Cathy O'Brien con Mark Phillips
Il pezzo che sto per pubblicare è interamente tratto dal libro di Cathy O'Brien (con la felice partecipazione di Mark Phillips). Quello che c'è da sapere riguardo il libro in questione, Tranceformation of America (Macro Edizioni), è il brano che segue:
«È l'autobiografia circostanziata di una vittima del segretissimo programma di controllo mentale del Governo degli Stati Uniti d'America, che la CIA ha chiamato in codice progetto Monarch MK-ULTRA. Cathy O'Brien, forse l'unica sopravvissuta [ce ne sono altri; ndA], è riuscita a riacquistare pienamente le proprie facoltà mentali, dopo essere stata sottratta di nascosto – l'8 Febbraio 1998 – alla sua schiavitù mentale dall'agente, intorno alla stessa organizzazione, Mark Phillips – che qui ci introduce la testimonianza di Cathy. Insieme hanno anche intrapreso procedimenti legali penali per ottenere giustizia: ogni tentativo è stato bloccato da ragioni di «sicurezza nazionale». La loro azione continuerà, essendo stata a suo tempo coinvolta anche la figlia di Cathy, Kelly O'Brien. La loro speranza di giustizia si basa sul fatto che l'Atto della Sicurezza Nazionale del 1947 è incostituzionale, e chi vi ricorre compie un «abuso criminale». Tra inganni, stupri, riciclaggio di denaro sporco, traffico di droga e imprese del «genere», questa storia può dare l'impressione di essere un esasperato thriller internazionale. Luoghi e persone citate (incluse copie di DOCUMENTI UFFICIALI) sono però noti a tutti e il racconto viene testimoniato da due persone che sono ancora impegnate a trovare riscontri e ascolto alla loro denuncia: si tratta di azioni che rientrano in piani freddamente programmati per dominare il pianeta attraverso tecniche più potenti delle bombe, perché aggrediscono la mente degli uomini e ne annientano la volontà.»
«AVVERTENZA AI LETTORI
Questo libro contiene riferimenti espliciti ad atti sessuali e descrizioni delle parti anatomiche dei personaggi che hanno perpetrato abusi e torture alle vittime di questo racconto impressionante. Gli Autori hanno ritenuto che i «dettagli» servissero a convalidare i fatti, che sono stati riportati anche a competenti autorità di indagine. Il 95° Congresso USA istituì una commissione apposita il 3 Agosto 1977. Rimasta senza esiti.»
Ecco alcune parti che ho estrapolato dall'autobiografia di Cathy, tutto ciò che segue è ciò che l'autrice ha pubblicato nel suo libro, mi sono limitato a tagliare dei pezzi e a pubblicare le parti che ritenevo interessanti divulgare.
CATHY O'BRIEN:
Terrorizzata indietreggiai nell'altra stanza. Habib lo presentò: «È un mio amico, l'ho menzionato nella lettera». Risposi automaticamente: «È un piacere incontrarla» e gli detti la mano come mi avevano insegnato alla Scuola di Fascino. Fahd si curvò per baciarmi la mano. Mentre lo faceva, i suoi malvagi occhi neri penetrarono i miei, mi disse sommessamente: «La tua bellezza scalda le mie braci. Vedi come sono incandescenti nel nero dei miei occhi: si accendono nella fiamma, una nera fiamma». Rise in modo vizioso per effetto del suo utilizzo del condizionamento ipnotico della NASA. Habib gli dette una pacca sulle spalle, come se si conoscessero bene e non ci fossero formalità tra loro e chiese: «Ho ragione? È adatta a un re?» Tutti i tre andammo in un'altra stanza [...] Habib disse: «Quando sei a Roma fai come fanno i romani. Bene. Lui è un re. Mettiti in ginocchio. Il suo desiderio è il tuo comando. Soddisfa i suoi più profondi desideri. Sta a te fare una passeggiata su un tappeto magico per ridare la libertà al tuo Genio». Fahd si sedette su una sedia di un tavolino da salotto. Quando mi inginocchiai davanti a lui [...] accarezzò il mio collo col suo dito indice attivando la programmazione del sesso orale: «Ho saputo di te e sono intenzionato ad averti». [...] Allargò le gambe ed estrasse il suo pene: era uno dei più disgustosi mai visti, simile a un lombrico nero che sapeva fortemente di spezie. Habib osservava come eseguivo i miei ordini per dare massimo piacere a Re Fahd. ...Le guardie del corpo di Noriega mi aiutarono a salire a bordo dello yacht. Notai che non c'era nessun party in corso, com'era usuale, e Noriega sembrava insolitamente brusco nei modi e indaffarato. Non era ubriaco. Su ordine di John gli consegnai il messaggio di Fahd. «Ho l'ordine di consegnare un messaggio da parte di Re Fahd [...]» ...Ho imparato che ciò che viene spesso riferito come una notizia viene spesso distorto dalla propaganda e molti avvenimenti non vengono mai riferiti integralmente. Comunque non ero a conoscenza dei “guai” in Giamaica e a Cuba ai quali si riferiva Re Fahd. Sapevo tuttavia che per un minuzioso esame esterno, Houston si era da poco recato a Kingston per incontrarsi con degli ufficiali giamaicani e porre fine alla lunga durata delle operazioni criminali segrete. Circa Cuba, sapevo soltanto che non avrei più incontrato il mio contratto cubano. Di Panama ero a conoscenza lo stesso Noriega era l'oggetto della controversia. «L'accordo sulle armi» era allo stadio finale dell'Operazione Piccione Viaggiatore, in cui i piani erano quelli di attendere in Arabia Saudita finché tutte le transazioni bancarie venissero ultimate e il carico fosse pronto per l'esborso. Il Re saudita Fahd avrebbe poi finanziato i Contras per Reagan tramite Noriega, dopo che tutte le prove fossero state insabbiate, così come aveva fatto in Afghanistan. Dopo la spedizione non ci sarebbero più stati ulteriori accordi tramite Noriega che riguardassero Fahd, poiché Noriega non poteva più essere credibile. Inoltre Fahd aveva intensificato i rapporti diplomatici col Messico per le operazioni segrete e lo scandalo Iran-Contras stava iniziando a suscitare interesse. ...Una buona quantità di cocaina venne trattenuta da Houston per suo consumo e per spacciarla con suo guadagno personale nell'industria della musica. Parte della cocaina venne consegnata da me all'Ambasciatore dell'Arabia Saudita, il principe Bandar Bin Sultan, "piccione viaggiatore" di Fahd. La copertina di TranceFormation of America
Chi frequentava il Bohemian Grove [Bosco Boemo, San Francisco; ndA] con assiduità veniva chiamato "Groover". Uno di questi Groover era Bill Bennet, l'allora Ministro dell'Istruzione di Ronald Reagan. Bill Bennett, che in seguito divenne "lo zar della droga" nel corso dell'amministrazione Bush, scrisse il cosiddetto Libro delle virtù e ha concorso/concorre? per l'ufficio del Presidente. Bennett è chiaramente molto legato a suo fratello e membro Groover Bob Bennett, sebbene questi sia il consulente legale di Bill Clinton. E' evidente che qui non si riconoscono linee di partito. Mi fu chiaro che non c'erano delle partigiane differenze tra questi sostenitori del Nuovo Ordine Mondiale e che comunque si ritenevano fedeli alla Costituzione. Lo stretto rapporto che intercorreva tra i due fratelli, di cui fui testimone, come anche al matrimonio tra James Carville e Mary Matlin, direttori della campagna del 1992 di Clinton e Bush, avrebbero potuto creare dei problemi nella loro agenda. Quando, nel 1986, al Bohemien Grove, Bill e Bob Bennett congiuntamente violentarono mia figlia Kelly e me, già avevo conosciuto per qualche tempo Bill Bennett come un programmatore del controllo mentale. Bennett fissò la mia programmazione basata sui gesuiti e il Vaticano nel mio condizionamento cattolico, instillato attraverso il «Rito di rimanare in silenzio». Tramite un'ulteriore manipolazione delle mie percezioni “interdimensionali”, Bennett credeva di aver per sempre suddiviso in compartimenti i suoi segreti personali di sesso perverso con suo fratello Bob e la mia bambina, che all'epoca aveva sei anni. Bennett manipolò anche la mia mente in base agli Ordini del Vaticano, utilizzando il centro di programmazione del Jesuit College di Byrd, nel West Virginia. Si avvalse del suo ruolo di programmatore gesuita onde mettere in atto i suoi sforzi di Ministro dell'Istruzione per realizzare il progetto Educazione 2000. Per programmare la mia mente nel mio ruolo di portavoce di Educazione 2000 all'interno del sistema scolastico dello Stato volontario del Tennessee, Bennett ricorse a una manipolazione mentale molto sofisticata per allestire la scena; lo stesso tipo di manipolazione eseguita dalla propaganda su scala nazionale e internazionale. Chiaramente la manipolazione utilizzata da Bennett affondava le sue radici nella conoscenza delle tecniche cattoliche/gesuite. Quando, nel 1984, incontrai Bennett ad un cocktail party alla Casa Bianca, indossavo la collana con la Rosa Croce che Guy Vander Jagt e padre Don mi avevano regalato il giorno della mia prima comunione per indicare il tipo di programma sotto cui operavo in quel periodo. Byrd mi ordinò di indossarla per l'occasione. Byrd stava già parlando con Bennett quando un maggiordomo della Casa Bianca mi accompagnò da lui.
Byrd mi disse: «Stavo proprio parlando di te al mio amico William Bennett, Ministro dell'Istruzione». «Bill» lo corresse Bennett, scrutandomi col suo sguardo libertino come se io fossi una merce. «Piacere di conoscerti». «Come mi è stato detto, grazie» dissi mentre gli porgevo la mano come ero stata addestrata. Bennett toccò sgraziatamente la croce rosa appesa al mio collo, alitandomi in faccia il suo respiro alcolico, mentre diceva: «La tua collana è bella come te e fuor di dubbio è adatta al tuo scopo. Da dove viene e che valore ha per te?» «Dalla prima comunione» risposi «Guy (Byrd mi interruppe per specificare Vander Jagt) me l'ha data per coronare la mia santa comunione». Byrd mi corresse: «Per commemorare la tua santa comunione». «Non ho bisogno di interpreti, Bobby» Bennett rise «La sento forte e chiaro». Byrd mi lasciò in compagnia di Bennett [...] mi portò in una camera da letto della Casa Bianca: «Ti ho detto che ci saremmo sbattuti fuori da questa dimensione ed è ciò che intendo fare. Un uccellino [Byrd a causa del suo pene microscopico; ndA] mi ha detto che ti piace la frusta. Dal momento che io non sono come un Senatore, io rappresenterò la maggioranza dandoti ciò di cui hai maggior bisogno». Ovviamente Bennett provava un piacere perverso nel frustarmi. Avevo i polsi coperti di lividi e il corpo dolorante, Bennett si accese una sigaretta e chiese in modo criptico: «Era questa la tua prima con unione con un alieno?» [spesso e volentieri i controllori mentali di Cathy riferiscono di essere alieni; ndA] Mi lanciò i vestiti e ordinò: «Renditi presentabile. Assicurati che i tuoi polsi siano coperti. Non ti aspetto. Ci vediamo domattina». Bennett se ne andò. Dopo qualche momento venni accompagnata da Byrd, col quale trascorsi una breve notte brutale. Andando nella sua stanza, Byrd mi disse: «[...]Visto che muovo i fili dei portafogli di questo Paese, dipende da me assegnare tanti finanziamenti quanti sono necessari per realizzare il programma educativo [...]».
La mattina dopo, di buon'ora, nel profondo sotterraneo del laboratorio sul controllo mentale del Goddard Space Flight Center della NASA, vicino al distretto federale della Columbia, Bill Bennett iniziò a prepararmi per il programma. La NASA utilizzava diverse «droghe firmate dalla CIA» per allenare chimicamente il cervello e creare esattamente la scena mentale richiesta al momento. La Train-quillità, la droga di prima qualità della NASA di Huntsville, dava un senso di assoluta acquiescenza e la sensazione di camminare nell'aria. Questa droga era sufficientemente simile alla cosiddetta “tranquillità” da creare la totale arrendevolezza. La punizione che avevo subito la notte precedente mi aveva reso impotente e quando la droga fece effetto potei a stento trascinarmi fino al tavolo di metallo del laboratorio. Nel buio che mi circondava potei sentire la voce di Bill Bennett dire: «Questo è mio fratello Bob. Lui ed io lavoriamo insieme come un'unità. Noi siamo alieni a questa dimensione, due esseri provenienti da un altro piano».
CATHY:
Kelly si ammalò in maniera veramente grave dopo essere stata sequestrata all'interno del quartier generale di Bush e dopo i vari rapporti sessuali che ebbe con lui. Aveva la febbre a 40-41 gradi, vomitava e soffriva di paralizzanti mal di testa mediamente per 3 giorni di fila [tutti sintomi tipici dell'elettroschock; ndA]. Questi furono gli unici segni visibili, oltre alle cicatrici e le ustioni sulla sua pelle. Houston mi proibì di consolarla, lamentandosi penosamente che la testa «le doleva talmente tanto da non riuscire a muoversi». E non si mosse per ore e ore. Si lamentava spesso anche di forti dolori ai reni, e di solito, le sanguinava il retto per un giorno o due dopo che Bush l'aveva violentata. Il mio vittimismo, indotto dal controllo mentale, mi rendeva incapace di aiutarla o proteggerla. Vedere la mia bambina in quelle condizioni spaventose non faceva che aggravare il mio stato di alienazione mentale, confermando la mia totale incapacità a rispondere alle sue esigenze, fino al giorno in cui Mark Phillips non ci salvò. E ANCORA... Il retto sanguinante di Kelly fu... una delle molte conseguenze fisiche delle perversioni pedofile di George W. Bush. Più di una volta lo sentii per caso vantarsi degli abusi sessuali compiuti su di lei. Si servì di tutto questo, unito a minacce di morte nei suoi confronti, per «muovere i miei fili» e controllarmi [per indurla al narcotraffico e a operazioni illegali simili; ndA]. Le conseguenze psicologiche dell'esser violentate da un presidente pedofilo sono già abbastanza rovinose per la mente, ma Bush rafforzò i traumi inflitti alla mente di Kelly, avvalendosi di sofisticati strumenti elettronici di controllo mentale forniti dalla NASA e di stupefacenti. George Bush inculcò in Kelly anche scrupoli del tipo «Chi vuoi che ti aiuti?...» oppure «Guarda che me ne accorgo», aumentando così ulteriormente il suo senso di impotenza.
Le torture e i traumi che io subii sistematicamente sin da bambina non sono niente se confrontati con la brutale devastazione fisica e psicologica che George Bush inflisse a mia figlia. Non vidi più la scuola come un rifugio dall'abuso, visto che era controllata dalla chiesa e, come seppi più tardi, anche da un segmento corrotto della CIA. Non avendo scampo nell'occultismo che proliferava nella scuola, non riuscivo più a distinguere tra cattolicesimo e satanismo Il satanismo viene spesso utilizzato nell'ambito del Controllo Mentale del Progetto Monarch MK-ULTRA, come base ultima del trauma provocato dal dolore/violenza, frutto di una precedente ricerca del nazista tedesco Hammler. Gerald Ford mi condusse in una stanza vuota, mi spinse a terra sul pavimento in legno, si abbassò la cerniera dei pantaloni e disse: «Prega su questo». Poi mi violentò brutalmente. Quindi si servirono dell'alta tensione per dividere in compartimenti la mia memoria. Era proprio come pensavo, «non c'era alcun posto dove scappare», neppure nel mio cervello, il che è esattamente ciò di cui i miei aguzzini avevano bisogno per detenere il Controllo.
Il controllo mentale è assoluto. Quando venni sottoposta al Progetto Monarch MK-ULTRA, persi il controllo della libertà di pensiero – non potevo riflettere nè ragionare o capire in modo cosciente – potevo fare solo esattamente ciò che mi veniva detto di fare. Coloro che controllavano la mia mente, e alla fine anche le mie azioni, sostenevano di essere degli «alieni», dei «demoni» e delle «divinità». Ma è mia esperienza che questi PERPETRA(DI)TORI dei controlli del Nuovo Ordine Mondiale erano/sono vincolati da confini terreni e umani, nonostante le loro affermazioni tattiche terroristiche e da illusioni. Si possono in verità applicare anche a loro le stesse leggi della natura e degli esseri umani. Anche se essi sono riusciti a manipolare la mia religione, i miei istinti materiali e il mio reale interesse verso il genere umano, non sono mai riusciti a “possedere” il mio innato essere. Non possono fare di me una di loro. Non hanno mai preso in considerazione la forza dello spirito umano. Non sanno nemmeno che esiste. Mi chiedo il perché.
Come mi venne ordinato, più tardi, quella sera, partecipai ad un cocktail party alla Casa Bianca, sentendomi ancora narcotizzata per la seduta di programmazione instillatami da Bill Bennett, nel vicino Space Flight Centre di Goddard. Vestita «a comando», indossavo un aderente abito nero che presentava un drappeggio su un fianco, decorato con rubini ed un fermaglio con una rosa rossa fra i capelli. «Il Capo la desidera» disse la mia scorta del Servizio Segreto al maggiordomo, mentre mi lasciava all'ingresso. Le luci erano soffuse e l'atmosfera formale, sebbene il maggiordomo mi guidasse attraverso una folla di gente insolitamente numerosa. Mi lasciò il gomito indirizzandomi verso il Presidente Ronald Reagan. Man mano che passavo in mezzo alla moltitudine di gente, vidi dei visi famigliari legati all'“Ordine della Rosa”. Dall'altro lato della stanza Bill e Bob Bennett stavano ridendo insieme a Dick Cheney. L'allora governatore della Pennsylvania, Dick Thornburgh, stava conversando col Senatore Arlen Spector. In lontananza vidi George Bush parlare alla sua confidente delle Nazioni Unite, Madeleine Albright. Sapendo che potevo vederlo come se avessi gli occhi dietro alla testa, Bush mi fece impercettibilmente segno di unirmi a loro. «Conosci Madeline Albright» iniziò Bush. Utilizzando con abilità la terminologia tipica delle convinzioni cattoliche gesuite instillatemi in precedenza, egli proseguì: «Lei è la reverenda madre di tutte le sorelle (schiave). È così vicino a Dio che un suo ordine equivale a un Ordine da Lui». La Albright fece un risolino, chiaramente impressionata dalla “sapiente” manipolazione di Bush della verbosità del programma. «Lei si erge nelle Nazioni Unite grazie a me, per realizzare il processo di pace nel Nuovo Mondo». L'Albright mi disse: «Ho sentito che sei un capolavoro». «Chi te l'ha detto?» domandò Bush. «Larry Flint, in seguito a un compito da lei realizzato in Giamaica», spiegò velocemente. Bush alzò la mano visibilmente disgustato dall'idea di fare sesso con qualcuno che presenta due cifre nella sua età. «Risparmiami», disse. «È il mio lavoro» affermò la Albright in modo pratico, sfoderando un sorriso d'orgoglio. Mi licenziò con condiscendenza: «Ci vediamo domani nella sede dell'OAS (Organizzazione degli Stati Americani). «Adesso, va a giocare». Nell'accorgersi che i suoi ordini non mi mettevano in grado di stabilire dove letteralmente andare, mi mandò indietro verso Reagan.
Reagan indossava un vestito azzurro scuro e una cravatta in seta rossa. La sua rosa rossa all'occhiello mi innescò immediatamente un comportamento gesuita da schiava sessuale dell'Ordine della Rosa. «Salve gattina» disse Reagan alitandomi in viso il suo respiro impregnato di cognac, mentre si abbassava per baciarmi la mano. «Zio Ronnie...» dissi, rispondendo sessualmente come da condizionamento. Reagan si girò verso l'uomo che gli stava accanto e disse: «Brian, questo è un beneficio in più rispetto a quelli del Nuovo Ordine Mondiale di cui ti stavo parlando. Gattina questo è Brian Mulroney, Primo Ministro del Canada». Gli aspetti della mia esperienza infantile con l'ex Primo Ministro del Canada, Pierre Trudeau, mi suggerirono che Mulroney fosse gesuita, così come il modo in cui stavo operando. Anche lui stava indossando all'occhiello una rosa rossa che stava ad indicare il suo coinvolgimento e il suo impegno nell'Ordine della Rosa. «È un piacere conoscerla signore» dissi porgendogli la mano. «Il piacere è mio» rispose Mulroney mentre mi baciava la mano. «Prego chiamami Brian». «Sì, signore, Brian» risposi, e il mio cervello ancora turbinava a causa delle droghe create dalla NASA. Ridendo in modo soffocato e insistente Mulroney reiterò: «Non sono un signore». Reagan si intromise: «Lui è il Primo Ministro, il che significa che è più importante di ogni Signore. Brian è un mio amico». «Oh Brian» dissi quando finalmente compresi. «O'Brien è il cognome di suo padre» spiegò Reagan a Mulroney. «Lei è di origine irlandese e viene dal Michigan». Brian si rivolse verso di me: «Sono stato recentemente da quelle parti, in una delle mie preferite fughe sull'isola di Macinac». «L'isola di Macinac è stato il suo trampolino di lancio nel progetto» gli spiegò Reagan utilizzando i termini specifici di chi conosce bene il funzionamento del controllo mentale.
Chiaramente Mulroney era a conoscenza della mia condizione di essere dalla mente controllata e mi guardò con sorriso lascivo, come se fossi una mercanzia. Reagan notò il suo interesse e contuinuò a comportarsi da magnaccia. «Ti ho vivamente raccomandato di condurla con te a fare un riposino. È un'eccellente giocattolo per te, da utilizzare in ogni posizione. Ed è sicura. La sua testa è sulle nuvole e in futuro non ti distinguerebbe dall'uomo della Luna. Più tardi ti darò le chiavi». Utilizzando abilmente i segnali e gli inneschi dell'Ordine della Rosa, Mulroney disse: «Dammi solo la chiave del suo cuore e sarà mia». «Sai come va il mondo» commentò Reagan. «Ho la massima competenza delle cose. È il Nuovo Ordine Mondiale» affermò Mulroney in modo pratico. Mentre un uomo della scorta mi condusse via, sentii Reagan dire a Mulroney: «Presto sarai al settimo cielo». Venni perquisita da una delle due guardie del corpo canadesi in uniforme e portata in una delle innumerevoli camere da letto della Casa Bianca. Quando aprii la porta vidi tre schiave bionde nude e adagiate sul letto e in mezzo a loro c'era la mia cara amica e schiava Arlen Spector. Turbata, la chiamai per nome: «Che ci fai qui?» le chiesi mentre ci abbracciavamo. «Mondo piccolo» disse, com'era solita quando ci trovavamo insieme nei vari luoghi della prostituzione e/o della pornografia. Questo termine universale veniva utilizzato spesso da coloro che venivano sottoposti alla programmazione mentale del tipo “Piccolo, Piccolo Mondo di Disney”. Abbracciai ancora la mia amica [...]. «Accidenti ragazze è un mondo piccolo!» Mulroney entrò e camminò a grandi passi nella stanza, lanciando la sua giacca su una sedia e allentandosi la cravatta. «Lo guardiamo diventare sempre più piccolo, mentre saliamo sempre più in alto» si liberò delle scarpe, delle bretelle e dei pantaloni, continuando con le sue metafore ipnotiche. «Spiccando il volo attraverso il mare dello spazio nero. Quando il mondo diventerà sempre più e ancor più piccolo, allora affonderemo nel mare nero dello spazio». Nel togliersi i boxer annunciò: «Vi ho portate qui per uno scopo...» e continuò ad accedere alle nostre programmazioni sessuali. Adesso ho capito che non fu una coincidenza che la mia amica ed io fossimo state portate lì per soddisfare l'attrazione perversa di Brian Mulroney per gli schiavi dalla mente controllata. Programmate identicamente, quasi realtà speculari, noi operavamo all'unisono. Il suo delicato tatuaggio con la rosa rossa che la mia amica aveva sul polso sinistro, indicava il suo asservimento all'Ordine (del Nuovo Mondo)ìdella Rosa, del quale faceva parte Mulroney.
La mia amica e sua figlia, a quel che si diceva, venivano spesso utilizzate al confine canadese, alle cascate del Niagara, per venire prostituite a Mulroney. L'abuso sessuale sulla sua bambina veniva utilizzato come trauma di base per mantenere il controllo della sua mente, come l'abuso di Kelly [la povera figlia di Cathy; ndA] traumatizzava me. Alle cascate del Niagara, Mulroney aveva già in precedenza avuto accesso alla programmazione sessuale mia e della mia amica, unitamente a quella delle nostre figlie, per soddisfare le sue perversioni, autorizzate come se fossero “una cosa normale”. Fui capace di collegare gli eventi e mi sentii enormemente sollevata dal fatto che le nostre figlie non furono costrette a partecipare a questa sua aggressione sessuale. «A missione finita», mi rivestii e mi accinsi ad andarmene. Mulroney mi puntò il dito contro e mi disse in modo criptico: «Ci vediamo in giro. Forse ti vedrò a Mackinac. Può essere da qualche parte nel tempo». Con tre frasi, Mulroney abilmente collegò i momenti della mia infanzia alle operazioni messicane in corso del NAFTA, e mi preparò al mio prossimo incontro con lui sull'isola di Mackinac.
[...] A quel tempo, non ero capace di riflettere su quella cosa, ma adesso so che tutti gli schiavi del Modello Presidenziale sembravano essere immuni dalle malattie sociali. Era un fatto noto, tra coloro ai quali venivo offerta sessualmente, che gli schiavi del sesso dalla mente controllata a livello governativo erano «puliti» al punto che nessuno dei miei abusatori prendeva precauzioni come indossare un preservativo. La moglie di Hall accarezzò il letto e mi ordinò di mostrare la mutilazione. Hillary (Clinton) esclamò: «Dio!» e immediatamente iniziò a fare sesso orale su di me. Chiaramente eccitata dall'intaglio nella mia vagina, Hillary si alzò in piedi e si liberò velocemente dei suoi collant e dei mutandoni matronali. Disinibita, nonostante una lunga giornata sotto il sole cocente, ansimò: «Mangiami, oh, Dio, mangiami adesso». Non ebbi scelta e dovetti eseguire gli ordini e la moglie di Bill Hall venne a unirsi a me nel mio disgustoso compito. Hillary aveva iniziato a esaminare la mia odiosa mutilazione e stava facendo del sesso orale su di me quando Bill Clinton entrò nella stanza. Hillary sollevò la testa per dirgli: «Com'è andata?». Clinton sembrava totalmente impassibile rispetto a ciò che stava accadendo. Gettò la giacca su una sedia: «È ufficiale. Sono esausto. Vado a dormire».
Andremo a caccia
Il 4 Dicembre 1986, ho compiuto 29 anni. Di solito, gli schiavi dalla mente controllata vengono scaricati, «scaraventati dal dal “Treno della Libertà”» a trent'anni; ne parlai con Houston, quando lui mi disse che i miei abusatori di governo avevano solo un anno di tempo per «consumarmi del tutto». Non ero consapevole dello scorrere del tempo e credevo di avere ancora 24 anni. Senza tener conto di ciò che credevo, in meno di un mese i miei abusatori fecero del loro meglio per “esaurirmi” fisicamente e psicologicamente. Mi trovavo a Washington, per uno dei miei viaggi che includeva l'essere prostituta al Presidente Reagan. Le gote dello “Zio Ronnie” erano rosse per l'eccitazione e per il cognac, quando mi disse: «A Natale mi prendo una vacanza di due settimane per andare in California». Reagan si interruppe per lanciarsi a cantare e a ballare in stile vecchia Hollywood «California arrivo...».
Egli asserì che la Casa Bianca lo aveva sempre limitato ed apparve veramente eccitato riguardo a questo viaggio imminente. «Ogni anno non vedo l'ora di fare questo viaggio, perché rivedo dei vecchi amici. Oh, continuo a lavorare mentre sono lì, il lavoro del Presidente non si interrompe mai, ma almeno sono lì. È tempo che tu veda il luogo che chiamo casa». Così, parafrasando il Mago di Oz disse: «Non c'è un posto come casa. E tu capirai il perché. Ripeti con me: non c'è un posto come casa, non c'è un posto come casa». Poi mi dette delle istruzioni nel linguaggio criptico di Oz: «Batti i tacchi. Non c'è un posto come casa». Una luce bianco-azzurra sembrò esplodere nel mio cervello, come fossi stata colpita da una corrente elettrica a basso voltaggio. Reagan «stava preparando la cena» per un tentativo di imbambolamento della mente, da riattivare nel nostro prossimo incontro a Bel Air, in California. [...] Houston rimase a Lake Shasta mentre Kelly ed io venimmo portate in elicottero a Mount Shasta per il nostro incontro con Bush e Cheney. [...] Non appena arrivammo nel rifugio intimo di Bush e Cheney, notai la presenza di George Bush Jr. Sapevo che il figlio di Bush si teneva pronto a intervenire e gli copriva il culo ogni volta che Bush era inabilitato dalla droga o occorrevano delle coperture. Mi sembrò che George Bush Jr. fosse lì per entrambi gli scopi, mentre suo padre e Cheney volevano godersi la loro vacanza-lavoro. Pieni di droga, Cheney e Bush erano bramosi di cacciare le loro prede umane in un “Gioco estremamente pericoloso”.
[...] Come al solito venne messa in gioco la vita di Kelly [...], mi si rigarono le gote quando Bush mi disse: «Se ti catturo, Kelly è mia. Pertanto corri, corri più veloce che puoi. Io prenderò te e anche la tua bambina, perché io posso, posso, posso. E lo farò». [...] Mi rivestii e rimasi in attesa di istruzioni. Non avevo idea di dove fosse Kelly e nemmeno posso pensarlo adesso. Bush e Cheney indossavano ancora i loro abiti da caccia, quando iniziò la seduta di programmazione. Bush disse: «Tu ed io ci stiamo imbarcando in un “Gioco estremamente pericoloso” nei rapporti diplomatici. Questo è il mio gioco. Tu seguirai i miei ordini. Avrò il netto vantaggio di cacciarti col mio “Occhio nel cielo” (satellite). Guarderò ogni tua mossa. Finché giocherai il gioco secondo le mie regole e non farai errori, vivrai. Un errore e io ti prenderò, piccola mia e prenderò anche la tua bambina. Tu morirai e Kelly dovrà giocare con me. Lo preferirei. Poi sarà la sua volta del “Gioco estremamente pericoloso”. Le carte sono favorevoli a me perché è il mio gioco! Sei tu il gioco?». Non avevo scelta. Risposi com'ero stata condizionata: «Sì, signore! Io sono un gioco» [...]
Mentre Bush parlava, Cheney se ne stava mezzo seduto sull'ordinaria scrivania di foggia militare, sotto l'effetto degli stupefacenti. [...] Bush guardò Cheney e scoppiò a ridere [...], lui e Cheney ridevano fino alle lacrime. Visto che tutti e due erano supereccitati a causa della droga, non riuscirono a mantenere a lungo il sangue freddo per ultimare la mia programmazione. Il piccolo Bush Era sera tardi quando Bush e Cheney finirono di programmarmi con numerosi messaggi riguardanti l'immediata apertura di Juarez, il confine messicano di libero scambio (di droga e schiavi). Poi [...] George Bush Jr. depositò alla porta la mia bambina chiaramente traumatizzata e taciturna. Riferendosi al “Gioco estremamente pericoloso” mi disse con un filo di voce e mestamente: «Sono stata catturata come te». [...] L'arredamento della dimora rispecchiava il grossolano gusto western di Cheney. Come la sua casa fortino al Pentagono, la pelle era usata a profusione. La stanza principale era piccola, ma era sistemata in modo che, come in uno specchio, ogni cosa fosse doppiata nel lato opposto. [...] C'era parecchia eroina, la droga preferita da Bush, e Cheney si unì a lui nel consumo. La gran varietà di droghe presenti che presumibilmente includeva oppio, cocaina e i “wafer del paese” delle meraviglie (MDMHA-XTC ossia ecstasy), stavano ad indicarmi che essi intendevano festeggiare la loro vacanza con abbandono. Avevo già visto in precedenza Cheney camminare con passo malfermo a causa dell'alcool, ma questa era la prima volta che lo vedevo consumare eroina e che l'offriva anche a me. Anche a Kelly vennero somministrati degli stupefacenti. Bush tentò di vendere a Cheney l'idea della pedofilia attraverso delle vivide descrizioni del fare sesso con Kelly.
Cheney dimostrò a Bush il motivo per il quale non faceva sesso coi bambini, mostrando le sue parti intime a Kelly e dicendole: «Vieni qui». Alla vista del desueto grosso pene di Cheney, Kelly indietreggiò inorridita e gridò: «No!» ed entrambi si misero a ridere. Non appena Bush si alzò per condurre Kelly in camera da letto, chiese a Cheney di dargli il suo atomizzatore di cocaina liquida. Quando Cheney rimarcò quanto fosse benevolente a nebulizzarla prima di fare sesso, Bush replicò: «È un inferno, è per me». Descrisse il suo stato di eccitazione ricorrendo ai tipici termini volgari e spiegò che doveva spruzzare la cocaina sul suo pene per farlo stare più a lungo in erezione. Cheney disse: «Pensavo fosse per la bambina». Bush spiegò: «Metà del divertimento è farla contorcere». Prese Kelly per mano e la portò in camera da letto. Cheney mi disse che, giacché ero “responsabile” dell'aggressione perpetrata da Bush su Kelly, visto che mi ero fatta catturare nel “Gioco più pericoloso per eccellenza”, sarei “bruciata” (all'inferno). Mi bruciò la parte interna della coscia con un attizzatoio da caminetto e minacciò di gettare Kelly nel fuoco. Descrisse minuziosamente cosa avrebbe fatto per traumatizzarmi ancora di più. Mentre mi brutalizzava sessualmente, sentii i piagnucolii di Kelly provenienti dalla camera da letto. Quando gli urli aumentarono, Cheney mise della musica classica per soffocare le grida d'aiuto. Alle quattro del mattino, come stabilito da Bush Jr., il pilota dell'elicottero ritornò a recuperare Kelly e me.
[...] L'aggressione a Kelly da parte di Bush fu un'esperienza distruttiva per la mia mente e devastò fisicamente Kelly. Lei doveva essere urgentemente vista da un medico e non poteva essere trasportata. Houston minacciò di fermare il camper nella zona del parco Yosemite e di gettarmi in un precipizio, se non mi fossi calmata. [...] Timoroso di perdere entrambi i suoi “redditizi prodotti”, Houston mi permise di telefonare al medico di Kelly e di iniziare a somministrarle le medicine. Quanto a me, si predispose ad aiutarmi affinché io potessi rimettere assieme le varie fasi che mi permettessero di portare a termine il mio obiettivo primario del viaggio in California: quello, appunto, di incontrare il Presidente messicano Miguel de la Madrid e definire il progetto di apertura del confine di Juarez. Gli Ordini del Nuovo Mondo Non c'era “del tempo da perdere” per riportarmi a un livello operativo. Sapevo che avevo del lavoro da fare. Sebbene sapessi che mi sarei “esaurita” al mio trentesimo compleanno, non pensavo che Bush e Cheney volessero accelerare il processo così rapidamente. Ovviamente fu la loro incompetenza, causata dall'abuso di stupefacenti e dalla successiva violenza perpetrata su Kelly in mia presenza, che distrusse parte della mia programmazione basata sul mio istinto materno. Nonostante le loro “scuse”, Houston ci condusse a San Francisco, in California, dove, al Tempio di Set (Satana), il fondatore, il Tenente Colonnello dell'esercito Aquino, avrebbe fatto delle “riparazioni” d'urgenza. Non venni condotta in ospedale o in un centro di salute mentale, ma in un laboratorio del Presidio per la ricerca e lo sviluppo mentale sui riservisti statunitensi. Ci sono molti impianti del genere, sparsi in tutto il Paese nelle aree militari recintate, della CIA e della NASA, dove la conoscenza governativa ultra-avanzata viene messa alla prova, sviluppata e modificata. Coloro che ho incontrato che hanno abilmente imparato la meccanica scientifica del cervello insieme ai dettagli della mente, utilizzano la loro raggiunta conoscenza segreta per manipolare e/o controllare gli altri.
[...] Byrd mi ha spiegato che i «poteri del Nuovo Ordine Mondiale vengono rafforzati» passando alla comunità della salute mentale, attraverso il loro gruppo di pressione, l'Associazione Psichiatrica Americana (APA), solo parziali e/o deliberate informazioni sbagliate sulle modalità di cura inerenti i gravi disordini dissociativi causati dal controllo mentale! I perpetratori credevano che la conoscenza nascosta e la proliferazione di deliberate informazioni sbagliate permettesse loro di tenere sotto controllo i loro segreti e di conseguenza l'umanità. Se nessuno potrà o vorrà reagire alle informazioni contenute in questo libro, potrebbero aver ragione.
[...] Bush Jr. non mostrava nessun interesse sessuale nei miei confronti. Come suo padre, mostrava solo dell'interesse sessuale nei confronti di Kelly, che era stata con lui per la maggior parte di quella giornata. Quando stava per andarsene, mi dette un colpetto sotto il mento e mi disse in modo criptico: «Stanotte avrai un Ballo». LaSorda, la cui dieta ultra rapida non aveva funzionato, disse: «A proposito di palle, le mie possono ricevere un po' di attenzione?». Si abbassò la cerniera dei pantaloni. Danté mi disse: «Dobbiamo andare a vestirci. Abbiamo tre minuti». Tre minuti era un ordine di innesco per me, il tempo per eseguire il sesso orale. Mi misi in ginocchio sul pavimento e gli spinsi in su la sua enorme pancia e lo sostenni appoggiandovi la mia testa, mentre palpavo il suo pene come mi era stato ordinato di fare. Non appena Bush Jr. e Nolan Ryan uscirono, entrarono i due alani di Danté. Ero già stata costretta a partecipare ad un film sulla bestialità insieme a questi due cani addestrati e dovetti respingere il loro assalto, mentre gratificavo sessualmente LaSorda prima di essere pronta per il “Ballo”.
tratto da Tranceformation of America, di Cathy O'Brien e Mark Phillips
http://www.trance-formation.com