giovedì 15 maggio 2008

NON C'E' PACE PER L'INTER: TELEFONATE E TIPI SOSPETTI ALLA PINETINA

Da Materazzi a Mancini fino a Ibrahimovic risultano aver avuto contatti con un frequentatore della Pinetina ora indagato, anche per sospetti di mafia
Scudetto, ultimi veleni sull'Inter
"Intercettazioni e auto di lusso"
MILANO - Un nuovo caso di intercettazioni telefoniche getta ombre sul mondo del calcio, avvelenando l'attesa della finale dello scudetto di domenica per l'Inter. Diversi giocatori nerazzurri risultano aver avuto contatti con Domenico Brescia, titolare di una sartoria nella zona di Saronno, ed ex frequentatore assiduo della Pinetina, indagato dalla procura distrettuale antimafia milanese e dai carabinieri del Ros in un'indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso, connessa al traffico di stupefacenti. Materazzi, Ibrahimovic, Zanetti, Mihajlovic e l'allenatore Mancini sono coinvolti nella faccenda, che rimane tutta da chiarire. Nessuno di loro è al momento indagato, né implicato in vicende penalmente rilevanti. Brescia, che aveva già avuto guai con la giustizia e che recentemente gli stessi vertici dell'Inter avrebbero allontanato dalla Pinetina, attraverso un amico - anche lui indagato - procurava a prezzi vantaggiosi macchine di lusso e altri oggetti di valore. Forse ignorando il suo passato, i giocatori nerazzurri si avvalevano dei suoi servizi e col tempo erano anche diventati amici. Gli inquirenti hanno anche espresso il dubbio che i rapporti fra gli indagati e i giocatori che domenica a Parma lotteranno per lo scudetto potessero andare al di là della compravendita degli oggetti: si sta cercando, in particolare, di chiarire il significato di alcune conversazioni oscure, che lasciano pensare alla volontà di nascondere i reali significati delle affermazioni intercettate.
15 maggio 2008
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aggiornamento 15 maggio 2008, ore 10:45
Droga e auto di lusso: contatti sospetti dell'Inter
Chi di intercettazioni ferisce, di intercettazioni perisce. Sembrano infatti tornare di gran moda le chiacchierate telefoniche compromettenti che riguardano il mondo del calcio. E in questo caso chi ci potrebbe rimettere le penne è l'Inter, che dalle intercettazioni, durante il caso Calciopoli, aveva guadagnato uno scudetto (tolto alla Juventus 'moggiana' e riassegnato al club di Massimo Moratti).
Le intercettazioni - questa volta, secondo quanto risulta a Radiocor, sono esponenti dell'Inter a essere coinvolti in una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire. Si tratta infatti di intercettazioni seguite dai Carabinieri di Trento che riguarderebbero anche scommesse effettuate da giocatori nerazzurri sulla vittoria dello scudetto 2006/2007, in seguito conquistato dalla squadra di Mancini. A confermarlo sono state fonti vicine agli inquirenti.
Traffico di droga - Gli stessi inquirenti stanno nel frattempo cercando di chiarire i contenuti di conversazioni che, a causa delle parole utilizzate, lasciano pensare alla volontà di nascondere i reali significati delle affermazioni intercettate. Le intercettazioni sarebbero scaturite dall'indagine per traffico di droga che riguardava il procuratore sportivo Donato Brescia. Nelle intercettazioni si parla di tutto: auto, orologi, biglietti per lo stadio, calciomercato.
Gli intercettati - La prima telefonata intercettata tra Brescia e Mancini risale al 15 giugno del 2006, l'ultima è del 19 aprile 2007. Gli esponenti dell'Inter che sarebbero stati intercettati sono il vice-allenatore Sinisa Mihajlovic, Materazzi, Ibrahimovic, il tecnico Roberto Mancini e il capitano Javier Zanetti. I tre comunque non risulterebbero indagati. Niente male per una squadra che domenica, a Parma, si gioca una stagione in 90'. Fra gli intercettati, anche "Spillo" Altobelli, Rocco Di Stasi, dipendente della società di Moratti, Fausto Sala responsabile del centro coordinamento tifosi, Fausto Salsano, allenatore in seconda e un giornalista sportivo di cui non si conoscono le generalità.
Chi è Brescia - L'indagato è Domenico Brescia di 55 anni ha precedenti per concorso in omicidio, associazione mafiosa, rapina, droga ed è, secondo alcuni investigatori della direzione distrettuale antimafia (DDA), legato alla 'ndrangheta. L'uomo è stato per molto tempo un frequentatore abituale del campo di allenamento, dell'Inter, dal quale è stato recentemente allontanato. Spesso a san Siro ha assistito alle partite in tribuna vip
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Aggiornamento: 16/5/2008, ore 3:40 (il grassetto nell'articolo che segue è mio)

Intercettazioni, Inter nel mirino Indagine su droga: nessun indagato

Tesserati dell'Inter risultano coinvolti, attraverso intercettazioni, in una vicenda legata all'indagine per traffico di droga che riguarda Domenico Brescia, con precedenti per omicidio, associazione mafiosa, rapina e droga e, pare, ospite fisso alla Pinetina. Gli esponenti dell'Inter intercettati sono Sinisa Mihajlovic, Marco Materazzi, l'allenatore Roberto Mancini e il capitano Xavier Zanetti. I quattro comunque non sono indagati. Sulla vicenda indaga la procura di Milano. Come riporta il Corriere della Sera, quasi duemila conversazioni intercorse tra Brescia e il suo socio Daniele Bizzozzero con Mancini e gli altri tesserati nerazzurri, (qualcosa come una quindicina di volumi), sono arrivate in Procura a Milano e toccherà ora al sostituto procuratore antimafia Marcello Musso decidere che farne.

Per i carabinieri del Ros, che seguono l'inchiesta (almeno 80 gli indagati) su fiumi di cocaina, lavorando in silenzio da un paio d’anni, le telefonate intercettate sulle utenze dei due pregiudicati non hanno evidenziato alcuna responsabilità penale riferibile agli interlocutori, ma sarà proprio il magistrato a dover stabilire se stralciare le intercettazioni dal fascicolo originario oppure proseguire con altri accertamenti.

Chi è BresciaDomenico Brescia, 55 anni, nato a Castell’Arquato, è considerato vicino al clan dei boss mafiosi Biagio e Alessandro Crisafulli. È proprio intercettando Brescia e Bizzozzero, latitante a Montecarlo poi arrestato a Parigi, che sono finiti nel brogliaccio delle intercettazioni Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic, il capitano Javier Zanetti, ma anche Rocco Di Stasi, impiegato dell’Inter, Alessandro Altobelli, Fausto Sala, direttore responsabile del centro coordinamento tifosi dell’Internazionale, Fausto Salsano, allenatore in seconda e assistente tecnico, Marco Materazzi, un non meglio identificato giornalista sportivo che si chiama Bruno e Alfredo Granconato, della ditta Granconato Impianti srl.

Fuga di notizie: "Valuterò se aprire un fascicolo per fuga di notizie". Cosi' il pm di Milano Marcello Musso commenta la notizia di intercettazioni, in un'indagine del Ros dei Carabinieri da lui stesso coordinata, nell'ambito delle quali emergono contatti di diversi giocatori ed esponenti dell'Inter con un indagato per droga, il sarto di Rovello Porro (Como), Domenico Brescia. Le conversazioni contenute nell'informativa del Ros, trasmessa nei giorni scorsi al pm della Dda Marcello Musso, non era ancora stata depositata alle parti.

Il legale di Brescia: nessuna indagine sul mio assistito: "Il mio assistito è amico da trent'anni di giocatori dell'Inter, frequenta abitualmente, se non quotidianamente, la Pinetina, veste diversi giocatori e l'allenatore Roberto Mancini ma non ha mai avuto rapporti illeciti con alcuno di essi". Lo afferma l'avvocato Marisa Guassardo, legale di Domenico Brescia, a proposito delle conversazioni intercettate tra il suo assistito e alcuni esponenti dell'Inter. "Attualmente - spiega l'avvocato - non ci risulta alcuna indagine su Brescia e per noi è una sorpresa leggere quello che è stato pubblicato".

Paolillo: "Mai avuto a che fare con quel boss". "Non sapevamo nulla di tutta questa vicenda, non conosciamo i fatti riportati dai giornali e non abbiamo alcun commento da fare. Posso solo precisare che Domenico Brescia non ha avuto mai alcun rapporto di lavoro con l'Inter e quindi non è mai stato un dipendente della società". Lo ha affermato l'amministratore delegato dell'Inter, Ernesto Paolillo secondo il quale "Brescia aveva forse contatti con i giocatori ma non ha mai avuto nulla a che fare con la società Inter che non gli ha mai affidato alcun lavoro".

Brescia: "Mi dispiace per i danni all'Inter". "Mi dispiace che per i miei precedenti penali che risalgono a fatti dell'89 e del 92 e che non riguardano condanne nè per associazione mafiosa né per droga siano stati coinvolti calciatori professionisti seri con i quali ho sempre avuto solo rapporti di lavoro e di amicizia da più di 30 anni. Mi spiace che questa vicenda venga strumentalizzata in un momento così delicato per loro". E' la dichiarazione diffusa dall'avvocato difensore di Domenico Brescia.Mancini e Mihailovic minacciamo azioni legali Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic passano al contrattacco minacciando azioni legali e appellandosi al Garante della Privacy. Lo rendo noto Stefano Gagliardi, legale dell'allenatore dell'Inter e del suo vice, in una nota in cui preannuncia per conto dei suoi assistiti "azioni penali e richieste risarcitorie commisurate alla gravità e lesività dellenotizie diffuse nei confronti di tutti quei quotidiani, telegiornali e radio-giornali che hanno arbitrariamente e illecitamente accostato i nomi dei signori Mancini e Mihajlovic a giri di prostituzione droga e scommesse sportive.

Fonte: http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo413625.shtml

Io penso che:

: : Sinceramento penso che se questa notizia sia fondata come pare, i danni all'immagine della società Inter e di personaggi singoli come Mancini, Zanetti (il capitano), Mihailovic, e pare anche Ibrahimovic e Altobelli sarebbero distruttivi. Una fine simile a quella di Moggi, anzi, forse peggio, perchè di quel porco di Moggi lo sapevano tutti da sempre che era un vile mafiosetto (vedi ad es: Lucky Luciano, Kaos Edizioni).

Che bisogno hanno questi miliardari di invischiarsi in traffici sporchi? E' una cosa che non riesco davvero a comprendere. Queste persone sono tutti giorni alla televisione, sui giornali, sono i cosidetti super-VIP, il gotha della classe sociale italiana: tv, sponsor, diritti d'immagine, spot televisivi, questa gente che "ha tutto" secondo tutti, hanno i miliardi, hanno bisogno di andare a far soldi con faccende così losche e pericolose? Pericolose soprattutto perché se vuoi fare qualcosa di così "pattugliato", giocatela meglio, voglio dire! Prostituzione, droga a livello internazionale, auto di lusso (rubate?), poi questa collusione mafiosa che davvero è devastante. Che idioti.

2.000 telefonate con questo Brescia, mafioso non-mafioso, reati pesantissimi alle spalle, un tipo di certo poco raccomandabile: pietosa la replica di Paolillo, che riesce solo a smentire a livello societario, per Mancini & Co. non ci prova nemmeno! E' evidente che un tipo del genere, che è latitante a Montecarlo - ricordiamolo -, e sono 30 che bazzica la Pinetina, non dovrebbe neppure essere un lontano conoscente della banda Mancini. Tuttavia, qua, la carta canta.

La vicenda ripeto, mi sembra tremenda, ripeto: devastante. Se vien fuori una bolla di sapone - Moratti oggi a Striscia non era molto tranquillo, bisogna dirlo -, magari insabbiata un pochetto - ma non credo proprio, il clima è rovente, i media sono in fermento -, vabbé, ma se la storia esplode qua c'è poco da stare tranquilli. Per ora nessun reato, comunque, ma aspettiamo, perché pare che sia una fuga di notizie e quindi magari sarebbe poi esplosa ancor più fragorosamente a indagine conclusa. Vedremo. Di certo c'è da parlare della tempistica.

La tempistica rende la vicenda ancora più oscura, allucinante. L'Inter domenica si gioca lo scudetto con la Roma e proprio a metà settimana spunta fuori questa pesantissima storia. E' pazzesco, e pone molte domande. Perché proprio adesso? Ovviamente c'è da chiedersi questo, prima di tutto, perché si poteva aspettare benissimo la fine del campionato. E poi, chi ha fatto uscire questo ora? Chi è l'esecutore materiale? Chi è che ha ricevuto per primo queste notizie? Mandanti?

Una vicenda torbida. Di certo c'è solo che per l'Inter non c'è mai pace... Immagino i milioni di tifosi che stanno penando da vent'anni per vincere uno scudetto di cartone, uno giocando da soli, e una Coppa UEFA quando Ronaldo era in più forte di tutti - e questo la lice lunga sulla infinita passione dell'interista -, e un disastroso girone di ritorno all'inizio del quale l'Inter secondo tutti aveva già vinto lo scudetto, ipotecato la Champions, e Ibra sarebbe stato pallone d'oro. Povero interista.

A prescindere da questa storia, spero davvero che la Roma possa vincere questo scudetto. E credo di essere in compagnia di una bella fetta di Paese. L'Inter non piace più, non diverte, gioca male, è spocchiosa. La Roma è tutta cuore e bel gioco, squadra fantastica la Roma. E se proprio l'Inter deve vincere questo scudetto spero che lo vinca perché perde col Parma e la Roma pareggia: pari punti, vince l'Inter per gli scontri diretti. Credo che tantissimi penseranno che il vero scudetto sia però della Roma.

: : Claudio aka borquide

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Aggiornamento 16 Maggio 2008, ore 11:40

LE TELEFONATE Mancini, Zanetti e la scelta tra la Ferrari e un Rolex Daytona Il tecnico parla di calcio e vestiti con il pregiudicato. Il capitano di automobili di lusso e orologi

[NOTIZIE CORRELATE: Il boss, le telefonate e i giocatori dell'Inter (15 maggio 2008) ] MILANO — Il contratto e Moratti, la formazione della domenica, il pensiero per Figo che lui vorrebbe sempre vedere in campo, qualche bella figliola e i pantaloni attillati da accorciare un po' perché «così cadono meglio». Oltre che dell'amico latitante Daniele Bizzozzero arrestato in Francia, è soprattutto di questo che Roberto Mancini parla con il pregiudicato Domenico Brescia, il «sarto della Pinetina». «Ma hai rinnovato il contratto o no?», chiede il «Dome» a Mancio. E il mister: «A dire la verità non mi ha chiamato nessuno, nessuno mi ha chiesto nulla...». E ancora: «Ma ce la fa Figo a giocare?». Mormora qualcosa il mister, e mentre il brigadiere dei carabinieri del Ros quel giorno comandato alle intercettazioni sta per ascoltare in anteprima la formazione del-l'Inter che mille giornalisti sportivi pagherebbero per conoscere in anticipo, il discorso tra i due interlocutori cade per un attimo sull'amministratore delegato dell'Inter Ernesto Paolillo. Uno che per il Mancio «crede di poter fare proprio tutto quello che vuole lui...».

Con capitan Zanetti, invece, il pregiudicato parla di auto di lusso e di preziosissimi orologi. «Ti ho rimediato una Ferrari 430 che è un gioiello», gli dice. Ma il capitano al telefono tentenna: «Una Ferrari? Lo sai che le Ferrari non mi fanno impazzire». «Già — chiude il sarto — tu sei un animale da Porsche...». E prima di salutarsi i due prendono accordi per un Rolex Daytona.

Intanto, mentre resta aperta la caccia alle intercettazioni, si chiarisce che è stato un ex poliziotto a fare liquidare Brescia dalla Pinetina. È successo un mese fa. Ingaggiato da poche settimane come addetto alla sicurezza di Appiano Gentile, l'ex agente con anni di esperienza alla Digos s'è ritrovato tra i piedi il sarto e ha subito ricollegato quel volto a un pregiudicato pieno di cattive amicizie, uno in rapporti con boss della mala del calibro di Biagio e Alessandro Crisafulli. Quindi lo ha riferito alla dirigenza, e per il «Dome tuttofare» la Pinetina è diventata invalicabile. Del resto, che Brescia fosse costretto a fare attenzione agli orari e alle persone presenti nella sede della squadra nerazzurra prima di avvicinarsi ai giocatori e a Mancini, emerge chiaramente da diverse intercettazioni telefoniche tra il dipendente dell'Inter Rocco Di Stasi e il «sarto». «C'è l'uomo in giro — lo avvisa il primo — meglio che tu non ti faccia vedere... Vieni più tardi».

Oppure, in un'altra telefonata, sempre Di Stasi avvisa Brescia di tenersi alla larga, «perché lì attorno ci sono Oriali, Branca e Filucchi». E poi, gli dice ancora «...quello là non sa che sei salito in camera da Julio Cesar... ma devi stare più accorto...», altrimenti, gli raccomanda Di Stasi, il rischio è che «succedano casini».Chiede biglietti, il «sarto della Pinetina». E in cambio cerca case a buon mercato, trova auto potenti a metà prezzo, piazza gioielli e, in una circostanza, accetta di farsi carico del cane che Bobo Vieri ha regalato alla figlia di Di Stasi.

«Devo andare in vacanza — dice il dipendente dell'Inter — non so a chi lasciarlo, in un posto mi hanno chiesto dieci euro al giorno...». Un affarista nato ma capace anche di intenerirsi, Domenico Brescia. Tanto che in un'intercettazione si capisce che fa di tutto— e ci riesce — per fare entrare alla Pinetina una ragazzina con le stampelle appena arrivata da Terracina.Più cinico, invece, quando Brescia parla con Di Stasi che gli preannuncia la visita in negozio di un uomo di fiducia di Moratti: «Non farlo pagare, così lo coinvolgiamo e possiamo chiedergli favori...», gli suggerisce Di Stasi. E Brescia: «Ma sei sicuro che non posso proprio chiedergli nulla?». Meglio di no, lo rimbrotta l'interlocutore, «altrimenti sembra una cosa preparata».

Biagio Marsiglia16 maggio 2008

Fonte: http://www.corriere.it/sport/08_maggio_16/intercettazioni_mancini_zanetti_4aad11e2-230d-11dd-8746-00144f486ba6.shtml

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: : Claudio aka borquide : :