiva, si è riferito in particolare all'attacco alle Torri Gemelle di New York. «Qualche anno fa un evento sospetto è avvenuto a New York - ha detto il presidente iraniano - e ha provocato circa 3.000 morti, anche se non è mai stata resa nota la lista dei nomi». In seguito, ha aggiunto, gli Stati Uniti «hanno usato questo evento come un pretesto per attaccare l'Afghanistan e l'Iraq». E solo in quest'ultimo Paese, ha affermato ancora Ahmadinejad, «secondo le loro stime, ci sono stati un milione di morti, mentre altre decine di migliaia sono stati uccisi in Afghanistan».Le affermazioni odierne del presidente iraniano ricalcano quelle fatte l'8 aprile in un discorso per la Giornata nazionale della tecnologia nucleare. In quella occasione Ahmadinejad aveva aggiunto che l'area di Manhattan «é sottoposta ai più sofisticati sistemi di controllo» e si era chiesto «come è possibile che due aerei potessero volarvi sopra senza un coordinamento con questo sistema di sicurezza e addirittura centrare le due torri». ATS fonte: http://new.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=54195&rubrica=15

mercoledì 7 maggio 2008

LA MIA INTERVISTA A VALERIO LONZI

LA MIA CONVERSAZIONE CON UN RAPITO
In questo capitolo descriverò la mia intervista-conversazione con Valerio Lonzi, avvenuta ad Aprile, due giorni dopo che Il Bivio – la trasmissione di Enrico Ruggeri su Italia 1 - ha mandato in onda una puntata di due ore incentrata quasi completamente sul Caso Lonzi, oltre che su altri rapimenti alieni, sulle interferenze UFO sul nostro pianeta e su vari scenari fino ad ora mai esplorati così approfonditamente – a mio giudizio – nel nostro Paese scavando a fondo nella casistica ufologica e citando addirittura l'ipotesi che gli Illuminati siano, come sostengono David Icke e milioni di persone in tutto il mondo, in realtà degli alieni rettiliani che discendono dagli antichi Anunnaki descritti dai sumeri. Una trasmissione di due ore serrate che ha avuto un consenso enorme; essendo in seconda serata, la puntata di Ruggeri doveva vedersela con Porta a Porta (Rai Uno, share 18,89%), il Maurizio Costanzo Show (Canale 5, share 14,60%) e con altri programmi quali Sfide (Rai Tre) e il film Saint Tropez (Rete 4), gli alieni in TV hanno totalizzato ascolti per un 18,64% di share[1].
Ebbene il giorno dopo, era venerdì notte ore 4:00 circa, mentre tornavo a casa dai vicoli (dove ogni venerdì c'è la cosiddetta movida genovese, centinaia di persone scendono nel centro storico per stare in compagnia, bere, fumare e divertirsi) con mia moglie, abbiamo incrociato proprio Valerio Lonzi, il ragazzo rapito dagli alieni che la sera prima avevamo visto alla televisione! L'ho riconosciuto immediatamente e gli ho chiesto – tra le altre cose – se mi avrebbe concesso un'intervista in quei giorni. Disse che ci saremo visti al suo pub, che è situato proprio dove le persone si incontrano, come dicevo, soprattutto il venerdì sera, il giorno dopo all'una di notte, quando il locale sarebbe stato più vuoto e lui disponibile a fare quattro chiacchiere.
In quel primo incontro, anche se entrambi stavamo rincasando, ho trovato il tempo di fargli qualche domanda su ciò che avevo visto la sera prima. Per chi non ha visto la trasmissione in diretta deve sapere che durante lo show, il solito Cecchi Paone, chiamato a fare il debunker di turno, ha avuto diversi serrati battibecchi con gli altri ospiti in studio: in particolare Cecchi Paone ha mezzo bisticciato con il conduttore Enrico Ruggeri, con il prof. amatissimo Corrado Malanga (di cui sono un grandissimo fan), con lo stesso Lonzi e si notava chiaramente che il pubblico non gradiva le sarcastiche e talvolta maleducate affermazioni di Paone. Bene, ora che sapete questo, posso continuare a raccontare l'episodio: dissi al Lonzi proprio qualcosa riguardo alla pessima performance di Paone della sera prima e lui mi disse: «Cecchi Paone l'avrei picchiato dietro le quinte». Va precisato che in onda è stato mandato il pezzo in cui Valerio Lonzi dice a Paone: «Signor Paone, tempo fa per venire nella sua trasmissione [La Macchina del Tempo; Nda] mi avevano detto che lei era una persona integerrima, preparata e squisita [disse dell'altro ma non lo ricordo con esattezza; Nda], mi dica: quanto l'hanno pagata per venire qui a fare la parte del malvagio di turno?».
In realtà la puntata era stata registrata mesi prima, e di più o meno quattro ore di prodotto totale, ne hanno mandate in onda due ore, percui il Lonzi mi avrebbe poi raccontato alcuni dettagli avvenuti e che non sono stati mandati in televisione. Precisamente ci disse che dopo un battibecco antipatico con Paone, lui lo avrebbe minacciato di picchiarlo se solo avesse accettato lo scontro. Lo scontro fisico comunque fortunatamente non avvenne. Quella serata riuscimmo solo a sapere che il Lonzi non crede alla storia raccontata da Cavallo, altro ospite in studio, personaggio che sostiene di essere stato rapito dagli alieni e di essere con loro in contatto. Non crede totalmente alla storia di Zanfretta per motivi che racconterò più avanti e sostiene che Il Bivio era stata – nonostante tutto – la trasmissione «più seria in cui sono andato, anche se hanno tagliato la mia minaccia a Cecchi Paone»! Evidentemente Paone deve essere davvero molto irritante data la squisitezza che il Lonzi ha dimostrato di possedere come peculiarità caratteriale. Ora procederò a raccontare brevemente chi è questo ragazzo che con ogni probabilità è stato rapito dagli alieni.
Chi è Valerio Lonzi Valerio Lonzi è un uomo di 40 anni che abita a Genova, città nella quale gestisce un pub nel centro storico, un locale che si chiama «Aldebarian» ed è tutto in stile irish, con una spiccata propensione per i miti e le leggende che caratterizzano le terre irlandesi: antiche armi da combattimento, come asce, lance, mazze chiodate, sono appese ai muri, i tavoli in legno e le mura ricoperte di riferimenti al già citato popolo britannico. Ho trovato quel pub davvero fantastico, devo dire che è adorabile. Con Valerio girano spesso la mamma della sua ex ragazza, oggi qualcosa più di un'amica, la ragazza, e alcuni dipendenti del pub. La mamma della sua ex è praticamente percepita da lui come una «suocera», o comunque una figura assai prossima a questa. Lei si chiama Maura. Questo è in sintesi il ragazzo che ho conosciuto, ora passerò a descrivere come si è formato il personaggio Valerio Lonzi, che cosa gli hanno fatto gli alieni?
La storia di un addotto A 15 anni Valerio era un membro degli scout. Durante un bivacco sui monti dell'entroterra ligure, presso Reppia, una sera lui e un suo amico decidono che quella notte andranno a trovare delle amiche nella loro tenda. Quando escono per raggiungere le ragazze, i due «si perdono», non necessariamente si sono persi, dico che si erano persi poiché ad un certo punto si sono ritrovati a guardare una luce che proveniva dal bosco. Pensando che fosse la torcia di qualche altra persona aspettarono lì e dopo un po' Valerio puntò la sua torcia contro l'altra che a quel punto «era diventata una strana luce». Dopodiché Valerio ricorda che con il suo amico videro sparire quella luce e apparirne tre più piccole, queste luci danzavano davanti a loro a una altezza molto bassa. A questo punto accade il fatto, le luci praticamente lo colpiscono e spariscono all'improvviso: Valerio aveva guardato l'ora poco prima di incontrare le luci ed erano le 23 circa, quando riguarda l'orologio, con la convinzione che fossero passati neanche cinque minuti, Valerio e l'amico notano con comprensibile stupore che è passata un'ora, è mezzanotte. Dove sono stati durante quel missing time di un'ora?
I due amici finita l'esperienza, di cui peraltro non ricordavano nulla se non le luci danzanti, tornano alla loro tenda, e si mettono a dormire. Tuttavia nel frattempo Valerio nota una inspiegabile nervosità crescere all'interno del gruppo degli scout. «Sembrava che anche gli altri avessero vissuto qualcosa di strano». Questo però non è mai stato dimostrato e rimane solo un ricordo personale e forse soggettivo di Valerio.
Beh, passano i giorni e Valerio si sente sempre strano, qualcosa lo turba visibilmente, non è più lo stesso di prima. Perché? La mamma per fortuna riesce ad accorgersi del disagio provato dal figlio e dopo un bagno, quando Valerio è a petto nudo lei gli trova addosso quattro gigantesche cicatrici sulla schiena. Quelle cicatrici Valerio le porta ancora, sono lunghe 20 centimetri l'una. Immediatamente vanno da un dottore che non può che ossevare che quelle cicatrici sono il frutto di un intervento di tipo medico molto sofisticato e avanzato praticato su Valerio. Ma Valerio non ricordava nulla di quelle enormi cicatrici e così dopo un po' di tempo decise di ricorrere all'ipnosi regressiva, effettuata dal Dr. Moretti di Genova. Ho personalmente visto toccato e fotografato quelle cicatrici e posso solo dire che hanno un aspetto molto sinistro e si nota chiaramente che sono state fatte con materiali di prima qualità.
Sotto ipnosi Valerio racconta una storia pazzesca. La stessa storia che tuttavia accomuna, nel bene e nel male, milioni di persone in tutto il mondo. Durante il missing time avvenuto sui monti con gli scout, Valerio è stato prelevato da una comitiva di una razza aliena, che lo ha portato contro la sua volontà a bordo di un UFO. Lì si sono verificati i soliti meccanismi che caratterizzano migliaia di esperienze di questo tipo. Alieni di tipo Grigio, quelli più pubblicizzati dal palcoscenico mondiale, forse a ben donde, lavorano sul corpo di Valerio. L'ipnosi che Valerio ha effettuato da adolescente rimane l'unico strumento che è riuscito a spiegare ciò che gli era accaduto quella notte e le tremende cicatrici. Niente, Valerio non ricorda niente. Non ricorda alieni, non ricorda il tavolo delle operazioni, non ricorda le cose che quegli esseri gli dissero, evidentemente gli alieni hanno usato qualche forma di ipnosi per condizionare la sua mente a «cancellare» l'esperienza vissuta. Valerio non ha rimosso l'esperienza, Valerio non è stato messo in grado di ricordare da menti e intelligenze superiori. La storia di Valerio è raccontata da una persona perfettamente sana, con una vita che fino a quel giorno era stata normale (a parte qualche particolare che svelerò dopo) e soprattutto Valerio non giura che quello che ha raccontato in ipnosi è la pura verità, è comunque convinto di ciò che afferma poiché cosciente di non mentire assolutamente. Questo è comunemente riconosciuto nei confronti di Valerio, nessuno dubita che quelle affermazioni sono menzogne tirate fuori per fare soldi, per diventare famoso o per semplice pazzia, tutti ammettono che Valerio crede di dire la verità. Passiamo adesso al nostro secondo incontro, all'intervista che gentilmente mi ha concesso.
La mia intervista a Valerio Lonzi Per facilitare la lettura, premetto che quella avuta con Valerio Lonzi è stata sì un'intervista, ma si è trattato di una conversazione, per questo motivo le mie domande possono essere leggermente più lunghe e differenti dalla classica intervista botta e risposta. Io e mia moglie eravamo seduti ad un tavolo del suo pub e davanti avevamo Valerio Lonzi che chiacchierava con noi, rispondeva alle mie domande e io annotavo ogni sua parola su un block-notes. Tutto si è svolto in modo assolutamente informale e in totale serenità, Valerio sapeva che ciò che mi stava dicendo io l'avrei pubblicato in Rete e sul mio libro. Valerio si è solo raccomandato di non dare questa intervista ai tipi della Chinasky. Le mie domande e i miei interventi sono scritti in grassetto.
Valerio raccontami la vicenda che hai descritto in televisione, ovvero che i servizi ti spiavano e ti intimidivano. «Come hai detto sono stato perseguitato per anni da parte di due strani personaggi, ma oggi le cose sono cambiate, pensa che sono proprio i servizi segreti e il Ministero della Difesa a volermi piazzare negli show televisivi».
Beh, allora questa è una ottima notizia, ciò significa che c'è un'apertura da parte del potere italiano sul fenomeno UFO, significa che vogliono che se ne parli, raccontami meglio come avviene questa «ingerenza» da parte loro. «Sì, può essere che vogliano divulgare questi temi, che per decenni sono stati completamente ridicolizzati e insabbiati da loro e dai media. Dunque i servizi segreti [quindi il SISMI (ora AISI), il SISDE (ora AISE) e il COPACO], assieme a persone collegate al Ministero della Difesa mi hanno praticamente consigliato di non uscire dalla scena. Mi hanno fatto capire che devo andare in TV, che devo rimanere un personaggio di cui si parla in televisione, a loro fa comodo questo».
Ho capito, sembra un'inversione di tendenza, ce lo auguriamo tutti, ma i media in questo contesto come si inseriscono? «No i media vogliono solo fare spettacolo, a loro non interessa dire la verità loro fanno sensazionalismo, ho girato tantissimi programmi, ecco loro preferiscono dire: “Ecco Lonzi che è stato rapito dagli alieni, guardate!”. È solo sensazionalismo televisivo.»
In pratica stai dicendo che i media sono ben contenti di mandarti in televisione e fare audience, ma per questo ci deve essere una direttiva «dall'alto»? «Sì. È così, almeno questo è quello che ho potuto constatare».
Come te, e come ben saprai, un altro genovese, Pier Fortunato Zanfretta, è stato rapito dagli alieni. Cosa pensi della sua esperienza? «Zanfretta fondamentalmente è compromesso. C'è una cosa che ha fatto Zanfretta [non dirò quale per non alimentare polemiche inutili: la cosa che dice Lonzi abbia combinato Zanfretta non ha nessuna attinenza con l'Ufologia o temi correlati, e per rispetto di Zanfretta che non ha mai avuto modo di difendersi dalle accuse che ha fatto Lonzi in mia presenza non citerò le parole di Valerio; Nda] che lo ha seriamente compromesso. Comunque credo che la storia di Zanfretta sia più no che sì.»
Come mai dici questo? «Ho avuto modo, quando a suo tempo ero Responsabile regionale del CUN [Centro Ufologico Nazionale, Nda], di avere accesso a una serie di dati. Ho letto dati su un sacco di casi di rapimento alieno, sia italiani che statunitensi che hanno molto in comune, che si assomigliano e che hanno attinenze generali comuni. La storia di Zanfretta è praticamente diversa da tutte le altre.»
Già, in effetti la storia di Zanfretta è piena di inconsuetudini, se paragonata agli altri casi di esperienza d'abduction; come ad esempio la storia di quel casco che gli dava quella scossa fortissima, gli alieni, che non hanno somiglianza con nessuna specie generalmente avvistata e descritta, se non in minima parte con i rettiliani, che comunque sono completamente diversi, e poi 'sta piramide... «Ma infatti, ce l'ha solo lui! Ma poi io dico, quando sono arrivati quegli americani che volevano comprare per una cifra sbalorditiva la piramide, ma perché non gliel'ha data? Io gliel'avrei data subito, se mi pagavano in contanti, altro che tenerla e starci dietro per chissà quanto! (risate)».
Sì però devi ammettere che la storia di Zanfretta ha molte contraddizioni ma ha anche un sacco di prove a suo supporto. La piramide poi sembra esserci veramente, l'hanno fotografata ma non è uscito NIENTE! «Davvero? Questo non lo sapevo». Io le ho viste a Rebus: le foto erano buie! Solo una presentava una strana illuminazione intorno al luogo in cui è contenuta questa piramide, questa grotta, sai... «Sì, la grotta, sì, lassù sui monti dove va ogni tanto». Ci va due volte al mese! Pensa che l'hanno cercato di seguire, ma l'hanno perso, insomma, è come se possa arrivarci solo lui! Lo sapevi che Zanfretta racconta che una volta, mentre era lassù una notte ad attivare questa piramide, è uscita una volpe [o forse un coniglio] e dalla piramide è uscito un laser che ha diviso a metà la bestia? Metà era vetrificata e l'altra era rimasta diciamo «sana»? «No non lo sapevo, incredibile, boh, magari poi è vero».
Già magari è tutto vero, io credo che sia vero che sia stato rapito, tantissimi hanno partecipato alle sue dis-avventure con gli alieni. Pensa che una volta le guardie giurate hanno sparato un caricatore da 12 proiettili su un UFO durante uno di questi avvenimenti. Poi ci sono carabinieri, poliziotti, testimoni vari che hanno visto cose strane. È indubbio, a mio modo di vedere, che a Zanfretta sia capitato qualcosa che ha a che fare con gli alieni. «Sì magari è vero; però io ho saputo diverse cose su quei giorni. Uno dei colleghi di Zanfretta mi ha detto: “Noi abbiamo architettato la storia di Zanfretta”. Zanfretta è sempre stato il “pivello della classe”, addirittura certi lo hanno sempre visto come lo scemo del villaggio, uno che ha paura di tutto. Questo lo dicono i suoi ex colleghi».
Dai, vabbè sarà anche uno con poca cultura, ma sembra ben deciso di quel che dice, poi scusa, perché Di Stefano gli starebbe sempre accanto – sono anni e anni che lo segue e aiuta – se fosse stata tutta una montatura di colleghi allegri, non ti pare? «Ma Di Stefano lo segue solo per publicizzare il suo libro! Poi ti ripeto, a me queste cose me l'han dette i suoi colleghi. So che Zanfretta non ha mai avuto un vero amico in tutta questa storia, ha incontrato solo gente che l'ha trattato male ed è rimasto invischiato in qualcosa di perverso».
Dato quello che sostieni deduco che vi conoscete bene? Secondo te, che tipo è? «Sì no, cioè, ci siamo visti qualche volta, ai congressi di Ufologia, così; mi è sembrata una persona sofferente, è molto piacevole, molto... innocuo, un tipo tranquillo, uno che ha l'aria di avere un mare di casini».
Dovrai riconoscere che comunque la storia di Zanfretta è stata «appurata» con diversi mezzi: dai quell'uomo si è sottoposto alla macchina della verità, al penthotal e a diverse sedute d'ipnosi e non s'è mai tratto in inganno, ha comunque una storia coerente. No? «Allora ti dico che la macchina della verità si può fregare, che è una bagasciata totale, se sei teso per via della situazione che ti circonda mandi tutto a puttane». [Si vabbé dai, ma lui non doveva confessare un omicidio, doveva rispondere coerentemente alle sue precedenti affermazioni sotto ipnosi.] «Il penthotal non funziona». [Parere tuo.] «E l'ipnosi come per la mia storia non posso dire “è vera al cento per cento”: l'ipnosi non è attendibile al cento per cento. Contrariamente a ciò che si dice è un metodo scientifico, poiché funziona ogni volta che la tenti. È riproducibile».
Quindi tu non affermi che la tua storia è autentica al 100 per cento? «Be' sai a me è successo a 15 anni e nel frattempo, tra quel momento e l'ipnosi, la fantascienza l'avevo assorbita. Ammetto che la fantascienza che si vede in giro mi avrebbe potuto condizionare a dare degli input/invenzioni durante l'ipnosi. Sto facendo giustamente il contraddittorio di me stesso, per essere autocritico di me stesso».
Però quello che sostieni, lo sostieni perché ci credi, non hai altre spiegazioni, non menti a nessuno, sei convinto di quello che dici? «No, sono sincero, sono convinto che possa essermi successo ciò che ho raccontato in ipnosi, non mento a nessuno, io non ho mai cercato la fama dicendo questo pubblicamente».
Ti sei confidato con la mamma della tua ex ragazza perché era una giornalista, o perché sentivi che era la persona giusta e il momento adatto? «Ho sentito che era giunto il momento di aprirsi, e questa persona mi ha aiutato a farlo, non c'entrava nulla il fatto che era una giornalista, poi lei ha parlato con un collega e la cosa è finita sulla stampa, però ho fatto la cosa giusta».
E invece, cambiamo discorso, l'ipnosi di ieri sera che hai fatto al Bivio? «Quella era falsa!»
Cosa? Non eri sotto ipnosi? Hai raccontato che eri un giapponese samurai del periodo feudale che doveva fare harakiri perché aveva disonorato se stesso ed era in pena per la moglie e la figlia! «Sì, l'ipnosi era falsa, ho raccontato un sogno che avevo fatto qualche giorno prima».
Sai, un po' l'avevo pensato perché eri un giapponese samurai e in realtà sei uno con la passione per il karate, le cose erano troppo collegate, forse. Come è possibile? Hanno preso per il culo tutti i telespettatori? Incredibile... racconta un po' come è andata? Perché era falsa, non lo potevi fare per davvero? «Io gliel'ho detto che non avrei fatto un ipnosi regressiva vera. Loro lo sapevano, tutti lo sapevamo. Pensa che io ho chiesto che fosse rivelato al pubblico che non ero sotto ipnosi, ma non l'hanno detto mica».
E ma allora scusa, sei stato complice di una menzogna?! «Guarda che io mi sono anche arrabbiato. Volevo lo dicessero. Loro mi hanno detto che se non stavo al gioco saltava la trasmissione»
Ah, già, perché quest'anno fanno le ipnosi a tutti quelli che vanno al Bivio, quindi saranno tutte le cavolate? «Sì, sì, io l'ho fatto perché era già in preventivo che l'ipnosi sarebbe stata falsa».
Che schifo però... «Tutti dove sono andato mi hanno usato come oggetto di sensazionalismo. Loro lo fanno per vendere il prodotto. Audience, pubblicità... meccanismi di merchandising...».
L'importante – molti pensano così e io sono fra questi – è che se parli, più parlano di UFO e più ci dicono sui fatti che normalmente insabbiano e più dobbiamo essere contenti e pretendere questo tipo di informazione. In questo senso quello che mi hai detto all'inizio è positivo: se i servizi e la Difesa ti vogliono in TV è un bel risultato. Però per te non è stato sempre così, raccontami un po' di quando ti pedinavano e ti facevano le telefonate indimidatorie. «Che io sappia infatti ora è già un po' che non mi seguono più. Non sono tuttavia mai tranquillo: la mia tranquillità misurata da 1 a 10 è sempre 1-2 mai zero. Comunque con quelli rotture di palle non ne ho più».
Raccontami chi erano quei due che ti pedinavano. «Erano ovunque io fossi, erano simili, si assomigliavano tantissimo, erano inquietanti».
Ma cosa facevano, ti parlavano, o si limitavano a seguirti? Cos'erano «Men in Black»? «Erano identici, sembravano... Testimoni di Geova (risate!). Mi erano sempre dietro, qualche volta mi giravo per vedere se ero “accompagnato” e c'erano sempre!».
Ho sentito delle telefonate minatorie. Ho sentito di quando ti sono entrati nella macchina che era chiusa nel garage e ti hanno chiamato... «Per un anno e mezzo ho ricevuto telefonate minatorie. Quella della macchina mi ha preoccupato non poco: TUTTO CHIUSO, antifurto, nessun suono... E ti dicono questo. Ma poi oltre a dirmi il contenuto del mio bagagliaio – cosa ancor più incredibile – mi hanno detto cosa c'era nel cruscotto, la macchina aveva l'antifurto... era chiusa in un box con l'antifurto, ma cosa puoi fare contro gente così?»
Pazzesco. Ti hanno detto cosa c'era nel tuo cruscotto? Ma chi erano questi, come ti hanno agganciato, come la vivevi questa situazione? «Il bello è che non puoi far niente. È gente che ti entra in una macchina chiusa dentro un box, chiuso anche quello con l'antifurto... e poi ti chiama, dopo non aver lasciato tracce, per dirti cosa c'hai nel bagagliaio... Cosa puoi fare contro delle persone così. Qualcuno li manderà, no?»
Quante telefonate ricevevi? Qual era il loro contenuto? «Una ventina o di più. Telefonate per dirmi di lasciar perdere: erano allusivi talvolta, altre volte mi dicevano chiaramente di non andare più in televisione, di smetterla di raccontare la mia storia, che era meglio per me, sai... "chi te lo fa fare? Hai una famiglia... Perché vuoi giocare col fuoco...? Finisci male..." Mi dicevano queste cose. Ti dicono minacciosamente “lascia perdere, perché rischiare?”».
Valerio raccontami che tipo di persone erano queste che ti perseguitavano? Erano di qualche agenzia in particolare? «Non so di che organizzazione facessero parte. Di sicuro qualsiasi organizzazione fosse faceva capo allo Stato».
Le voci come erano? Distinte? Erano italiani? Del nord o meridionali? «Erano italiani, sicuramente italiani e meridionali, direi siciliani, ma non ci posso giurare, non c'è molta differenza nei dialetti del sud». [Si che ce n'é! Che ha a che fare il napoletano con il dialetto siciliano?] «Beh allora direi che era siciliano ».
Ti hanno mai telefonato con la voce elettronica, con filtro elettronico, o parlavano sempre tranquillamente? «Sì, mi sono state fatte una o più alcune telefonate con voce elettronica, diceva le solite cose ma è stata la più inquietante, sono quelle che ti preoccupano di più. Ti lasciano steso».
In che periodo ricevevi queste minacce da parte dello Stato? «Era il periodo delle ipnosi, dal 1993 al 1995».
Cosa ne dici di fare un'altra ipnosi, non sei curioso di vedere se sei stato rapito altre volte? Non vuoi vedere se confermi ciò che dicesti tanti anni fa? «No, assolutamente. Sono sicuro che sul lettino non ci torno. E se al Bivio fosse stata vera non avrei partecipato! La mia parte io l'ho fatta, io sono autocritico, però quello che ho dovuto dare a questo movimento l'ho dato, ho fatto tutto quello che ho potuto. Le ho passate di tutti i colori: provaci tu a vivere tranquillo, se sei sempre seguito da due stronzi che ti seguono ovunque vai. No no ipnosi basta.».
Be', è un peccato che non vuoi fare un'altra ipnosi. In che rapporti sei con la comunità ufologica? «Nessun ufologo ha il mio numero di telefono, l'ho dato solo a te, ce l'hai solo tu il mio numero. Considero molto bravi Malanga e Baiata. Malanga mi ha sempre fatto una gran bella impressione. Anche al Bivio è stato forte».
E il libro che è uscito su di te (gli mostro un adesivo che davano insieme al libro quando lo acquistai) come è stato costruito? «La storia della Chinaski [la casa editrice del libro Presunta Adduzione - Il Caso Lonzi di “Ken Paisli”; Nda] – che ho creato io – è finita in tribunale. Federico Traversa è Ken Paisli! Ha usato uno pseudonimo perché non aveva il coraggio di scrivere il libro e ciò che pensava mettendoci il suo nome, la sua faccia. Su 1.000 copie vendute io non ho avuto una lira. Mi spettava il 10% delle entrate... non ho visto nulla. Non mi hanno pagato! Il libro poi è un rimpasto del primo, tante storie con quella mia aggiunta, un libro che non dice nulla di nuovo».
Senti, ho letto su questo articolo (mostro a Valerio Lonzi degli articoli di giornale che avevo portato per commentarli insieme) che sei una specie di ghostbuster, è vero che sei un acchiappafantasmi che va a disinfestare le case? Che ti costruisci dei gadget tecnologici per cacciare i fantasmi è vero? «Non sono un ghostbuster! Ma cosa dice quest'articolo, fa vedere! Non è vero nulla [sta leggendo gli articoli]! Non so come sia uscita questa notizia qua, tra l'altro non si vede che giornale è perché è tagliato. Non ho mai disinfestato niente! Avevamo creato Stonehenge, ma ci siamo limitati a occuparci passivamente di questi fenomeni: facevamo delle conferenze, dei dibattiti. Sola una volta siamo andati sul posto, avevamo solo una telecamera, eravamo vicino Varazze. Ma poi è finita lì. Nessuna tuta, nessuno strumento fantascientifico come dicono in questi articoli»[2].
Prima parlavamo di Zanfretta e hai detto che lui non ha avuto amici che lo supportassero. Beh, anche tu avevi un amico che ti ha piantato in asso quando poteva dire che qualcosa era successo. Perché questa persona – come ti ha detto anche Ruggeri al Bivio – non ha semplicemente dichiarato che dici la verità, che lui era con te quando affermi che avete avuto un missing time di un'ora? Perché si è comportato così male con te? «Prima di tutto sono stato l'unico che era al campo scout ad essere stato rapito. Nessun altro è stato rapito, anche se c'era quell'atmosfera strana; cioè, finora nessuno sa se è stato rapito anche lui la sera che presero me. Il ragazzo che era con me non è stato rapito, ammetto che avrebbe potuto dire che aveva avuto quell'esperienza con me».
Lui non è stato rapito, ne sei certo? Non sai se ha anche lui le cicatrici? «Non so e non penso che sia stato rapito. So che non ha segni addosso perché abbiamo un amico in comune e sicuramente lo sarei venuto a sapere. Comunque con lui abbiamo rotto per altri motivi, che non c'entrano nulla con il rapimento».
Durante l'ipnosi non hai parlato di lui a bordo dell'astronave?
«No, lui non era lì con me».
E il fatto che la tua calcificazione ossea della spina dorsale a 15 anni era pari a quella di un quarantenne come te la spieghi?
«Non me la spiego, devono essere stati gli alieni con le loro operazioni»
Che cosa pensi che vogliano gli alieni? Credi che ci sia un piano su vasta scala, o addirittura un vero e proprio dominio dei rettiliani sulla Terra? «Non so cosa vogliono gli alieni. Al fatto se hanno colonizzato il pianeta, come per tutto il resto io sono possibilista, però anche realista. Posso dirti che posso anche sposare la teoria che Gesù fosse stato un alieno...»
Gesù un alieno. Ci sono molti che lo pensano, io penso che sia una leggenda quella di Cristo, ma tante valide teorie sul Gesù alieno mi affascinano. Sei credente? «Sono profondamente religioso, sono un cattolico protestante. Io non ho bisogno del prete per parlare con Dio». [Anch'io la penso esattamente così, posso parlare con Dio senza che interceda qualche prete quando voglio; sono molto arrabbiato con la Chiesa, col Vaticano e con i seguaci ciechi, sono una cricca di mafiosi.] «La Chiesa ci prende l'8 per mille per sfamare i bambini del Terzo Mondo, con tutti i soldi che hanno. Credo anche che Ratzinger sia anacronistico. Il Papa deve poter dire che se Dio deve parlare attraverso qualcuno allora parla attraverso il Papa. Il Papa invece è solo un simbolo. Legge quello che gli scrivono gli altri».
Ieri al Bivio ho visto una cosa che mi ha incuriosito molto, com'è sta storia che potresti avere un fratello alieno? «Mia nonna sapeva di queste cose, ma mia nonna è morta. So che è nato un bambino strano ma io non l'ho mai visto. Dicono che sia morto. Io sono nato dopo la sua morte.»
L'hanno detto infatti che tua nonna aveva una specie di linea genetica particolare, raccontami qualcosa di tuo fratello, qualche domanda te la sarai posta, che fine ha fatto? «Mi hanno detto che sembrava un gatto, che aveva la faccia che sembrava un muso. Un muso da gatto. È possibile che sia alieno, ma non lo so davvero. Mia mamma non l'ha mai visto, a quanto ne so è morto prima che lei lo potesse vedere, dormiva per il parto cesareo...».
No ascolta, come un muso da gatto, come è possibile che tua mamma non ha visto, neanche da morto, il suo bambino? Di quanti mesi era il bambino? Ti sarai fatto in questi anni delle domande a proposito di questo strano fratello. «Era di nove mesi, è nato vivo, l'hanno spacciato per morto. Mio padre dice che l'ha visto, che era ancora vivo. La nonna diceva che era morto dopo qualche ora, forse... Ho pensato certamente a questo fratello, ma intorno a questa cosa regna la confusione, non so proprio come sia andata veramente la vicenda, molti punti restano comunque indubbiamente inquietanti...».
Infatti, a proposito, dimmi di quando sono venuti a chiederti di lui... «Quando avevo 7 anni (e lui ne avrebbe avuti 10) gli assistenti sociali sono venuti da me e mi hanno chiesto come mai mio fratello non era iscritto regolarmente a scuola. Lo davano per vivo dopo dieci anni che era morto! Non c'era il certificato di morte? A parte ciò, penso che mia mamma non l'abbia mai visto, a causa dei tranquillanti e antidolorifici che in seguito al taglio cesario l'anno lasciata stremata e addormentata, lui è morto, e se non lo fosse si chiamerebbe Walter».
Se ti faccio vedere questo (mostro a Valerio il disegno di un classico Grigio), cosa ti suscita la sua vista? C'è gente che si sente male, c'è chi piange... «Nulla, non mi fa assolutamente nessun effetto, io sono tentato a credere che questa sia una cosa cattiva, anche se penso che ci siano altre civiltà pacifiche che interagiscono con noi».
Ieri abbiamo tutti assistito alla descrizione – sembrava leggesse un romanzo avvincente da come parlava – di Cavallo dei suoi presunti contatti alieni. Tu che eri lì, che ne pensi? «Cavallo ha riempito lo studio di merda, non credo alla sua storia, non ci credo alla storia di Cavallo, anche se per correttezza rimango come sempre possibilista, non voglio essere cieco di scetticismo».
Raccontami qualche episodio particolare che è stato tagliato al Bivio. «Eh, ho minacciato Paone perché è un minchione. Lui non mi ha risposto. Io sono intervenuto dopo un'ora di stronzate dette da Paone... Malanga quando Paone ha parlato male di lui, gli ha risposto così: “Guardi che veramente sono io che non sono venuto alla tua Macchina del Tempo”. La gente tra il pubblico era tutta contro Paone e con Malanga e me, anche quando hanno bisticciato Paone e Ruggeri, che si sono presi a frecciate, la gente stava con Ruggeri, Malanga è stato fantastico».
Da casa noi facevamo il tifo! Perché infatti si vedeva che applaudivano quelli che rispondevano agli attacchi di Paone. Si vedeva che la situazione era tesa e Paone compromesso con tutti. Com'era dal vivo? «Sì la situazione era caldissima e nell'aria era lampante e palpabile il malumore verso Paone, la gente applaudiva ogni cosa che dicevamo di risposta alle sue insinuazioni e alle provocazioni».
Parliamo un po' della comunità ufologica in generale, cosa ne pensi tu che l'hai frequentata così a lungo? «Ho fatto parecchi congressi e convegni. Una volta a Lugano avevo la scorta armata! Una signora di 50 anni mi ha strappato il giubbotto!! Manco fossi una rockstar! Dell'Ufologia penso che non sia una scienza ma una tecnica. Si tratta di un insieme di scienze da utilizzare per uno scopo solo. È una tecnica di studio l'Ufologia. Se parliamo di ricerca sul campo, in Italia, a parte Malanga, nessuno ha fatto nulla. Si sfrutta Internet. Essere ufologi è come essere dei topi da biblioteca, non si fa altro che studiare».
Cosa mi racconti del mitico Colonnello Corso? «Corso l'ho conosciuto, c'ho parlato, abbiamo avuto rapporti epistolari. Da quando l'ho conosciuto al Congresso di San Marino sino alla sua morte ho avuto modo di apprendere molte cose, mi ha detto tante cose ma le tengo per me».
Eddai Valerio, dai dicci qualcosa... «[Dopo aver insistito a lungo...] Beh ti posso dire questo: m'ha detto che il Pentagono, e altre agenzie USA, in basi militari come l'Area 51, dopo il disco precipitato e recuperato a Roswell, hanno codificato 22 razze extraterrestri di cui ben 11 con le quali abbiamo contatti e rapporti diretti. Mi ha parlato del fatto che alcune specie di alieni sono sessualmente e biologicamente compatibili con noi».
Quali? Spara... «Allora, fammi ricordare... i Rettiliani e i rettiloidi mi sembra di no, ma non ne sono sicuro, gli Alti Biondi sì, sono compatibili; mi ha detto che le Mantidi, che non sono compatibili, e un'altra specie che non ricordo sono in guerra tra loro; che gli Alti Biondi sono superiori ai Grigi, i quali a loro volta sono divisi in vari generi. Mi ha detto Corso che ci sono Grigi meccanici e biomeccanici, oltre che a quelli in carne ed ossa, che interagiscono tra loro. Loro sono compatibili».
Come dice il rapporto del Majestic-12? Ci sono EBE e mezze EBE, quindi...
«No no, sono tutte EBE»
Ti ha detto Corso da dove arrivano? Zeta Reticuli, Beta Ceti? «Zeta Reticuli e Beta Ceti sono nomi che mi ha fatto, non ricordo esattamente. Mi pare che avesse detto che i Grigi vengono da Orione, ma non ne sono sicuro, era il '95-'96».
Che cosa pensi del più importante ufologo italiano, Roberto Pinotti? «Pinotti è un buffone!»
Grazie Valerio per il tempo che ci hai dedicato, per le cose che ci hai raccontato, mi auguro di rivederti presto.
«Piacere mio, io sono qua al pub, quando hai bisogno, anche per venire a bere qualcosa, vieni e mi trovi».
Questa era l'intervista che Valerio Lonzi mi ha concesso, come avrete notato abbiamo esplorato diversi aspetti del suo caso, abbiamo affrontato diversi argomenti, il tono da conversazione ho cercato di limitarlo il più possibile, ma essendo stata una cosa molto informale non è stato facile. Va detto che Valerio è stato portato a rispondere a una serie di più di due ore di domande serrate perché continuamente incalzato da me e da mia moglie ad aprirsi e raccontare il più possibile. Su molte cose ha parlato a raffica su altre ho dovuto incalzarlo molto. Alla fine ero molto soddisfatto, e sebbene non avevo avuto il tempo di fargli tutte le domande che volevo ancora fargli, ero comunque conscio di aver esplorato quanto di più possibile. Aspetto ora che Valerio abbia un po' di tempo, in questo periodo lo dovrei incontrare per fare ancora qualche appunto.
Speriamo che un giorno decida di tornare a farsi ipnotizzare, sarebbe davvero una conferma che un po' manca a questo caso, anche se la solidità della storia non fa una piega; inoltre servizi, la Difesa, le varie passerelle televisive, i titoli sui giornali, le telefonate minatorie, i pedinamenti, le cicatrici impressionanti... beh, direi che questa storia si incastra perfettamente in quella che i Cecchi Paone di tutto il mondo chiamano «isteria collettiva», «allucinazioni», o avvenimenti mai vissuti originati da disturbi di ogni genere. Che Dio non ne mandi più così tanti di personaggi simili, che Dio ci mandi qualcuno che riesca a rendere di pubblico dominio tutto ciò che il Pentagono, la CIA, il Vaticano e i vari governi sanno e tengono segreto.
La storia di Valerio Lonzi è la classica storia di un uomo che vive un'esperienza di abduction. La classica storia che accomuna milioni di esseri umani. Nel bene e nel male.
Note:

1) Dati Auditel;

2) gli articoli a cui si fa riferimento sono La Gazzetta del Lunedì, lunedì 13 Settembre 1993, Incontro con gli UFO, di Monica di Carlo; «Sono stato ferito dagli UFO», no fonte; e Un viaggio tra gli UFO, di Carla Rubbi, no fonte.

© Claudio aka borquide

per pubblicare questa intervista, in parte o completa, contattare il sottoscritto borquide7@tiscali.it

lunedì 5 maggio 2008

COMMISSIONE TRILATERALE, MEETING 2008

Cina e India nella Commissione Trilaterale, per definire il nuovo ordine mondiale
2 Maggio 2008
WASHINGTON - Per quanto da tempo riconosciute come potenze economiche di primo piano, in grado di far sentire il proprio peso a livello internazionale, Cina e India sono entrate a far parte dei "Grandi" solo a fine aprile. Lo hanno deciso i duecento (circa) ispirati membri della Commissione Trilaterale, influente organo privato di concentrazione e orientamento della politica mondiale, fondata nel 1973 da David Rockefeller e composta dall'elite politico-economica di Stati Uniti, Europa e Giappone. Nel corso della segretissima assemblea annuale, tenutasi a Washington (USA) tra il 25 e il 28 aprile, la Trilaterale ha constatato che lo scacchiere geopolitico della Terra è mutato, vedendo emergere proprio le due superpotenze asiatiche. Così, rifacendosi al principio di base, di offrire un forum agli esponenti dei maggiori Paesi del Pianeta, sono state aperte le porte anche ai "Grandi" di Cina e India.
Ancora sconosciute le identità dei nuovi rappresentanti asiatici, infatti, sebbene non si tratti di una società segreta (esiste anche un sito internet, e sono disponibili gli atti "Trialoghi" delle riunioni), la Commissione è caratterizzata dalla riservatezza tipica delle organizzazioni massoniche, in particolare sulle identità dei partecipanti, eccetto le liste delle Commissioni passate. Tra questi figurano capi di stato e governo, ministri, manager delle grandi multinazionali, economisti, banchieri e militari, tra questi anche molti italiani, che ogni anno si riuniscono per 4 giorni per decidere le linee guida in materia di politica internazionale ed economica, che andranno poi ad ispirare scelte e strategie dei governi di tutto il mondo. Sebbene l'eco mediatica delle riunioni sia praticamente nulla, la Commissione Trilaterale avrebbe un peso internazionale maggiore addirittura rispetto ai meeting dei G8 e del World Economic Forum di Davos. Tanto basta a pesare l'importanza dell'apertura verso Cina e India, consacrate in questo modo tra le superpotenze mondiali.
Emanuele Confortin
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Stati Uniti - 28.4.2008
I manager del mondo Si conclude oggi a Washington la riunione annuale della Commissione Trilaterale Le riunioni del G8 o quelle del World Economic Forum di Davos sono oggetto di grande attenzione da parte dei mass media e dei movimenti no-global. Quelle della Commissione Trilaterale, assai più importanti per le sorti del mondo, avvengono invece nel silenzio mediatico più totale. Nessuno se ne accorge, nessuno ne parla, nessuno protesta contro questo organo privato di concertazione e orientamento della politica mondiale che riunisce l’élite politico-economica di Stati Uniti, Europa e Giappone (da cui il nome): duecento tra capi di Stato e di governo, ministri, grandi banchieri, manager delle più grandi multinazionali, economisti, militari si riuniscono ogni anno per quattro giorni in una città della triade, per decidere a porte chiuse le linee guida di politica internazionale ed economica che i singoli governi devono poi seguire. Quest’anno la riunione si tiene a Washington. I lavori, iniziati il 25 aprile, si sono conclusi lunedì.
Il governo mondiale dei "migliori". La Commissione Trilaterale è stata fondata nel 1973 dall’attuale presidente onorario dell’organizzazione, David Rockefeller, patriarca della potente dinastia bancaria e convinto "mondialista", assieme a Zbigniew Brzezinski, uno dei principali architetti della guerra al terrorismo post-11 settembre, oggi consigliere di Barak Obama. La stampa statunitense dell’epoca definì la Trilaterale una «filiazione diretta» del Gruppo Bilderberg, società segreta internazionale di cui condivide membri e ideologia: quella di un ordine mondiale gestito da una ristretta aristocrazia economico-politica soprannazionale. Scrive il filosofo e sociologo francese Gilbert Larochelle, «la cittadella trilaterale è un luogo protetto dove i "migliori", nella loro ispirata superiorità, elaborano criteri per poi inviarli verso il basso».
Una sorta di massoneria internazionale. La Trilaterale non è un’organizzazione segreta, ma è caratterizzata dalla riservatezza tipica delle organizzazioni massoniche. Ha un sito web molto discreto dove si trovano luoghi e date delle riunioni e dove si possono ordinare i "Trialoghi", gli atti pubblici di quelle riunioni – che però, lo ricordiamo, si svolgono a porte chiuse. La maggiore riservatezza riguarda i suoi membri: le liste aggiornate dei partecipanti sono pubbliche solo in teoria: noi l’abbiamo richiesta tempo fa, senza avere risposta. Sono note solo quelle degli anni passati (vedi sotto l’elenco degli italiani).
Linee guida per la politica mondiale.
Dai Trialoghi pubblicati finora emerge che nelle riunioni della Trilaterale si prendono decisioni "quadro" in materia di globalizzazione dei mercati, politica energetica, finanza internazionale, liberalizzazione delle economie. Ma si discute anche crisi internazionali e guerre, gestione del dissenso e limitazione degli «eccessi della democrazia». Il tema dipende dalle contingenze storiche. Ad esempio, dopo gli attentati dell’11 settembre, la riunione annuale del 2002 fu dominata da Dick Cheney, Donald Rumsfeld, Colin Powell e Alan Greenspan che sollecitavano una «risposta globale» al terrorismo che vedesse impegnati tutti i Paesi occidentali sotto la guida degli Stati Uniti.
I saggi illuminati.
Politica estera e militare, economica, finanziaria e sociale di ogni governo devono seguire le direttive imposte da questi "esperti". Su Le Monde Diplomatique del novembre 2003, l’autore di un articolo sulla Commissione Trilaterale – il professore Olivier Boiral – scriveva: «Come i re filosofi della città platonica, che contemplavano il mondo delle idee per infondere la loro trascendente saggezza nella gestione degli affari terrestri, l’élite che si riunisce all’interno di questa istituzione molto poco democratica si adopera nel definire i criteri di un "buon governo" internazionale. Veicola un ideale platonico di ordine e controllo, assicurato da una classe privilegiata di tecnocrati che mette la propria competenza e la propria esperienza al di sopra delle profane rivendicazioni dei semplici cittadini»

Riportiamo di seguito i nomi più noti dei membri italiani della Trilaterale secondo un elenco aggiornato al 2006 (tra parentesi le loro posizioni all’epoca):

Vittorio Colao (RCS, ex Vodafone) Alfonso Iozzo (San Paolo Imi) Enrico Letta (Eurodeputato) Luca Cordero di Montezemolo (Confindustria, FIAT) Alessandro Profumo (Unicredit) Silvio Scaglia (Fastweb, ex Omnitel) Luigi Ramponi (Pres.Comm. Difesa C.D., ex vice Capo Stato Maggiore) Paolo Scaroni (ENEL, ENI) Maurizio Sella (Banca Sella) Marco Tronchetti Provera (Telecom, Pirelli) Franco Venturini (Corriere della Sera) Altre personalità italiane che hanno partecipato a passate riunioni della Trilaterale: Giovanni e Umberto Agnelli Romano Prodi (quando era presidente dell’IRI) Tommaso Padoa Schioppa Mario Monti

di Enrico Piovesana per http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=10899

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il link per accedere al sito della Commissione Trilaterale è http://www.trilateral.org/about.htm

THE PAPERCLIP PROJECT

Che cos'è il Progetto Paperclip In sintesi una conferma ulteriore che una mano nascosta durante le Guerre Mondiali controllava entrambi gli schieramenti è il famigerato Progetto Paperclip (paperclip = graffetta), un'operazione clandestina combinata dai servizi segreti statunitensi e britannici, con la longa manus del Pentagono. Grazie a questa sporca operazione i principali capi, scienziati, ingegneri ed esperti del controllo mentale nazisti riuscirono a lasciare la Germania prima dell'arrivo degli Alleati. Ad essi non venne solo risparmiata la farsa del Processo di Norimberga, ma venne data loro la possibilità di lavorare ai black-projects in Sud America e negli Stati Uniti. Gli USA erano ossessionati dalle scoperte che i nazisti avevano fatto nell'arco del conflitto e fecero di tutto perché quelle conoscenze non andassero perdute, culminando col portarsi a casa gli uomini che avevano contribuito a tali passi scientifici...
I nazisti processati, condannati e impiccati a Norimberga furono solo delle pedine esposte in un processo-spettacolo per soddisfare e placare la pubblica opinione. Uno specchietto per le allodole, insomma. I re, le regine, i vescovi e i cavalieri del regime nazista fuggirono per continuare la loro campagna contro l'Umanità attraverso le organizzazioni messe in piedi dai loro «avversari», il Regno Unito e gli Stati Uniti d'America. Joseph Mengele, il mostro pluriomicida e torturatore, scienziato dell'eugenetica e di altre bestialità inenarrabili fu uno dei nazisti che si salvarono grazie al Progetto Paperclip. La CIA era stata creata, rimpiazzando l'Ufficio dei Servizi Strategici - OSS (l'organizzazione dei servizi segreti del periodo bellico), da una cooperazione tra i servizi segreti britannici e un circolo ristretto dell'élite, noto come Esecutivo Operazioni Speciali – SOE. L'OSS che era nato dall'operazione dei servizi segreti dell'impero di Payseur era diretto da Bill Donovan, un burattino della triade Payseur-Rothschild-Rockefeller, nonché ex compagno di scuola di Franklyn Delano Roosevelt. Il professore di diritto di Donovan alla Columbia University fu Herald F. Stone, che in seguito divenne Procuratore Generale degli Stati Uniti. Uno dei pupilli di Stone fu J. Edgar Hoover, massone del 33° grado e infame capo dell'FBI durante l'assassinio di Kennedy nel '63, nonché boss del Bureau per una trentina d'anni. Di fatto l'FBI è una sua creazione e il quartier generale porta il suo nome. Secondo l'autore David Icke non è un caso che una serie di figure chiave dell'assassinio di JFK fossero ex agenti dell'OSS inviati nella sede londinese dei servizi segreti britannici durante la II Guerra Mondiale. Tra questi figurava Clay Shaw, l'agente CIA che fu l'unica persona ad essere processata per l'omicidio di Kennedy, come mostra il film JFK. Egli fu scagionato solo perché i suoi principali accusatori furono sapientemente assassinati prima della sua comparizione nell'aula del tribunale.
Shaw fu consigliere di quel massone manovrato dai Rothschild che fu Winston Churchill, il quale, come tutti gli agenti OSS presenti a Londra durante la Guerra, prendeva ordini da persone come Lord Victor Rothschild. Il deus ex machina dell'organizzazione dei servizi segreti britannici[1]. Si ritiene addirittura che Hitler non sia morto in un bunker. Il dottor Robert Dorion, direttore del dipartimento di odontoiatria forense del Ministero del Procuratore Generale del Québec, a Montreal, ha riscontrato macroscopiche discrepanze tra le radiografie dei denti del cadavere e le migliaia di fotografie in cui Hitler era stato immortalato con la bocca aperta. La spaziatura tra un dente e l'altro risultava infatti differente. Hitler aveva un canale radicolare e un dente di porcellana che il cadavere non aveva, e il ponte dell'arcata inferiore presentava molte differenze[2].
Paperclip: la scienza nazista va all'ovest Ora ci occuperemo dell'intera vicenda approfondendo il contesto storico di cui ci stiamo occupando, muovendoci per gradi. Va notato che la CIA e le organizzazioni dalle quali discende, mostra in quell'epoca (e ha sempre mostrato sin oggi), una particolare attenzione alle pratiche che permettono lo sviluppo di tecniche utili a conoscere il controllo del comportamento, del lavaggio del cervello, della sperimentazione medica e psicologica segreta su soggetti cavia e spessevolte inconsapevoli quali esponenti di minoranze etniche, sette religiose, carcerati, drogati, malati terminali. Non c'è occhio che non vede la straordinaria somiglianza con le atrocità concepite negli esperimenti dei nazisti. Queste somiglianze diventano meno sorprendenti nel momento in cui apprendiamo che tenaci tentativi compiuti dalle Intelligence UK-USA cercarono di acquisire la documentazione scientifica nazista prima che i sovietici ne venissero in possesso.
Ancor meno somiglianze si notano quando si viene a sapere che molti esponenti della scienza nazista vennero trasferiti da Dachau, dal Kaiser Wilhelm Institut, da Auschwitz e da Buchenwald all'arsenale Edgewood, a Fort Detrick, alla base aerea di Huntsville, alla Ohio State University e alla Washington University. Durante l'attraversamento della Manica da parte delle forze alleate nel giorno conosciuto come D-Day nel Giugno 1944, circa 10.000 ufficiali dei servizi segreti conosciuti come T-Forces, si fecero avanti subito dopo i battaglioni all'attacco. La loro missione? Catturare esperti di munizioni, scienziati tedeschi con i loro materiali di ricerca, insieme agli studiosi francesi che avevano collaborato con i nazisti. In poco tempo venne allestito un campo di concentramento noto come “la Pattumiera” data la consistenza di tali esperti trovati. In origine, la missione fu progettata con la convinzione che l'attrezzatura militare tedesca composta da carri armati, jet, missili e così via, fosse tecnicamente superiore a quella delle forze alleate, e che i tecnici, gli scienziati gli ingegneri che dovevano essere catturati – prontamente interrogati a fondo – avrebbero potuto far recuperare il gap scientifico-tecnologico. Probabilmente la tecnologia Vril (che approfondiremo negli spazi dedicati all'Ufologia).
Fu così che Bill Donovan e Allen Dulles (capo delle operazioni di spionaggio dell'OSS in Europa che operava dalla Svizzera), sollecitarono FDR ad approvare un piano che permettesse ai nazisti catturati dalla T-Force di ricevere «l'autorizzazione a entrare negli Stati Uniti dopo la guerra, a depositare i loro guadagni in una banca americana» e così via. Roosevelt non cedette, concettualizzando la sua rinuncia in questi termini:
«C'è da aspettarsi che il numero di tedeschi ansiosi di salvare la propria pelle e le loro proprietà aumenti rapidamente. Tra loro potrebbero essercene alcuni che dovrebbero giustamente essere processati per crimini di guerra, o almeno arrestati per la loro attiva partecipazione alle attività naziste. Persino con i necessari controlli cui accennavate, non sono preparato ad autorizzare la concessione di garanzie speciali».
Questo veto rimase lettera morta, anche se venne espressamente formulato. L'Operazione Overcast (Copertura) era sicuramente già in corso d'opera, quando, nel Luglio 1945, venne approvata dai capi di Stato Maggiore: il suo scopo era quello di portare negli USA 350 scienziati tedeschi, tra cui Werner Von Braun e la sua équipe di ricerca sul missile V2, e progettisti di armi chimiche, ingegneri responsabili di artiglieria e sottomarini. Qualche divieto venne tuttavia emesso, ma restò vano quanto l'editto di FDR. La spedizione Overcast comprendeva nazisti e ufficiali delle SS dalla losca fama quali Von Braun, il dottor Herbert Axster, il dottor Arthur Rudolph e George Richkey. Più di 20.000 persone perirono per spossatezza e fame, stremati dal lavoro nel campo di concentramento di Dora, a causa degli esperimenti di Von Braun e della sua équipe. Lo schiavista che supervisionava la manodopera era Richkey. Costui appendeva solitamente dodici persone che si ribellavano alla schiavitù a delle corde issate su delle gru con bastoni di legno conficcati in bocca per attutirne le grida. I bambini di Dora erano considerati da Richkey inutili bocche da sfamare, quindi diede ordine alle SS di bastonarli a morte, che puntualmente obbedirono.Questi terrificanti precedenti non impedirono a Richkey un bell'impiego a Wight Field, una base dell'aviazione vicino a Dayton, in Ohio, USA, dove aveva l'incarico di responsabile della sicurezza di dozzine di altri nazisti che continuavano le loro ricerche per conto degli Stati Uniti. Dovette anche tradurre l'intera documentazione proveniente dallo stabilimento di Mitterwerk; ebbe così l'occasione ghiotta, di distruggere ogni riferimento negativo nei suoi confronti o dei suoi colleghi. Pazzesco.
Nel 1947 Drew Pearson, giornalista, divulgò questa storia all'opinione pubblica che insorse. Richtey venne rispedito in Germania Ovest dove un processo segreto si tenne sotto l'egida dell'esercito statunitense, che aveva ogni interesse a discolparlo. Riduzione in schiavitù, tortura e uccisione di prigionieri erano i capi d'imputazione. Tuttavia, l'esercito sabotò il processo occultando documenti e non lasciando che Von Braun e altri testimoniassero, così, alla fine, Richkey venne assolto e l'intera documentazione nascosta per 40 anni, affossando ogni prova che avrebbe potuto mandare al patibolo la squadra di ricerca missilistica. Inizialmente gli scienziati nazisti dovevano essere impiegati per contrastare il Giappone, dopodiché si chiuse un occhio negli ambienti dei capi di Stato Maggiore con la spiegazione che si trattava di un «risarcimento intellettuale» o «una forma di sfruttamento di rare menti scelte, della cui prolungata produttività intellettuale intendiamo servirci». Gli esperti della National Academy of Sciences capirono.
Nel 1946 era molto importante basare un fondamento logico basato sulla strategia della Guerra Fredda all'impiego di scienziati nazisti: questi erano indispensabili nella lotta al comunismo e non dovevano cadere in mano dei sovietici. Ecco quindi che nel Settembre 1946 il Presidente Harry Truman approvare il Paperclip Project, ispirato da Dulles, il cui scopo era portare 1.000 scienziati nazisti negli Stati Uniti. Tra di loro comparivano i più abominevoli criminali di guerra: medici di Dachau che avevano ucciso prigionieri per testare gli effetti dell'elevata altitudine o che avevano congelato vittime e dato loro massicce dosi d'acqua salata per condurre ricerche approfondite sul processo d'annegamento, ingegneri responsabili delle armi chimiche come Kurt Blome che aveva testato il gas nervino sui reclusi di Auschwitz, c'erano medici che avevano tentato di riprodurre traumi da combattimento su donne prigioniere a Ravensbrück e riempiendo le loro ferite con colture di organismi portatori di cancrena, segatura, gas mostarda e vetro; le donne venivano dunque ricucite e trattate con dosi di sulfamidico, mentre altre venivano monitorate per vedere quanto tempo era loro necessario per sviluppare casi letali di cancrena.
Nel programma di reclutamento Paperclip figuravano Becker-Freyseng e Konrad Schaeffer, autori dello studio Sete ed estinzione della sete nelle situazioni di emergenza in mare. «Quaranta soggetti da testare» furono richiesti a Heirich Himmler, la disputa fu tra chi tra ebrei, zingari o comunisti fossero più adatti.Gli ufficiali dell'Intelligence americana guardarono con disprezzo alle critiche di persone come Drew Pearson. Bosquet Wev, capo dello JOIA (Joint Objective Intelligence Agency)[3], liquidò il passato nazista degli scienziati nazisti come un «dettaglio insignificante», continuare a parlarne era come «infierire su un cavallo morto». Sfruttando la paura americana nei confronti delle intenzioni di Stalin in Europa, Wev sostenne che lasciare gli scienziati nazisti in Germania «presenta[va] una minaccia alla sicurezza di gran lunga maggiore per questo Paese di qualsiasi ex affiliazione nazista essi possano aver avuto, o persino più grande di qualsiasi simpatia nazista possano ancora avere».
Insomma, gli agenti dei servizi segreti e con loro anche le altre agenzie e i dipartimenti dell'esercito facevano di tutto per proteggere i criminali nazisti alle loro dipendenze, proteggendoli dal Dipartimento della Giustizia. Vennero portate avanti sperimentazioni nel campo dell'interrogatorio coadiuvato dall'uso di droghe. Con l'ex scienziato nazista di Dachau, il dottor Kurt Plotner, l'OSS, la Naval Intelligence – ONI, e il personale della sicurezza del Progetto Manhattan, avevano condotto a lungo delle indagini su quella che era nota come «droga della verità» – TD (Truth Drug). George Hunter Whise usò il THC sul mafioso Augusto del Gracio, la TD era adoperata dal 1942. Tuttavia le dosi di THC facevano vomitare i soggetti in esame. L'ONI scrisse che Plotner aveva usato con discreto successo la mescalina per indurre le vittime a parlare, secondo Plotner la mescalina garantiva il controllo sulla mente umana.
Queste informazioni furono molto interessanti per l'agente CIA Boris Pash, una delle figure più sinistre nella lista di questi ed altri personaggi. Pash aveva supervisionato le sperimentazioni di THC di George Hunter Whise sugli scienziati del Manhattan. Nel '44 Pash venne selezionato da Donovan da Donovan per l'operazione chiamata «Missione Alsos», ideata per rintracciare gli scienziati nazisti coinvolti nella ricerca atomica, chimica e biologica. Mise su bottega a casa del dr. Eugene von Haagen, professore dell'Università di Strasburgo, dove molti scienziati nazisti erano stati membri di facoltà. Pash incontrò Von Haagen la prima volta durante il suo anno sabbatico alla Rockefeller University di New York, dove il professore faceva esperimenti sui virus tropicali. Quando questi tornò in Germania alla fine degli anni Trenta, lui e Kurt Blome divennero i capi dell'unità di studio sulle armi biologiche dei nazisti. Von Haagen trascorse gran parte della Guerra infettando ebrei del campo di concentramento di Natzweiler. Von Haagen fu inserito nel Progetto Paperclip da Pash, e lavorò per cinque anni fornendo le proprie competenze in materia di armi batteriologiche al governo USA.
Von Haagen mise in contatto Pash con il suo collega Blome, prontamente arruolato nelle file del Paperclip. Dopo qualche intoppo giudiziario, Blome venne ben presto di nuovo ingaggiato con un nuovo contratto Paperclip da 6.000 dollari all'anno e volò negli Stati Uniti, dove prese servizio a Camp King, una base fuori Washington DC. Nel 1951 Von Haagen venne pizzicato dalle autorità francesi, nonostante i massicci sforzi dei servizi segreti USA per proteggerlo il dottore venne condannato a venti anni di galera per crimini di guerra. Dall'incarico in seno al Paperclip, Pash, ora alle dipendenze della neonata CIA, passò alla nomina di capo del Progetto Brench/7 (PB/7; Ramo/7), dove il suo interesse per le tecniche di interrogatorio venne ampiamente soddisfatto. Le vere implicazioni del Progetto Brench/7 vennero fuori solo nelle udienze del 1976, presiedute dal Senatore Frank Church: responsabilità dei rapimenti ad opera della CIA e uccisione degli agenti doppiogiochisti.
Pash studiò attentamente il lavoro dei medici di Dachau per trovare metodi efficaci che durante gli interrogatori fossero in grado di estorcere le informazioni. Negli anni Cinquanta elettroshock e varie droghe vennero utilizzate (vedi informazioni sull'MK-ULTRA) dalla CIA per estorcere informazioni e per il progetto di controllo mentale. Soprattutto uomini afroamericani vennero utilizzati negli esperimenti aberranti condotti anche dagli apparati militari statunitensi[4]. Gli esempi si sprecano sulle atrocità commesse dal governo statunitense, indipendentemente da chi fosse l'inquilino della Casa Bianca.
Insomma, un'altra sconvolgente storia che viene taciuta, scrivo la prima stesura di questo capitolo durante la vigilia della Giornata della Memoria: telegiornali, salotti televisivi d'approfondimento giornalistico-storico-attualità, film, e i canali satellitari che trasmettono documentari (ad esempio History Channel, o i canali Discovery Channels) ci bombardano con programmi dedicati alla Shoah, agli orrori dell'olocausto ebraico, ai crimini nazisti e a tutto ciò che ci può essere utile «per non dimenticare». D'accordo, ci sta, ma quand'è che potremmo avere un'informazione completa che proponga anche l'altra, pesantissima, faccia della medaglia?
Fonti:
- David Icke, Il segreto più nascosto, Macro Edizioni, 2001, pp. 323-324;
- Alexander Cockburn e Jeffrey St. Clair, Il libro nero della polvere bianca. Droga: trafficanti, CIA e stampa, Nuovi Mondi Media Edizioni, 2005, pp. 158-176.
Note:
1) David Icke, Il segreto più nascosto, Macro Edizioni, 2001, pp. 323-324;
2) George C. Andrews, Extraterrestrial Friends and Foes, Illuminet Press, Lilburn, GA, USA, 1993, p. 53;
3) Agenzia del Pentagono responsabile del Progetto Paperclip;
4) Alexander Cockburn e Jeffrey St. Clair, Il libro nero della polvere bianca. Droga: trafficanti, CIA e stampa, Nuovi Mondi Media Edizioni, 2005, pp. 158-176.

MK-ULTRA, LA TESTIMONIANZA DI CATHY O'BRIEN

Cathy O'Brien con Mark Phillips
Il pezzo che sto per pubblicare è interamente tratto dal libro di Cathy O'Brien (con la felice partecipazione di Mark Phillips). Quello che c'è da sapere riguardo il libro in questione, Tranceformation of America (Macro Edizioni), è il brano che segue: «È l'autobiografia circostanziata di una vittima del segretissimo programma di controllo mentale del Governo degli Stati Uniti d'America, che la CIA ha chiamato in codice progetto Monarch MK-ULTRA. Cathy O'Brien, forse l'unica sopravvissuta [ce ne sono altri; ndA], è riuscita a riacquistare pienamente le proprie facoltà mentali, dopo essere stata sottratta di nascosto – l'8 Febbraio 1998 – alla sua schiavitù mentale dall'agente, intorno alla stessa organizzazione, Mark Phillips – che qui ci introduce la testimonianza di Cathy. Insieme hanno anche intrapreso procedimenti legali penali per ottenere giustizia: ogni tentativo è stato bloccato da ragioni di «sicurezza nazionale». La loro azione continuerà, essendo stata a suo tempo coinvolta anche la figlia di Cathy, Kelly O'Brien. La loro speranza di giustizia si basa sul fatto che l'Atto della Sicurezza Nazionale del 1947 è incostituzionale, e chi vi ricorre compie un «abuso criminale». Tra inganni, stupri, riciclaggio di denaro sporco, traffico di droga e imprese del «genere», questa storia può dare l'impressione di essere un esasperato thriller internazionale. Luoghi e persone citate (incluse copie di DOCUMENTI UFFICIALI) sono però noti a tutti e il racconto viene testimoniato da due persone che sono ancora impegnate a trovare riscontri e ascolto alla loro denuncia: si tratta di azioni che rientrano in piani freddamente programmati per dominare il pianeta attraverso tecniche più potenti delle bombe, perché aggrediscono la mente degli uomini e ne annientano la volontà.» «AVVERTENZA AI LETTORI Questo libro contiene riferimenti espliciti ad atti sessuali e descrizioni delle parti anatomiche dei personaggi che hanno perpetrato abusi e torture alle vittime di questo racconto impressionante. Gli Autori hanno ritenuto che i «dettagli» servissero a convalidare i fatti, che sono stati riportati anche a competenti autorità di indagine. Il 95° Congresso USA istituì una commissione apposita il 3 Agosto 1977. Rimasta senza esiti.»
Ecco alcune parti che ho estrapolato dall'autobiografia di Cathy, tutto ciò che segue è ciò che l'autrice ha pubblicato nel suo libro, mi sono limitato a tagliare dei pezzi e a pubblicare le parti che ritenevo interessanti divulgare. CATHY O'BRIEN: Terrorizzata indietreggiai nell'altra stanza. Habib lo presentò: «È un mio amico, l'ho menzionato nella lettera». Risposi automaticamente: «È un piacere incontrarla» e gli detti la mano come mi avevano insegnato alla Scuola di Fascino. Fahd si curvò per baciarmi la mano. Mentre lo faceva, i suoi malvagi occhi neri penetrarono i miei, mi disse sommessamente: «La tua bellezza scalda le mie braci. Vedi come sono incandescenti nel nero dei miei occhi: si accendono nella fiamma, una nera fiamma». Rise in modo vizioso per effetto del suo utilizzo del condizionamento ipnotico della NASA. Habib gli dette una pacca sulle spalle, come se si conoscessero bene e non ci fossero formalità tra loro e chiese: «Ho ragione? È adatta a un re?» Tutti i tre andammo in un'altra stanza [...] Habib disse: «Quando sei a Roma fai come fanno i romani. Bene. Lui è un re. Mettiti in ginocchio. Il suo desiderio è il tuo comando. Soddisfa i suoi più profondi desideri. Sta a te fare una passeggiata su un tappeto magico per ridare la libertà al tuo Genio». Fahd si sedette su una sedia di un tavolino da salotto. Quando mi inginocchiai davanti a lui [...] accarezzò il mio collo col suo dito indice attivando la programmazione del sesso orale: «Ho saputo di te e sono intenzionato ad averti». [...] Allargò le gambe ed estrasse il suo pene: era uno dei più disgustosi mai visti, simile a un lombrico nero che sapeva fortemente di spezie. Habib osservava come eseguivo i miei ordini per dare massimo piacere a Re Fahd. ...Le guardie del corpo di Noriega mi aiutarono a salire a bordo dello yacht. Notai che non c'era nessun party in corso, com'era usuale, e Noriega sembrava insolitamente brusco nei modi e indaffarato. Non era ubriaco. Su ordine di John gli consegnai il messaggio di Fahd. «Ho l'ordine di consegnare un messaggio da parte di Re Fahd [...]» ...Ho imparato che ciò che viene spesso riferito come una notizia viene spesso distorto dalla propaganda e molti avvenimenti non vengono mai riferiti integralmente. Comunque non ero a conoscenza dei “guai” in Giamaica e a Cuba ai quali si riferiva Re Fahd. Sapevo tuttavia che per un minuzioso esame esterno, Houston si era da poco recato a Kingston per incontrarsi con degli ufficiali giamaicani e porre fine alla lunga durata delle operazioni criminali segrete. Circa Cuba, sapevo soltanto che non avrei più incontrato il mio contratto cubano. Di Panama ero a conoscenza lo stesso Noriega era l'oggetto della controversia. «L'accordo sulle armi» era allo stadio finale dell'Operazione Piccione Viaggiatore, in cui i piani erano quelli di attendere in Arabia Saudita finché tutte le transazioni bancarie venissero ultimate e il carico fosse pronto per l'esborso. Il Re saudita Fahd avrebbe poi finanziato i Contras per Reagan tramite Noriega, dopo che tutte le prove fossero state insabbiate, così come aveva fatto in Afghanistan. Dopo la spedizione non ci sarebbero più stati ulteriori accordi tramite Noriega che riguardassero Fahd, poiché Noriega non poteva più essere credibile. Inoltre Fahd aveva intensificato i rapporti diplomatici col Messico per le operazioni segrete e lo scandalo Iran-Contras stava iniziando a suscitare interesse. ...Una buona quantità di cocaina venne trattenuta da Houston per suo consumo e per spacciarla con suo guadagno personale nell'industria della musica. Parte della cocaina venne consegnata da me all'Ambasciatore dell'Arabia Saudita, il principe Bandar Bin Sultan, "piccione viaggiatore" di Fahd. La copertina di TranceFormation of America Chi frequentava il Bohemian Grove [Bosco Boemo, San Francisco; ndA] con assiduità veniva chiamato "Groover". Uno di questi Groover era Bill Bennet, l'allora Ministro dell'Istruzione di Ronald Reagan. Bill Bennett, che in seguito divenne "lo zar della droga" nel corso dell'amministrazione Bush, scrisse il cosiddetto Libro delle virtù e ha concorso/concorre? per l'ufficio del Presidente. Bennett è chiaramente molto legato a suo fratello e membro Groover Bob Bennett, sebbene questi sia il consulente legale di Bill Clinton. E' evidente che qui non si riconoscono linee di partito. Mi fu chiaro che non c'erano delle partigiane differenze tra questi sostenitori del Nuovo Ordine Mondiale e che comunque si ritenevano fedeli alla Costituzione. Lo stretto rapporto che intercorreva tra i due fratelli, di cui fui testimone, come anche al matrimonio tra James Carville e Mary Matlin, direttori della campagna del 1992 di Clinton e Bush, avrebbero potuto creare dei problemi nella loro agenda. Quando, nel 1986, al Bohemien Grove, Bill e Bob Bennett congiuntamente violentarono mia figlia Kelly e me, già avevo conosciuto per qualche tempo Bill Bennett come un programmatore del controllo mentale. Bennett fissò la mia programmazione basata sui gesuiti e il Vaticano nel mio condizionamento cattolico, instillato attraverso il «Rito di rimanare in silenzio». Tramite un'ulteriore manipolazione delle mie percezioni “interdimensionali”, Bennett credeva di aver per sempre suddiviso in compartimenti i suoi segreti personali di sesso perverso con suo fratello Bob e la mia bambina, che all'epoca aveva sei anni. Bennett manipolò anche la mia mente in base agli Ordini del Vaticano, utilizzando il centro di programmazione del Jesuit College di Byrd, nel West Virginia. Si avvalse del suo ruolo di programmatore gesuita onde mettere in atto i suoi sforzi di Ministro dell'Istruzione per realizzare il progetto Educazione 2000. Per programmare la mia mente nel mio ruolo di portavoce di Educazione 2000 all'interno del sistema scolastico dello Stato volontario del Tennessee, Bennett ricorse a una manipolazione mentale molto sofisticata per allestire la scena; lo stesso tipo di manipolazione eseguita dalla propaganda su scala nazionale e internazionale. Chiaramente la manipolazione utilizzata da Bennett affondava le sue radici nella conoscenza delle tecniche cattoliche/gesuite. Quando, nel 1984, incontrai Bennett ad un cocktail party alla Casa Bianca, indossavo la collana con la Rosa Croce che Guy Vander Jagt e padre Don mi avevano regalato il giorno della mia prima comunione per indicare il tipo di programma sotto cui operavo in quel periodo. Byrd mi ordinò di indossarla per l'occasione. Byrd stava già parlando con Bennett quando un maggiordomo della Casa Bianca mi accompagnò da lui. Byrd mi disse: «Stavo proprio parlando di te al mio amico William Bennett, Ministro dell'Istruzione». «Bill» lo corresse Bennett, scrutandomi col suo sguardo libertino come se io fossi una merce. «Piacere di conoscerti». «Come mi è stato detto, grazie» dissi mentre gli porgevo la mano come ero stata addestrata. Bennett toccò sgraziatamente la croce rosa appesa al mio collo, alitandomi in faccia il suo respiro alcolico, mentre diceva: «La tua collana è bella come te e fuor di dubbio è adatta al tuo scopo. Da dove viene e che valore ha per te?» «Dalla prima comunione» risposi «Guy (Byrd mi interruppe per specificare Vander Jagt) me l'ha data per coronare la mia santa comunione». Byrd mi corresse: «Per commemorare la tua santa comunione». «Non ho bisogno di interpreti, Bobby» Bennett rise «La sento forte e chiaro». Byrd mi lasciò in compagnia di Bennett [...] mi portò in una camera da letto della Casa Bianca: «Ti ho detto che ci saremmo sbattuti fuori da questa dimensione ed è ciò che intendo fare. Un uccellino [Byrd a causa del suo pene microscopico; ndA] mi ha detto che ti piace la frusta. Dal momento che io non sono come un Senatore, io rappresenterò la maggioranza dandoti ciò di cui hai maggior bisogno». Ovviamente Bennett provava un piacere perverso nel frustarmi. Avevo i polsi coperti di lividi e il corpo dolorante, Bennett si accese una sigaretta e chiese in modo criptico: «Era questa la tua prima con unione con un alieno?» [spesso e volentieri i controllori mentali di Cathy riferiscono di essere alieni; ndA] Mi lanciò i vestiti e ordinò: «Renditi presentabile. Assicurati che i tuoi polsi siano coperti. Non ti aspetto. Ci vediamo domattina». Bennett se ne andò. Dopo qualche momento venni accompagnata da Byrd, col quale trascorsi una breve notte brutale. Andando nella sua stanza, Byrd mi disse: «[...]Visto che muovo i fili dei portafogli di questo Paese, dipende da me assegnare tanti finanziamenti quanti sono necessari per realizzare il programma educativo [...]». La mattina dopo, di buon'ora, nel profondo sotterraneo del laboratorio sul controllo mentale del Goddard Space Flight Center della NASA, vicino al distretto federale della Columbia, Bill Bennett iniziò a prepararmi per il programma. La NASA utilizzava diverse «droghe firmate dalla CIA» per allenare chimicamente il cervello e creare esattamente la scena mentale richiesta al momento. La Train-quillità, la droga di prima qualità della NASA di Huntsville, dava un senso di assoluta acquiescenza e la sensazione di camminare nell'aria. Questa droga era sufficientemente simile alla cosiddetta “tranquillità” da creare la totale arrendevolezza. La punizione che avevo subito la notte precedente mi aveva reso impotente e quando la droga fece effetto potei a stento trascinarmi fino al tavolo di metallo del laboratorio. Nel buio che mi circondava potei sentire la voce di Bill Bennett dire: «Questo è mio fratello Bob. Lui ed io lavoriamo insieme come un'unità. Noi siamo alieni a questa dimensione, due esseri provenienti da un altro piano». CATHY: Kelly si ammalò in maniera veramente grave dopo essere stata sequestrata all'interno del quartier generale di Bush e dopo i vari rapporti sessuali che ebbe con lui. Aveva la febbre a 40-41 gradi, vomitava e soffriva di paralizzanti mal di testa mediamente per 3 giorni di fila [tutti sintomi tipici dell'elettroschock; ndA]. Questi furono gli unici segni visibili, oltre alle cicatrici e le ustioni sulla sua pelle. Houston mi proibì di consolarla, lamentandosi penosamente che la testa «le doleva talmente tanto da non riuscire a muoversi». E non si mosse per ore e ore. Si lamentava spesso anche di forti dolori ai reni, e di solito, le sanguinava il retto per un giorno o due dopo che Bush l'aveva violentata. Il mio vittimismo, indotto dal controllo mentale, mi rendeva incapace di aiutarla o proteggerla. Vedere la mia bambina in quelle condizioni spaventose non faceva che aggravare il mio stato di alienazione mentale, confermando la mia totale incapacità a rispondere alle sue esigenze, fino al giorno in cui Mark Phillips non ci salvò. E ANCORA... Il retto sanguinante di Kelly fu... una delle molte conseguenze fisiche delle perversioni pedofile di George W. Bush. Più di una volta lo sentii per caso vantarsi degli abusi sessuali compiuti su di lei. Si servì di tutto questo, unito a minacce di morte nei suoi confronti, per «muovere i miei fili» e controllarmi [per indurla al narcotraffico e a operazioni illegali simili; ndA]. Le conseguenze psicologiche dell'esser violentate da un presidente pedofilo sono già abbastanza rovinose per la mente, ma Bush rafforzò i traumi inflitti alla mente di Kelly, avvalendosi di sofisticati strumenti elettronici di controllo mentale forniti dalla NASA e di stupefacenti. George Bush inculcò in Kelly anche scrupoli del tipo «Chi vuoi che ti aiuti?...» oppure «Guarda che me ne accorgo», aumentando così ulteriormente il suo senso di impotenza. Le torture e i traumi che io subii sistematicamente sin da bambina non sono niente se confrontati con la brutale devastazione fisica e psicologica che George Bush inflisse a mia figlia. Non vidi più la scuola come un rifugio dall'abuso, visto che era controllata dalla chiesa e, come seppi più tardi, anche da un segmento corrotto della CIA. Non avendo scampo nell'occultismo che proliferava nella scuola, non riuscivo più a distinguere tra cattolicesimo e satanismo Il satanismo viene spesso utilizzato nell'ambito del Controllo Mentale del Progetto Monarch MK-ULTRA, come base ultima del trauma provocato dal dolore/violenza, frutto di una precedente ricerca del nazista tedesco Hammler. Gerald Ford mi condusse in una stanza vuota, mi spinse a terra sul pavimento in legno, si abbassò la cerniera dei pantaloni e disse: «Prega su questo». Poi mi violentò brutalmente. Quindi si servirono dell'alta tensione per dividere in compartimenti la mia memoria. Era proprio come pensavo, «non c'era alcun posto dove scappare», neppure nel mio cervello, il che è esattamente ciò di cui i miei aguzzini avevano bisogno per detenere il Controllo. Il controllo mentale è assoluto. Quando venni sottoposta al Progetto Monarch MK-ULTRA, persi il controllo della libertà di pensiero – non potevo riflettere nè ragionare o capire in modo cosciente – potevo fare solo esattamente ciò che mi veniva detto di fare. Coloro che controllavano la mia mente, e alla fine anche le mie azioni, sostenevano di essere degli «alieni», dei «demoni» e delle «divinità». Ma è mia esperienza che questi PERPETRA(DI)TORI dei controlli del Nuovo Ordine Mondiale erano/sono vincolati da confini terreni e umani, nonostante le loro affermazioni tattiche terroristiche e da illusioni. Si possono in verità applicare anche a loro le stesse leggi della natura e degli esseri umani. Anche se essi sono riusciti a manipolare la mia religione, i miei istinti materiali e il mio reale interesse verso il genere umano, non sono mai riusciti a “possedere” il mio innato essere. Non possono fare di me una di loro. Non hanno mai preso in considerazione la forza dello spirito umano. Non sanno nemmeno che esiste. Mi chiedo il perché. Come mi venne ordinato, più tardi, quella sera, partecipai ad un cocktail party alla Casa Bianca, sentendomi ancora narcotizzata per la seduta di programmazione instillatami da Bill Bennett, nel vicino Space Flight Centre di Goddard. Vestita «a comando», indossavo un aderente abito nero che presentava un drappeggio su un fianco, decorato con rubini ed un fermaglio con una rosa rossa fra i capelli. «Il Capo la desidera» disse la mia scorta del Servizio Segreto al maggiordomo, mentre mi lasciava all'ingresso. Le luci erano soffuse e l'atmosfera formale, sebbene il maggiordomo mi guidasse attraverso una folla di gente insolitamente numerosa. Mi lasciò il gomito indirizzandomi verso il Presidente Ronald Reagan. Man mano che passavo in mezzo alla moltitudine di gente, vidi dei visi famigliari legati all'“Ordine della Rosa”. Dall'altro lato della stanza Bill e Bob Bennett stavano ridendo insieme a Dick Cheney. L'allora governatore della Pennsylvania, Dick Thornburgh, stava conversando col Senatore Arlen Spector. In lontananza vidi George Bush parlare alla sua confidente delle Nazioni Unite, Madeleine Albright. Sapendo che potevo vederlo come se avessi gli occhi dietro alla testa, Bush mi fece impercettibilmente segno di unirmi a loro. «Conosci Madeline Albright» iniziò Bush. Utilizzando con abilità la terminologia tipica delle convinzioni cattoliche gesuite instillatemi in precedenza, egli proseguì: «Lei è la reverenda madre di tutte le sorelle (schiave). È così vicino a Dio che un suo ordine equivale a un Ordine da Lui». La Albright fece un risolino, chiaramente impressionata dalla “sapiente” manipolazione di Bush della verbosità del programma. «Lei si erge nelle Nazioni Unite grazie a me, per realizzare il processo di pace nel Nuovo Mondo». L'Albright mi disse: «Ho sentito che sei un capolavoro». «Chi te l'ha detto?» domandò Bush. «Larry Flint, in seguito a un compito da lei realizzato in Giamaica», spiegò velocemente. Bush alzò la mano visibilmente disgustato dall'idea di fare sesso con qualcuno che presenta due cifre nella sua età. «Risparmiami», disse. «È il mio lavoro» affermò la Albright in modo pratico, sfoderando un sorriso d'orgoglio. Mi licenziò con condiscendenza: «Ci vediamo domani nella sede dell'OAS (Organizzazione degli Stati Americani). «Adesso, va a giocare». Nell'accorgersi che i suoi ordini non mi mettevano in grado di stabilire dove letteralmente andare, mi mandò indietro verso Reagan. Reagan indossava un vestito azzurro scuro e una cravatta in seta rossa. La sua rosa rossa all'occhiello mi innescò immediatamente un comportamento gesuita da schiava sessuale dell'Ordine della Rosa. «Salve gattina» disse Reagan alitandomi in viso il suo respiro impregnato di cognac, mentre si abbassava per baciarmi la mano. «Zio Ronnie...» dissi, rispondendo sessualmente come da condizionamento. Reagan si girò verso l'uomo che gli stava accanto e disse: «Brian, questo è un beneficio in più rispetto a quelli del Nuovo Ordine Mondiale di cui ti stavo parlando. Gattina questo è Brian Mulroney, Primo Ministro del Canada». Gli aspetti della mia esperienza infantile con l'ex Primo Ministro del Canada, Pierre Trudeau, mi suggerirono che Mulroney fosse gesuita, così come il modo in cui stavo operando. Anche lui stava indossando all'occhiello una rosa rossa che stava ad indicare il suo coinvolgimento e il suo impegno nell'Ordine della Rosa. «È un piacere conoscerla signore» dissi porgendogli la mano. «Il piacere è mio» rispose Mulroney mentre mi baciava la mano. «Prego chiamami Brian». «Sì, signore, Brian» risposi, e il mio cervello ancora turbinava a causa delle droghe create dalla NASA. Ridendo in modo soffocato e insistente Mulroney reiterò: «Non sono un signore». Reagan si intromise: «Lui è il Primo Ministro, il che significa che è più importante di ogni Signore. Brian è un mio amico». «Oh Brian» dissi quando finalmente compresi. «O'Brien è il cognome di suo padre» spiegò Reagan a Mulroney. «Lei è di origine irlandese e viene dal Michigan». Brian si rivolse verso di me: «Sono stato recentemente da quelle parti, in una delle mie preferite fughe sull'isola di Macinac». «L'isola di Macinac è stato il suo trampolino di lancio nel progetto» gli spiegò Reagan utilizzando i termini specifici di chi conosce bene il funzionamento del controllo mentale. Chiaramente Mulroney era a conoscenza della mia condizione di essere dalla mente controllata e mi guardò con sorriso lascivo, come se fossi una mercanzia. Reagan notò il suo interesse e contuinuò a comportarsi da magnaccia. «Ti ho vivamente raccomandato di condurla con te a fare un riposino. È un'eccellente giocattolo per te, da utilizzare in ogni posizione. Ed è sicura. La sua testa è sulle nuvole e in futuro non ti distinguerebbe dall'uomo della Luna. Più tardi ti darò le chiavi». Utilizzando abilmente i segnali e gli inneschi dell'Ordine della Rosa, Mulroney disse: «Dammi solo la chiave del suo cuore e sarà mia». «Sai come va il mondo» commentò Reagan. «Ho la massima competenza delle cose. È il Nuovo Ordine Mondiale» affermò Mulroney in modo pratico. Mentre un uomo della scorta mi condusse via, sentii Reagan dire a Mulroney: «Presto sarai al settimo cielo». Venni perquisita da una delle due guardie del corpo canadesi in uniforme e portata in una delle innumerevoli camere da letto della Casa Bianca. Quando aprii la porta vidi tre schiave bionde nude e adagiate sul letto e in mezzo a loro c'era la mia cara amica e schiava Arlen Spector. Turbata, la chiamai per nome: «Che ci fai qui?» le chiesi mentre ci abbracciavamo. «Mondo piccolo» disse, com'era solita quando ci trovavamo insieme nei vari luoghi della prostituzione e/o della pornografia. Questo termine universale veniva utilizzato spesso da coloro che venivano sottoposti alla programmazione mentale del tipo “Piccolo, Piccolo Mondo di Disney”. Abbracciai ancora la mia amica [...]. «Accidenti ragazze è un mondo piccolo!» Mulroney entrò e camminò a grandi passi nella stanza, lanciando la sua giacca su una sedia e allentandosi la cravatta. «Lo guardiamo diventare sempre più piccolo, mentre saliamo sempre più in alto» si liberò delle scarpe, delle bretelle e dei pantaloni, continuando con le sue metafore ipnotiche. «Spiccando il volo attraverso il mare dello spazio nero. Quando il mondo diventerà sempre più e ancor più piccolo, allora affonderemo nel mare nero dello spazio». Nel togliersi i boxer annunciò: «Vi ho portate qui per uno scopo...» e continuò ad accedere alle nostre programmazioni sessuali. Adesso ho capito che non fu una coincidenza che la mia amica ed io fossimo state portate lì per soddisfare l'attrazione perversa di Brian Mulroney per gli schiavi dalla mente controllata. Programmate identicamente, quasi realtà speculari, noi operavamo all'unisono. Il suo delicato tatuaggio con la rosa rossa che la mia amica aveva sul polso sinistro, indicava il suo asservimento all'Ordine (del Nuovo Mondo)ìdella Rosa, del quale faceva parte Mulroney. La mia amica e sua figlia, a quel che si diceva, venivano spesso utilizzate al confine canadese, alle cascate del Niagara, per venire prostituite a Mulroney. L'abuso sessuale sulla sua bambina veniva utilizzato come trauma di base per mantenere il controllo della sua mente, come l'abuso di Kelly [la povera figlia di Cathy; ndA] traumatizzava me. Alle cascate del Niagara, Mulroney aveva già in precedenza avuto accesso alla programmazione sessuale mia e della mia amica, unitamente a quella delle nostre figlie, per soddisfare le sue perversioni, autorizzate come se fossero “una cosa normale”. Fui capace di collegare gli eventi e mi sentii enormemente sollevata dal fatto che le nostre figlie non furono costrette a partecipare a questa sua aggressione sessuale. «A missione finita», mi rivestii e mi accinsi ad andarmene. Mulroney mi puntò il dito contro e mi disse in modo criptico: «Ci vediamo in giro. Forse ti vedrò a Mackinac. Può essere da qualche parte nel tempo». Con tre frasi, Mulroney abilmente collegò i momenti della mia infanzia alle operazioni messicane in corso del NAFTA, e mi preparò al mio prossimo incontro con lui sull'isola di Mackinac. [...] A quel tempo, non ero capace di riflettere su quella cosa, ma adesso so che tutti gli schiavi del Modello Presidenziale sembravano essere immuni dalle malattie sociali. Era un fatto noto, tra coloro ai quali venivo offerta sessualmente, che gli schiavi del sesso dalla mente controllata a livello governativo erano «puliti» al punto che nessuno dei miei abusatori prendeva precauzioni come indossare un preservativo. La moglie di Hall accarezzò il letto e mi ordinò di mostrare la mutilazione. Hillary (Clinton) esclamò: «Dio!» e immediatamente iniziò a fare sesso orale su di me. Chiaramente eccitata dall'intaglio nella mia vagina, Hillary si alzò in piedi e si liberò velocemente dei suoi collant e dei mutandoni matronali. Disinibita, nonostante una lunga giornata sotto il sole cocente, ansimò: «Mangiami, oh, Dio, mangiami adesso». Non ebbi scelta e dovetti eseguire gli ordini e la moglie di Bill Hall venne a unirsi a me nel mio disgustoso compito. Hillary aveva iniziato a esaminare la mia odiosa mutilazione e stava facendo del sesso orale su di me quando Bill Clinton entrò nella stanza. Hillary sollevò la testa per dirgli: «Com'è andata?». Clinton sembrava totalmente impassibile rispetto a ciò che stava accadendo. Gettò la giacca su una sedia: «È ufficiale. Sono esausto. Vado a dormire». Andremo a caccia Il 4 Dicembre 1986, ho compiuto 29 anni. Di solito, gli schiavi dalla mente controllata vengono scaricati, «scaraventati dal dal “Treno della Libertà”» a trent'anni; ne parlai con Houston, quando lui mi disse che i miei abusatori di governo avevano solo un anno di tempo per «consumarmi del tutto». Non ero consapevole dello scorrere del tempo e credevo di avere ancora 24 anni. Senza tener conto di ciò che credevo, in meno di un mese i miei abusatori fecero del loro meglio per “esaurirmi” fisicamente e psicologicamente. Mi trovavo a Washington, per uno dei miei viaggi che includeva l'essere prostituta al Presidente Reagan. Le gote dello “Zio Ronnie” erano rosse per l'eccitazione e per il cognac, quando mi disse: «A Natale mi prendo una vacanza di due settimane per andare in California». Reagan si interruppe per lanciarsi a cantare e a ballare in stile vecchia Hollywood «California arrivo...». Egli asserì che la Casa Bianca lo aveva sempre limitato ed apparve veramente eccitato riguardo a questo viaggio imminente. «Ogni anno non vedo l'ora di fare questo viaggio, perché rivedo dei vecchi amici. Oh, continuo a lavorare mentre sono lì, il lavoro del Presidente non si interrompe mai, ma almeno sono lì. È tempo che tu veda il luogo che chiamo casa». Così, parafrasando il Mago di Oz disse: «Non c'è un posto come casa. E tu capirai il perché. Ripeti con me: non c'è un posto come casa, non c'è un posto come casa». Poi mi dette delle istruzioni nel linguaggio criptico di Oz: «Batti i tacchi. Non c'è un posto come casa». Una luce bianco-azzurra sembrò esplodere nel mio cervello, come fossi stata colpita da una corrente elettrica a basso voltaggio. Reagan «stava preparando la cena» per un tentativo di imbambolamento della mente, da riattivare nel nostro prossimo incontro a Bel Air, in California. [...] Houston rimase a Lake Shasta mentre Kelly ed io venimmo portate in elicottero a Mount Shasta per il nostro incontro con Bush e Cheney. [...] Non appena arrivammo nel rifugio intimo di Bush e Cheney, notai la presenza di George Bush Jr. Sapevo che il figlio di Bush si teneva pronto a intervenire e gli copriva il culo ogni volta che Bush era inabilitato dalla droga o occorrevano delle coperture. Mi sembrò che George Bush Jr. fosse lì per entrambi gli scopi, mentre suo padre e Cheney volevano godersi la loro vacanza-lavoro. Pieni di droga, Cheney e Bush erano bramosi di cacciare le loro prede umane in un “Gioco estremamente pericoloso”. [...] Come al solito venne messa in gioco la vita di Kelly [...], mi si rigarono le gote quando Bush mi disse: «Se ti catturo, Kelly è mia. Pertanto corri, corri più veloce che puoi. Io prenderò te e anche la tua bambina, perché io posso, posso, posso. E lo farò». [...] Mi rivestii e rimasi in attesa di istruzioni. Non avevo idea di dove fosse Kelly e nemmeno posso pensarlo adesso. Bush e Cheney indossavano ancora i loro abiti da caccia, quando iniziò la seduta di programmazione. Bush disse: «Tu ed io ci stiamo imbarcando in un “Gioco estremamente pericoloso” nei rapporti diplomatici. Questo è il mio gioco. Tu seguirai i miei ordini. Avrò il netto vantaggio di cacciarti col mio “Occhio nel cielo” (satellite). Guarderò ogni tua mossa. Finché giocherai il gioco secondo le mie regole e non farai errori, vivrai. Un errore e io ti prenderò, piccola mia e prenderò anche la tua bambina. Tu morirai e Kelly dovrà giocare con me. Lo preferirei. Poi sarà la sua volta del “Gioco estremamente pericoloso”. Le carte sono favorevoli a me perché è il mio gioco! Sei tu il gioco?». Non avevo scelta. Risposi com'ero stata condizionata: «Sì, signore! Io sono un gioco» [...] Mentre Bush parlava, Cheney se ne stava mezzo seduto sull'ordinaria scrivania di foggia militare, sotto l'effetto degli stupefacenti. [...] Bush guardò Cheney e scoppiò a ridere [...], lui e Cheney ridevano fino alle lacrime. Visto che tutti e due erano supereccitati a causa della droga, non riuscirono a mantenere a lungo il sangue freddo per ultimare la mia programmazione. Il piccolo Bush Era sera tardi quando Bush e Cheney finirono di programmarmi con numerosi messaggi riguardanti l'immediata apertura di Juarez, il confine messicano di libero scambio (di droga e schiavi). Poi [...] George Bush Jr. depositò alla porta la mia bambina chiaramente traumatizzata e taciturna. Riferendosi al “Gioco estremamente pericoloso” mi disse con un filo di voce e mestamente: «Sono stata catturata come te». [...] L'arredamento della dimora rispecchiava il grossolano gusto western di Cheney. Come la sua casa fortino al Pentagono, la pelle era usata a profusione. La stanza principale era piccola, ma era sistemata in modo che, come in uno specchio, ogni cosa fosse doppiata nel lato opposto. [...] C'era parecchia eroina, la droga preferita da Bush, e Cheney si unì a lui nel consumo. La gran varietà di droghe presenti che presumibilmente includeva oppio, cocaina e i “wafer del paese” delle meraviglie (MDMHA-XTC ossia ecstasy), stavano ad indicarmi che essi intendevano festeggiare la loro vacanza con abbandono. Avevo già visto in precedenza Cheney camminare con passo malfermo a causa dell'alcool, ma questa era la prima volta che lo vedevo consumare eroina e che l'offriva anche a me. Anche a Kelly vennero somministrati degli stupefacenti. Bush tentò di vendere a Cheney l'idea della pedofilia attraverso delle vivide descrizioni del fare sesso con Kelly. Cheney dimostrò a Bush il motivo per il quale non faceva sesso coi bambini, mostrando le sue parti intime a Kelly e dicendole: «Vieni qui». Alla vista del desueto grosso pene di Cheney, Kelly indietreggiò inorridita e gridò: «No!» ed entrambi si misero a ridere. Non appena Bush si alzò per condurre Kelly in camera da letto, chiese a Cheney di dargli il suo atomizzatore di cocaina liquida. Quando Cheney rimarcò quanto fosse benevolente a nebulizzarla prima di fare sesso, Bush replicò: «È un inferno, è per me». Descrisse il suo stato di eccitazione ricorrendo ai tipici termini volgari e spiegò che doveva spruzzare la cocaina sul suo pene per farlo stare più a lungo in erezione. Cheney disse: «Pensavo fosse per la bambina». Bush spiegò: «Metà del divertimento è farla contorcere». Prese Kelly per mano e la portò in camera da letto. Cheney mi disse che, giacché ero “responsabile” dell'aggressione perpetrata da Bush su Kelly, visto che mi ero fatta catturare nel “Gioco più pericoloso per eccellenza”, sarei “bruciata” (all'inferno). Mi bruciò la parte interna della coscia con un attizzatoio da caminetto e minacciò di gettare Kelly nel fuoco. Descrisse minuziosamente cosa avrebbe fatto per traumatizzarmi ancora di più. Mentre mi brutalizzava sessualmente, sentii i piagnucolii di Kelly provenienti dalla camera da letto. Quando gli urli aumentarono, Cheney mise della musica classica per soffocare le grida d'aiuto. Alle quattro del mattino, come stabilito da Bush Jr., il pilota dell'elicottero ritornò a recuperare Kelly e me. [...] L'aggressione a Kelly da parte di Bush fu un'esperienza distruttiva per la mia mente e devastò fisicamente Kelly. Lei doveva essere urgentemente vista da un medico e non poteva essere trasportata. Houston minacciò di fermare il camper nella zona del parco Yosemite e di gettarmi in un precipizio, se non mi fossi calmata. [...] Timoroso di perdere entrambi i suoi “redditizi prodotti”, Houston mi permise di telefonare al medico di Kelly e di iniziare a somministrarle le medicine. Quanto a me, si predispose ad aiutarmi affinché io potessi rimettere assieme le varie fasi che mi permettessero di portare a termine il mio obiettivo primario del viaggio in California: quello, appunto, di incontrare il Presidente messicano Miguel de la Madrid e definire il progetto di apertura del confine di Juarez. Gli Ordini del Nuovo Mondo Non c'era “del tempo da perdere” per riportarmi a un livello operativo. Sapevo che avevo del lavoro da fare. Sebbene sapessi che mi sarei “esaurita” al mio trentesimo compleanno, non pensavo che Bush e Cheney volessero accelerare il processo così rapidamente. Ovviamente fu la loro incompetenza, causata dall'abuso di stupefacenti e dalla successiva violenza perpetrata su Kelly in mia presenza, che distrusse parte della mia programmazione basata sul mio istinto materno. Nonostante le loro “scuse”, Houston ci condusse a San Francisco, in California, dove, al Tempio di Set (Satana), il fondatore, il Tenente Colonnello dell'esercito Aquino, avrebbe fatto delle “riparazioni” d'urgenza. Non venni condotta in ospedale o in un centro di salute mentale, ma in un laboratorio del Presidio per la ricerca e lo sviluppo mentale sui riservisti statunitensi. Ci sono molti impianti del genere, sparsi in tutto il Paese nelle aree militari recintate, della CIA e della NASA, dove la conoscenza governativa ultra-avanzata viene messa alla prova, sviluppata e modificata. Coloro che ho incontrato che hanno abilmente imparato la meccanica scientifica del cervello insieme ai dettagli della mente, utilizzano la loro raggiunta conoscenza segreta per manipolare e/o controllare gli altri. [...] Byrd mi ha spiegato che i «poteri del Nuovo Ordine Mondiale vengono rafforzati» passando alla comunità della salute mentale, attraverso il loro gruppo di pressione, l'Associazione Psichiatrica Americana (APA), solo parziali e/o deliberate informazioni sbagliate sulle modalità di cura inerenti i gravi disordini dissociativi causati dal controllo mentale! I perpetratori credevano che la conoscenza nascosta e la proliferazione di deliberate informazioni sbagliate permettesse loro di tenere sotto controllo i loro segreti e di conseguenza l'umanità. Se nessuno potrà o vorrà reagire alle informazioni contenute in questo libro, potrebbero aver ragione. [...] Bush Jr. non mostrava nessun interesse sessuale nei miei confronti. Come suo padre, mostrava solo dell'interesse sessuale nei confronti di Kelly, che era stata con lui per la maggior parte di quella giornata. Quando stava per andarsene, mi dette un colpetto sotto il mento e mi disse in modo criptico: «Stanotte avrai un Ballo». LaSorda, la cui dieta ultra rapida non aveva funzionato, disse: «A proposito di palle, le mie possono ricevere un po' di attenzione?». Si abbassò la cerniera dei pantaloni. Danté mi disse: «Dobbiamo andare a vestirci. Abbiamo tre minuti». Tre minuti era un ordine di innesco per me, il tempo per eseguire il sesso orale. Mi misi in ginocchio sul pavimento e gli spinsi in su la sua enorme pancia e lo sostenni appoggiandovi la mia testa, mentre palpavo il suo pene come mi era stato ordinato di fare. Non appena Bush Jr. e Nolan Ryan uscirono, entrarono i due alani di Danté. Ero già stata costretta a partecipare ad un film sulla bestialità insieme a questi due cani addestrati e dovetti respingere il loro assalto, mentre gratificavo sessualmente LaSorda prima di essere pronta per il “Ballo”. tratto da Tranceformation of America, di Cathy O'Brien e Mark Phillips http://www.trance-formation.com