Dopo aver intervistato Valerio Lonzi circa due settimane fa, siamo rimasti d'accordo che ci saremmo rivisti per approfondire alcuni punti sui quali avevamo avuto poco tempo a disposizione. Ecco che finalmente dopo quasi due settimane di attesa, Valerio mi chiama e mi dice che è disponibile per la seconda parte dell'intervista che, a ben ragione, avrebbe compreso anche le fotografie delle cicatrici che porta sulla schiena. La prima volta che lo intervistai, infatti, non ebbi modo né di vedere né tantomeno di fotografare le tanto famose cicatrici, residuo del passaggio degli alieni. Le foto sono ancora in fase di sviluppo, tuttavia posso confermare da testimone oculare che quelle che Valerio porta sono dei segni ricuciti di enorme grandezza. Tre cicatrici di più di 20 centimetri di lunghezza e una un po' più piccola solcano la schiena del nostro amico.
Oltre a intervistare Lonzi, venerdì sera scorso (9 Maggio 2008), ho potuto intervistare anche la sua ex ragazza Yuki (che era apparsa nella trasmissione Il Bivio) e la «suocera», la signora Maura, ossia la mamma di Yuki. Ho potuto così scoprire alcuni retroscena davvero incredibili che vedremo in seguito.
Passiamo ora all'intervista che ho condotto nel pub di Valerio.
L'intervista a Valerio Lonzi
Valerio, ho riflettuto molto sul fatto che tu a 15 anni avevi una calcificazione ossea pari a quella di un uomo di 40anni, e non posso che pensare che questo sia un fatto incredibile.
«Il fatto di avere questa strana calcificazione ossea si è rivelato un vantaggio, perché le mie ossa erano più forti di quelle di un quindicenne e d'allora in poi non mi sono mai rotto nulla. E' un vantaggio avere lo scheletro di un 40enne a 15 anni».
Si tratta però di un'anomalia. Che cosa credi l'abbia causata?
«L'anomalia non è una patologia. Non è una cosa normale, però se non peggiora è - ripeto - un vantaggio, basta tenerlo controllato. Se avessi avuto lo scheletro di un 60enne sarebbe stato molto pericoloso, ma per fortuna le ossa di un 40enne sono quelle ideali. Può essere che sia stato il rapimento, ma non metto questa evenienza al primo posto».
Credi di essere un prescelto?
«Beh, prescelto non lo so, di sicuro sono stato scelto, perché non tutti vengono rapiti dagli alieni. Chi viene preso è per forza scelto. Almeno la teoria è questa».
Parliamo un po' della tua relazione con il Colonnello Corso, ci sono altre cose che ricordi e che mi puoi dire?
«Quando io e lui ci siamo conosciuti al Simposio Mondiale di Ufologia di San Marino c'era la dottoressa Paola Leopizzi Harris [che ha lavorato anche per la rivista Area 51; Nda] a fare da interprete. Lui mi ha preso in simpatia. Abbiamo parlato del più e del meno varie volte e c'era sempre la Leopizzi a fare da interprete».
Che cosa ti ha detto di particolare il Col. Corso? L'altra volta mi hai parlato della classificazione degli alieni da parte del Pentagono...
«Sì mi ha raccontato che nell'Area 51 il Pentagono ha catalogato più di 20 razze aliene che grosso modo sono biocompatibili con la nostra specie».
Già, me l'avevi detto la scorsa volta, ricordi altro?
«Beh, so che i Rettiliani e gli Insettoidi così come credo ogni altra razza hanno delle navi madri che restano sopra le nuvole, o comunque molto in alto e lasciano scendere a terra dei piccoli scout, gli UFO discoidali che vengono qui a fare le loro cose. Hanno delle basi sulla Terra e stanno sperimentando diverse tecnologie».
A proposito di questo, Corso, che ha scritto un libro intero sulla retroingegneria aliena [L'alba di una nuova era; Nda] ti ha detto qualcosa?
«Mi ha detto che nell'Area 51, e sicuramente in altre basi simili, sparse per il territorio degli Stati Uniti e non solo, si sono sperimentate e si stanno sperimentando tecnologie utili all'umanità derivate dall'UFO crash di Roswell, come il laser, le fibre ottiche, eccetera, insomma, tutta l'alta tecnologia di cui disponiamo deriva da lì».
Solo da lì, o ci sono altri UFO che stanno studiando? Come saprai, il crash di Roswell non è l'unico...
«Ovviamente non solo quello di Roswell, anche perché se no avrebbero finito da tempo!»
Pensi che il proposito dell'élite di microchippare tutti gli esseri umani sin dalla nascita abbia una connessione con gli alieni? Sai che un sacco di gente ha trovato nel proprio corpo un impianto dopo essere stato rapito?
«Sì, lo so, io non ne ho impianti, almeno non che io sappia. Non so se c'è la mano degli alieni in questo progetto, ma se questo fosse vero allora dovrebbero esserci dei database collegati a satelliti che trovano chiunque e subito con lo scarto di un metro».
Esatto, infatti pare esserci un database in Belgio, Paese che ospita la NATO e un'infinità di organizzazioni mondiali o europee, e il progetto è già in atto, migliaia di persone, con diversi pretesti, sono state ingannate e ora hanno questo microchip, presto lo imporranno a tutti, magari con un altro colpo di Stato stile 11 Settembre...
«Sì però non penso che ci sia un coinvolgimento alieno in tutto questo, penso che tra impianti alieni e il microchipping non ci sia una connessione, insomma, il nostro è uno scopo più misero: si tratta di privazione delle libertà».
Però non pensi che gli alieni stiano facendo lo stesso con dei prescelti, boh magari per creare una nuova razza, un ibrido (racconto a Lonzi le storie delle donne rapite e ingravidate e poi private del feto e ri-rapite per accudire il bimbo ibrido già nato e altre storie a cui fanno riferimento i vari Malanga, Jacobs e Mack tra gli altri)?
«Probabilmente è vero e hai ragione, so per esempio che alcuni alieni vivi - quelli di Roswell - si sono moltiplicati. Come dici tu può essere che gli alieni stiano ibridando una nuova specie. Penso anche che sia evidente, concreto, conclamato e serio, visto da un certo punto di vista».
Raccontami ora invece un pochettino di quei strani tizi che ti seguivano, quelli erano italiani?
«Quelli che mi seguivano continuamente erano... sembravano stranieri. Di dove non lo so. Al telefono invece erano italiani meridionali».
L'altra volta hai detto che la Difesa e i servizi ti vogliono in televisione, hai qualcosa da dire ancora a proposito?
«Io parlato con un personaggio con contatti di quel genere, che mi ha detto: "Ti conviene stare in scena"».
Questo personaggio sai chi fosse o a quale organizzazione appartenesse?
«Era collegato con l'Aviazione Italiana, era molto serio, voleva che ogni tanto mi facessi vedere in televisione, disse che era meglio per me. Quando però c'era il film Invasion girato qui a Genova e mi hanno proposto di fare parte del cast io mi sono rifiutato. Perché? Perché era una buffonata».
Oltre a me non ti ha più cercato nessuno dopo la tua comparsa al Bivio?
«Mi ero dimenticato di dirtelo, mi ha chiamato la Rai, mi volevano su Rai Due a Ricomincio da qui, ma ho rifiutato».
Perché?
«Ho detto di no perché quel programma non ha niente a che vedere con me e la mia storia: si parla di gente violentata, che ha subito soprusi, non era il mio caso. Loro volevano organizzare qualcosa con me ma non ne avevo voglia. Ho cambiato numero di telefono, e-mail».
E con gli ufologi come sei rimasto?
«Dal punto di vista ufologico non mi occorre cercare più niente, ho già avuto tutto. E' interessante il "vestiario" che incontri ai congressi: hippy, impallati e esaltati. Se andassi a San Marino mi tampinerebbero, ma se non mi riconoscessero me ne farei un sacco di risate!!»
E del prof. Malanga che mi dici?
«Malanga è il più grande ufologo a livello europeo se non mondiale».
E invece di Pinotti, oltre a ritenerlo un buffone, cosa pensi di lui?
«Guarda che da certi giri non ne esci mai. Lui con i servizi segreti è sempre in contatto. Dal CUN non esci mai: ti controllano, ho fatto una cosetta su Internet e quelli del CUN mi hanno subito inviato delle mail con scritto: "Bravo, bravo, hai scritto un libro", come per dire "quello che stai facendo lo sappiamo"».
Quindi anche tu confermi che Pinotti non è mai uscito dal giro dei militari e dei servizi, pensa ho detto questa cosa a Ennio Pittaluga in occasione del rinnovo editoriale in Area 51, ora Area di confine, ero furioso che tutto sarebbe andato in mano loro...
«Non penso che vi sia una persona dotata di intelletto che apprezzi Pinotti. Per noi non ha mai fatto nulla. Solo per i servizi segreti ha fatto molto. Lui è la marionetta di questi, lui è pagato, lui non può fare Ufologia per la gente. Non ha mai scritto nulla di nuovo, sono anni e anni che scrive sempre le stesse cose, lo stesso rimpasto».
Pensa che sono le stesse cose che ho detto a Pittaluga, sono le medesime cose che gli ho rimproverato. Ero furioso perché Baiata, Forgione e tutti gli altri stavano facendo un lavoro esemplare su Area 51, poi sono arrivati quelli del CUN e ci sono rimasto malissimo.
Cambiamo discorso, raccontami delle tre sfere che vedesti quel giorno, è vero che continui a sognarle (gli mostro un articolo della Gazzetta del Lunedì del 13 Settembre 1993)?
«Mai sognato le sfere volanti. Però qualche volta sogno degli UFO ma capita a tanti. Il dottor Moretti e Malanga mi hanno detto che potrei avere frammenti di ricordi dell'ipnosi e di esperienze che ho vissuto mentre sogno».
Vorresti un incontro chiarificatore con gli alieni che ti hanno preso?
«Certo che lo vorrei! Vorrei che mi spiegassero quello che mi è successo e perché mi hanno scelto, ma credo che non mi accadrà mai. Tutti lo vorrebbero».
Raccontami l'esperienza che hai vissuto.
«Ricordare le sfere del campeggio non mi fa piacere... ci rimani così, perché non sai cosa sono, ho visto lucciole, fuochi fatui, fulmini globulari, e nulla di queste cose ha a che fare con le tre sfere che ho visto in campeggio. Ho avuto paura. Erano grandi come un pallone da calcio, mi ricordavano i lampioni delle ville, erano illuminate, mi sono incuriosito e non avevano un riflesso, la luce non si rifletteva rimaneva dentro di esse! E' stato incredibile. Erano in fila indiana, vengono intorno al mio amico, gli girano intorno all'altezza della vita due o tre volte, poi si spostano da lui, sempre in fila indiana vengono verso di me, 3-4 secondi e scompaiono. Dopo un po' il mio amico in stato confusionale s'impaurisce perché capisce che è passato del tempo e che manchiamo dal resto del gruppo da un bel po', il bivacco era già finito da tempo».
E poi che è successo?
«Poi mi chiede se anche io le avevo viste. Guardiamo l'ora ed era passata quasi un'ora era mezzanotte. Quasi un'ora di buio totale».
Beh, scusa, ma allora anche lui può esser stato rapito come te, perché l'altra volta a questa domanda l'hai escluso?
«Probabilmente le sfere lo hanno "sondato" ma hanno deciso che non era adatto e non l'hanno preso [a questo punto racconto a Valerio una storia analoga: due pescatori vedono un disco volante sopra il lago o fiume presso il quale stavano pescando e uno dei due viene "neutralizzato", come mandato in coma per un tot di tempo, quello utile a prelevare a braccia l'altro uomo da due esseri alieni di tipo Grigio, portato a bordo dell'astronave e riportato nel posto in cui l'amico giaceva immobile e che poi finito tutto si riprese; questo è solo uno dei casi analoghi che si possono fare come esempio; Nda], invece a me m'hanno preso e fatto quello che ho raccontato sotto ipnosi. Le cicatrici? Potrebbe essere che le ha anche lui, ma non credo, Maurizio Ferrobraio, il nostro amico in comune che è stato intervistato dal Bivio, non me l'ha mai detto, come sai con l'altro ragazzo abbiamo rotto da tempo per altre cause, comunque, sì, poteva dire di essere stato partecipe dell'evento, in fondo sette persone che stavano al campeggio hanno visto le sfere. Erano terrorizzati!!! Però so che a loro non è capitato nulla, il missing time ad esempio è capitato solo a me e al ragazzo che era con me, ma non è detto che il suo missing time sia l'equivalente del mio».
Ok, Valerio, parlami ora un po' di tua nonna, è possibile che abbia una linea genetica... "diversa"?
«Non è dimostrabile che mia nonna abbia una linea genetica aliena. Era piccolissima, intelligente, diplomata già a quell'epoca il che è sbalorditivo. Era convinta che gli alieni esistessero e che ci prelevano, era solita dire che mio fratello poteva essere un alieno».
Già, per l'appunto, tuo fratello...
«Mio fratello può essere che fosse alieno. Il certificato di morte? Io sono testimone per sentito dire, per questa cosa bisognerebbe chiedere a Malanga. Mio fratello era un argomento scomodo, imbarazzante».
I servizi non ti hanno mai detto nulla a suo riguardo? Hai avuto rapporti con politici?
«Non ho nessun rapporto con i politici, l'unico che mi ha contattato era quello dell'Aviazione Italiana. Su mio fratello a parte gli assistenti sociali non mi hanno mai detto nulla. Ti posso dire che le telefonate erano fatte troppo bene per essere di qualunquoni. Erano minacce ma non so precisamente a opera di chi. La cosa più preoccupante è stata l'ispezione della macchina con telefonata successiva».
Valerio mi piacerebbe sapere come hai scoperto di avere quelle cicatrici e come hai reagito.
«Dopo una settimana dal campeggio esco dalla doccia e mia mamma mi dice: "Cosa ti sei fatto?". Poi è cominciata la trafila di visite dai vari dottori. Al Centro di Endocrinologia di San Martino il dottor Traverso - e poi altri a bizzeffe - mi ha detto che erano cicatrici ricucite con tecniche laser su punti di sutura, tutti hanno confermato questa diagnosi. Alla fine abbiamo lasciato perdere perché non era un "livido convenzionale", come loro continuavano a ribadire. Non era un'evenienza convenzionale».
E da lì a sapere che erano stati gli alieni cosa è successo?
«Poi dopo cinque anni la mamma della mia ex ha fatto uscire un articolo sul Secolo XIX, poi è arrivato Malanga, l'ipnosi, e poi il CUN, il resto è storia»
Le tue sedute di ipnosi dove le posso reperire? Valerio non credi che sarebbe l'ora di fare un'altra ipnosi per capire meglio tutto quanto e dare delle spiegazioni o delle risposte a tante domande che rimangono insolute?
«Chiedi a Malanga per le mie vecchie sedute, per fare delle altre ipnosi ci devo pensare ancora un po' però se riesci a organizzare con Malanga può essere che lo faccia».
Questa è una notizia fantastica, mi metterò in contatto con Malanga e vediamo come possiamo organizzarci.
La scorsa volta hai un po' sparato a zero su Zanfretta, hai qualcosa da dire o retificare?
«A me Zanfretta sta molto simpatico, quello che so è derivato da testimoni che mi hanno contattato: un suo collega che ho incontrato in piazza Dante mentre uscivo da un locale e lui faceva la sua ronda mi ha fermato e mi ha raccontato tutte quelle cose su di lui. Il nome? No, non lo so il suo nome».
A questo punto l'intervista con Valerio Lonzi si conclude. Come potete osservare le sue risposte sono state ancora una volta molto dirette e precise, Valerio non ha né la voglia né la minima intenzione di ingannare nessuno. Una cosa mi ha particolarmente fatto piacere, il fatto che finalmente - dopo aver insistito non poco, cosa che durante l'intervista non si può evincere - ha deciso di sottoporsi ad una nuova seduta di ipnosi. Questo dovrebbe rallegrare tutti quanti poiché si potranno chiarire molti misteri che questa vicenda ancora ha da svelare. Speriamo che questa iniziativa vada in porto, a questo punto non mi resta che contattare il Prof. Corrado Malanga e cercare di mettere in moto una cosa costruttiva e anche se non risolutrice (l'ipnosi non è scientificamente approvata come come metodo di scoprire la verità) sicuramente molto utile.
Proseguiamo ora con l'intervista che Yuki mi ha gentilmente concesso subito dopo aver finito di parlare con Valerio.
L'intervista a Yuki
Yuki credi agli UFO e ai fenomeni di abduction?
«Sì, ci credo».
Yuki, cosa pensi del rapimento di Valerio?
«Io credo a quello che dice Valerio, gli credo perché lo conosco bene e so che non mentirebbe mai. Non avrebbe alcun motivo per mentire. Se lui avesse raccontato delle cose assurde boh, ma quello che dice non è poi così assurdo, anzi, e ciò che dice è stato confermato con l'ipnosi, questo vuol dire che se non altro è in buona in fede».
Cosa ne pensi di una nuova ipnosi?
«Io sarei curiosa di un'altra ipnosi.
Sono tanti anni che ci conosciamo. Non ci siamo visti per anni, ma ci ha sempre legato una profonda amicizia e l'affetto, oltre al lavoro, visto che mia mamma ha un locale con lui e io ci lavoro dentro. Lo so che ha il sapore di una storia romantica. Quando lo vedevo in televisione al Bivio mi faceva sorridere».
Che cosa pensi della storia del fratello di Valerio che potrebbe essere stato un alieno?
«La storia del fratello la so grazie a mia mamma e lei non racconta palle. E' vero che la nonna di Valerio - io l'ho conosciuta - era tutto un programma, era alta quanto una nana, ma non era una nana, era una donna in miniatura. Mi ricordo quando l'ho vista la prima volta, ho suonato alla porta, mi ha aperto lei e io non vedevo nessuno, ho pensato che la porta si fosse aperta da sola! Pensa quanto era bassa. Sarà stata alta un metro, poco più. Anche la mamma di Valerio era bassissima, diciamo che erano in scala, il più "alto" era Valerio, erano particolarissimi. Beh, la nonna era molto particolare, se c'è un'interferenza nella linea genetica aliena, c'è da parte della nonna. E' sconvolgente, non l'ho mai raccontato a nessuno: sua nonna teneva dei diari già 40 anni fa dove scriveva di rapimenti alieni, di UFO e nessuno lo sa di questi diari, quindi questo fa pensare che gli alieni in quella famiglia hanno una loro parte da tempo. Lì c'era annotato tutto. Secondo mia mamma il fratello di Valerio era un alieno».
Tutto questo è davvero molto interessante, grazie per avermelo riferito, sai che fine ha fatto questo fratello?
«Mah, che io sappia lo andava a trovare il padre in qualche base militare segreta in Francia, era lì perché gli facevano (fanno?) degli esperimenti o perché lo conservavano lì. La curiosità su questa faccenda Valerio gliel'ha fatta venire a mia mamma, che è molto sensibile, ha delle energie, capisce chi soffre».
Che idea ti sei fatta delle telefonate minatorie e dei pedinamenti che Valerio ha dovuto subire?
«Me le raccontava Valerio le telefonate che gli facevano. Pensa che una volta andava al Convegno di San Marino e l'hanno avvelenato...»
Cosa? Aspetta un attimo che questa Valerio non me l'ha mica raccontata, aspetta che mi faccio raccontare questa storia da lui (chiamo Valerio che era lì nel locale).
Valerio com'è sta sta storia che ti hanno avvelenato? Racconta...
«Eravamo a San Marino, dovevo ritornare perché tutti gli anni dovevo parlare perché ero Responsabile regionale del CUN, avevo preparato il mio discorso si chiamava La visione degli alieni nel corso degli anni, ma non ho parlato, Marra, un regista e Piero Mura erano con me, il secondo ha trovato un block-notes di quelli piccolissimi con su scritto: "Ricordarsi impianto elettrico e veleno per topi"; eravamo nelle prime file e abbiamo trovato questo bigliettino e a Mura la storia puzza, poi andiamo a pranzo, succede che mangio, vado su in camera e incomincia a girarmi tutto, non era allergia, divento blu, vomito, a un certo punto chiamo la Maura, ma non c'era campo, a un tratto black-out nell'albergo. Poi sono venuti da me, mi hanno fatto il check-up all'ospedale di San Marino ed il risultato fu: avvelenamento da veleno per topi in piccole dosi già metabolizzato. Salto così un giorno del Simposio e quando torno tutti che dicevano: "E' ancora vivo..." ».
Assolutamente pazzesco, incredibile, Yuki, menomale che hai ricordato questa faccenda...
«Io li continuavo a chiamare, ero in paranoia...»
Valerio mi ha detto che questa era la tua prima volta in televisione, raccontami come è andata, cosa hai visto di particolare dietro le quinte?
«Cavallo l'hanno fatto parlare due volte, "era troppo interesante" dicevano quelli del Bivio, che invece era la cosa più noiosa, ha parlato una volta e siccome gli è piaciuta la sua storia hanno deciso di dedicargli più spazio. L'intervista all'alieno? Quando andava in onda l'intervista a quello che diceva di essere un alieno tutti ridevamo, era rimontata, era inizialmente su www.sonounalieno.com, ma poi l'hanno tolto quel sito, era un taglia-incolla e cuci di belinate. E' gente che sta su Internet, il tipo mica era quello che avevano trovato in Rete, no! quello era un attore, quello su Internet li ha stupiti perché sapeva rispondere a domande scientifiche, ma che ci vuole? Vado su Google, cerco e dopo ti rispondo, quello faceva così, rispondeva dopo ore o anche giornate. Comunque in generale pensavo che la trasmissione fosse molto più programmata, invece eri libero di dire quello che volevi. Non lo sapevo mica che sarei entrata in quel modo in trasmissione, me l'hanno detto 5 minuti prima».
Credi che Valerio sia stato rapito altre volte?
«No non credo, penso gli sia successo solo quella volta. Non è quasi mai da solo... poi non lo so».
L'intervista a Maura
Maura ho saputo da tua figlia che sai qualche cosa a proposito del fratello di Valerio, cosa mi puoi dire?
«Mi hanno detto che il bambino è nato ed è stato battezzato. Era un bambino strano, con questi occhi da gatto, questo muso da gatto. Visto che quando avrebbe dovuto avere 10 anni lo sono andati a cercare a scuola questo vuol dire che non esiste il certificato di morte. So che il padre andava a trovarlo in una base segreta in Francia in un posto particolare».
E la nonna di Valerio, a quanto pare la sapeva lunga...
«La nonna avrà avuto il 20-22 di piede, una donna in miniatura. Era molto intelligente, scriveva questi enormi libri, diari, c'era scritto tutto sugli alieni, ma erano dei libri pesantissimi, ed era veramente tanto materiale; la mamma di Valerio è rimasta forse traumatizzata, è andata via, nessuno sa dove, non se n'è saputo più niente. Quella della nonna è una storia allucinante. Una famiglia stranissima, non ne sono venuta a capo ancora oggi di questa storia».
Quindi tu hai visto quei libri?
«Sì, gli ho visti, erano enormi, c'era scritto di tutto, era una donna incredibile. Che fine hanno fatto? Non lo so, ci sono stati vari traslochi, di certo c'è che una storia incredibile è ancora da scoprire, ci sono ancora tante cose da sapere su quella famiglia. La nonna è morta da qualche anno, e ora tutti i suoi scritti sono sepolti chissà dove. Una volta sono entrati in casa degli esseri strani...»
Racconta Maura.
«La nonna sentiva dei bambini che facevano rotolare delle pietre sul tetto della casa, ma poi vedeva scendere giù delle ombre, simili a dei ninja, delle ombre di persone bassissime e piccole che sono velocissime. Questo la prima notte. Infatti la nonna mi disse: "Un'ombra piccolina si è infilata in casa nostra, non so cos'era". Abitavamo in via delle Grazie, al piano di sopra Valerio aveva uno studio, ma in quel momento stava scrivendo di sotto, e mi ha detto se per favore andavo a prendergli delle cose di sopra. Non chiudo la porta, salgo le scale, e... sento correre come un bambino e vedo un essere alto 1 metro, 1 metro e venti, sembrava Valerio tutto nero che andava di sotto. Chiamo Valerio: "Dove vai, cosa fai?". Vado giù fino al portone a vedere se era uscito e Valerio non c'è, non c'era nessuno, Valerio era tranquillo alla scrivania dove era prima. Panico! Non abbiamo mai capito. Sentivi la fisicità di questa cosa. E' stato pazzesco».
Quest'intervista si conclude così, nel mistero, e infatti di puro mistero si tratta. Un ragazzo che a 15 viene attratto da tre sfere che danno inizio a una storia sconvolgente, piena di... misteri. Potrebbe sembrare un fanta-thriller in chiave ufologica, ma si tratta invece della storia, della vita, di una più persone che vengono catapultate in situazioni allucinanti e circostanze pazzesche: telefonate minatorie, pedinamenti, un fratello che viene dato per morto e che invece potrebbe essere ancora vivo in qualche base segreta d'Oltralpe, personaggi dell'Aviazione, depistaggi, tentativi di avvelenamento, una nonna che sembra uscita da un film di fantascienza, le televisioni, i servizi sui gionali, ufologi buoni e ufologi spioni, cicatrici pazzesche sedute d'ipnosi, scienziati dottori e i Cecchi Paone e i Pinotti «buffoni».
Beh, se c'è qualcuno che merita di essere raccontato questo è proprio Valerio Lonzi e se non ci credete andate a farvi un giro da n'altra parte, scettici dei miei cojoni!
© Claudio aka borquide
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